LA NATO VUOLE TRASCINARE L’EUROPA ALLA GUERRA CON LA RUSSIA

scritto da NICOLA_Z
03 · Lug · 2022

PRIMA L’UCRAINA E POI L’EUROPA: NATO PRONTA ALLA GUERRA GRANDE

LA STRATEGIA DELLE FORZE ARMATE INGLESI – CAPO DI STATO MAGGIORE, SANDERS HA ILLUSTRATO IL RUOLO DEL SUO ESERCITO: BASTIONE CON L’ALLEANZA CONTRO L’ESPANDERSI DEL CONFLITTO CON I RUSSI — Il generale sir Patrick Sanders, nuovo capo di Stato maggiore dell’esercito britannico (CGS) ha preceduto i grandi della NATO nella cosa più ostica per quasi tutti i suoi membri: LA DICHIARAZIONE DI GUERRA. […]

( del generale FABIO MINI ) – Il generale sir Patrick Sanders, nuovo capo di Stato maggiore dell’esercito britannico (CGS) ha preceduto i grandi della NATO nella cosa più ostica per quasi tutti i suoi membri: LA DICHIARAZIONE DI GUERRA.

Sebbene la dichiarazione formale non sia più necessaria, quella de facto si è sempre affiancata a essa e in molti casi l’ha sostituita. Il Giappone dichiarò guerra agli Usa con l’attacco di Pearl Harbour minuti dopo (o prima) della dichiarazione formale. Inoltre la guerra può iniziare non solo con i primi colpi di cannone o le scaramucce di frontiera, ma con la stessa preparazione della guerra. La Prima guerra mondiale fu innescata, pretesti a parte, dalle mobilitazioni specie se irreversibili, come dissero i generali allo zar titubante. La mobilitazione era già allora una dichiarazione di guerra de facto. Perciò, per garantire la sorpresa veniva fatta nel segreto o simulata, o veniva sbandierata con la propaganda per aumentare la deterrenza o accendere gli animi o nascondere la propria debolezza. Bene, Sanders, al prestigioso think tank RUSI (ROYAL UNITED SERVICES INSTITUTE), chiama Gran Bretagna e NATO alla mobilitazione contro la Russia.

In pratica confida nella mobilitazione – LA PIÙ GRANDE ED ESPLICITA DICHIARAZIONE DI GUERRA – per la dissuasione di Putin che, a suo dire, si è già dimostrato refrattario alla deterrenza militare e perfino economica. Ovviamente a fin di bene, per evitare la guerra, prevenirla e non farla. Chiede di “mobilitare l’esercito per far fronte alla nuova minaccia: un pericolo chiaro e presente che si è concretizzato il 24 febbraio quando la Russia ha usato la forza per impadronirsi del territorio dell’Ucraina, un Paese amico del Regno Unito”.

La guerra a cui si riferisce non è quella in atto tra Russia e Ucraina, ma quella tra NATO e RUSSIA.

La prima è forse già perduta: “Non sappiamo ancora come finirà la guerra in Ucraina, ma nella maggior parte degli scenari, dopo l’Ucraina la Russia sarà una minaccia ancora maggiore per la sicurezza europea”. Eppure: “Il Regno Unito ha risposto all’aggressione di Mosca. Ha lavorato a un ritmo fenomenale per riunire una coalizione di partner per fornire materiale, intelligence e formazione per sostenere l’Ucraina contro gli invasori russi. Il nostro rapporto bilaterale con Kiev è andato di bene in meglio; abbiamo inviato 9.500 missili anticarro. Abbiamo già fornito addestramento nel Regno Unito a 650 soldati ucraini e nei prossimi mesi l’esercito britannico fornirà competenze vincenti ad altri 10.000”. Il fatto è che “la portata della guerra è senza precedenti: 103 gruppi tattici a livello di battaglione impegnati: fino a 33.000 russi morti, feriti, dispersi o catturati; un tasso di perdite fino a 200 al giorno tra i difensori ucraini; 77.000 kmq di territorio conquistato (dai russi, ndr); tassi di consumo di munizioni tali da esaurire in pochi giorni le scorte combinate di diversi Paesi Nato; l’obiettivo deliberato di civili con 4.700 morti e 8 milioni di rifugiati. Per noi, la natura viscerale di una guerra terrestre europea non è solo una manifestazione di lontane nuvole di tempesta all’orizzonte; la vediamo ora”. In realtà qualche precedente ci sarebbe, ma l’enfasi è l’anticamera del protagonismo.

L’Articolo V [del Trattato Nato] rimane la pietra miliare della nostra sicurezza nazionale. Il conflitto in Ucraina annuncerà, credo, un cambiamento di paradigma nel modo in cui la Nato provvede alla deterrenza collettiva; da una dottrina di reazione alle crisi a una di dissuasione. Questo è il principio al centro dell’operazione di mobilitazione: la Russia deve sapere che non può ottenere una rapida vittoria localizzata, che in qualsiasi circostanza e in qualsiasi lasso di tempo perderà se si scontrerà con la Nato”. E non c’è solo l’Ucraina: “La Difesa non può ignorare l’ascesa esponenziale e la sfida cronica della Cina, non solo nel Mar cinese meridionale, ma anche attraverso le sue attività sotto- traccia in tutto il mondo. Pechino osserverà con attenzione la nostra risposta alle azioni di Mosca. Ma cedere altro territorio a Putin potrebbe rivelarsi un colpo fatale al principio di sovranità nazionale che ha sostenuto l’ordine internazionale dal 1945” (salvo qualche piccola eccezione nei Balcani, in Medio Oriente e altrove dove siamo stati noi a violarlo).

E allora: “Visti gli impegni degli Usa in Asia negli anni 20 e 30 [di questo secolo], credo che l’onere della deterrenza convenzionale in Europa ricadrà sempre più sui membri europei della Nato e della Jef. A mio avviso è giusto così: assumersi l’onere in Europa significa poter liberare maggiori risorse statunitensi per garantire la protezione dei nostri valori e interessi nell’Indo-Pacifico”.

SANDERS con queste parole sembra escludere l’onere della deterrenza nucleare che la Nato già rivendica dal 2010. Sembra poi assecondare il desiderio statunitense di affidare a Londra il ruolo di SCERIFFO EUROPEO per conto della NATO e quello inglese di assumerlo. In tale direzione sembra andare il riferimento in sordina alla JEF (JOINT EXPEDITIONARY FORCE, ndr).

Il Regno Unito assieme alla Polonia è stato il primo paese a fornire armi e aiuti a Kiev e fin da prima dell’invasione ha allertato le proprie forze strategiche nucleari (sommergibili e missili TRIDENT) e attivato la cosiddetta “NATO DEL NORD”, struttura prevalentemente navale costituita da forze Nato e non Nato dirette dalla Gran Bretagna, la JEF, appunto.

La struttura si basa su accordi bilaterali con Svezia, Finlandia, Olanda, Norvegia, Estonia, Lettonia, Lituania, Danimarca e Islanda per l’impiego di un corpo di spedizione e risposta rapida nell’area del Mare del Nord, del Baltico e dell’Europa orientale. SANDERS si rende conto che con la JEF la Gran Bretagna possiede già gli strumenti giuridici e operativi PER FARE LA GUERRA CONTRO LA RUSSIA, ma ritiene che non bastino né a parare la minaccia né a coinvolgere tutta la NATO.

La guerra in Ucraina ci ricorda anche l’utilità del Potere terrestre: ci vuole un esercito per tenere e riconquistare il territorio e difendere gli abitanti. Ci vuole un esercito per dissuadere. E l’esercito britannico, farà la sua parte insieme ai nostri alleati”.

Anzi, di più: “Il vertice di Madrid è un’opportunità tempestiva per dimostrare la nostra LEADERSHIP nella NATO e il nostro impegno duraturo coi nostri alleati. Mobilitare l’esercito per prevenire la guerra è l’atto di leadership più tangibile che io possa offrire: il REGNO UNITO guiderà [la NATO] con l’esempio”.

È il famoso esempio “TRASCINATORE”, ma anche un preciso disegno strategico: le iniziative al di fuori della Nato porterebbero a una guerra diretta tra Londra e Mosca ben prima di eventuali aggressioni e a prescindere da esse. Di fatto tali iniziative permettono comportamenti provocatori e aggressivi magari non voluti o autorizzati dalla Nato per poi invocare l’art. 5 e TRASCINARLA IN GUERRA.

L’ambiguità della JEF, come di altre iniziative bi o multilaterali contro la Russia, costituisce la PREMESSA “CAPESTRO” per la NATO e per gli USA.

Sempre al livello strategico, dice Sanders: “In Ucraina abbiamo visto i limiti della deterrenza attraverso la punizione”. In effetti, la minaccia di punizione non ha funzionato: Putin non è stato frenato dal timore e quando ha ritenuto che fosse stata superata la linea rossa della minaccia esistenziale per la Russia ha assunto il rischio di punizione in tutti i modi previsti da Usa, Nato ed Europa: sanzioni e cessione di armi a Kiev compresi. Per Sanders, l’andamento del conflitto “ha rafforzato l’importanza della deterrenza attraverso la negazione – dobbiamo impedire alla Russia di impadronirsi del territorio – piuttosto che aspettare di rispondere a una presa di terreno con una controffensiva ritardata… Se non riusciamo a dissuadere, non ci sono altre buone scelte, dato il costo di un potenziale contrattacco e la relativa minaccia nucleare. Dobbiamo quindi opporre forza alla forza fin dall’inizio ed essere pronti a combattere per il territorio NATO… Se questa battaglia arrivasse, probabilmente saremmo in inferiorità numerica nel punto di attacco e il combattimento sarebbe infernale. È improbabile che gli scontri aerei, marittimi o informatici possano dominare. Nessuna singola piattaforma, capacità o tattica potrà risolvere il problema, il dominio decisivo sarà ancora quello terrestre”.

I passi per la mobilitazione:

  •  “PRIMO, e più importante, aumentare la prontezza. La Nato ha bisogno di forze altamente pronte che possano schierarsi con breve preavviso… e che l’esercito sia sempre più pronto a una guerra ad alta intensità in Europa. Per questo motivo accelereremo il ritmo dell’addestramento alle operazioni combinate e ci concentreremo sul combattimento urbano. Ricostituiremo le nostre scorte [quasi azzerate dagli aiuti all’Ucraina] e rivedremo la funzionalità dei veicoli corazzati…
  • IN SECONDO LUOGO, accelereremo la modernizzazione descritta nel Soldato Futuro. La Nato ha bisogno di eserciti moderni e tecnologicamente avanzati… Cercheremo di accelerare la consegna dei nuovi equipaggiamenti previsti, tra cui i sistemi di fuoco a lunga gittata, l’aviazione d’attacco, la sorveglianza continua e l’acquisizione degli obiettivi, i dispositivi logistici per le forze di spedizione, la difesa aerea terrestre, la mobilità protetta e le tecnologie che si riveleranno fondamentali per la nostra ambizione digitale: CIS e guerra elettronica. E tutto questo inizierà ora, non in un momento imprecisato del futuro…
  •  IN TERZO LUOGO, ripenseremo il nostro modo di combattere. Abbiamo osservato da vicino la guerra in Ucraina e stiamo già imparando e adattandoci. Molte lezioni non sono nuove, ma vengono ora applicate. Ci concentreremo sulla manovra combinata, soprattutto nella battaglia in profondità, ed elaboreremo una nuova dottrina radicata nella geografia, integrata con i piani di guerra Nato e sufficientemente specifica da guidare investimenti mirati e pertinenti e ispirare l’immaginazione del nostro popolo a combattere e vincere se richiesto”.    In pratica si tratterebbe di un ritorno alla AIR-LAND BATTLE e altre concezioni degli anni 70-80 del secolo scorso, che Sanders non può aver conosciuto, ma dei cui piani la Nato ha le casseforti piene.
  •  “IN QUARTO LUOGO, sono pronto a rivedere la struttura del nostro esercito… tuttavia, sarebbe perverso se lo Stato maggiore sostenesse la riduzione delle dimensioni dell’esercito mentre in Europa infuria una guerra terrestre e le ambizioni territoriali di Putin si estendono al resto del decennio, e oltre l’Ucraina… Ma la mobilitazione richiede anche di ridurre ciò che ci rallenta. Voglio che tutti voi, mi rivolgo all’Esercito, identifichiate quelle aree delle nostre procedure e della nostra burocrazia che vi portano via tempo – come ogni istituzione pubblica, abbiamo accumulato alcuni ostacoli che ci rallentano – ma non siamo un’istituzione qualsiasi, quindi è ora di eliminarli. La mobilitazione non è solo un obiettivo interno. Dobbiamo portare dalla nostra parte l’industria per realizzare e accelerare gli ambiziosi obiettivi di modernizzazione che ci siamo prefissati… Non possiamo accendere i forni delle fabbriche in tutta la nazione alla vigilia della guerra; questo sforzo deve iniziare ora se vogliamo evitare che la guerra si verifichi”.
  • E, LAST BUT NOT LEAST: “Dobbiamo stare attenti alle attività maligne della Russia più lontano: i nostri hub globali, tra cui il Kenya e l’Oman, continueranno a svolgere un ruolo vitale nel momento in cui cercheremo di mobilitarci per far fronte alle aggressioni in Europa, permettendoci di aiutare i nostri partner [Usa, Taiwan, Giappone, Australia?] a garantire un vantaggio strategico in altre parti del mondo. Questa è la guerra alla quale ci stiamo mobilitando per prevenire, preparandoci a vincere. Con i nostri partner Nato e Jef. Contro la minaccia russa. Nell’Europa orientale e settentrionale. E così facendo spero che non dovremo mai combatterla”.

Tutto molto razionale e militarmente ortodosso. Ed è in questa direzione che sembra stiano andando le risorse. Tuttavia, la mobilitazione e la preparazione della guerra contro un avversario che “dopo la guerra in Ucraina sarà più forte e pericoloso di prima” porta o al conflitto aperto USA/NATO-RUSSIA o al muro blindato e corazzato tra Europa e Russia, cosa che abbiamo già visto e vissuto e che questa volta non avrebbe né il salvagente della reciproca deterrenza nucleare né la prospettiva di vivere senza l’assillo di altri conflitti. Del ragionamento di Sanders rimane da verificare se i presupposti dell’immanenza e imminenza della minaccia russa siano corretti. In ogni caso, le premesse da lui enunciate rendono vana la sua stessa speranza di non dover combattere la guerra alla quale occorre prepararsi. In tutto questo, ci si può chiedere che fine viene riservata all’Ucraina, o di ciò che ne rimarrà, e ai profitti della Ricostruzione in cui tutti sperano. Nella visione di Sanders sembra destinarla a essere ricostruita come base avanzata delle forze Nato in Europa, completamente militarizzata, con la leadership politica in mimetica e costante videoconferenza, con le infrastrutture specializzate per l’attacco militare come una grande Corea del Nord. L’organizzazione sociale sarà rivolta al supporto alle truppe di trenta e più paesi.

La Gran Bretagna potrà finalmente rischierare tutto il proprio esercito in Europa come già avvenuto con l’Armata del Reno in Germania che potrà chiamarsi ARMATA DEL DNEPR.

La Polonia e la Germania potranno spostare le proprie basi in avanti e la Francia tornare in Germania. L’Ucraina avrà l’occasione di vivere di rendita militare assicurando i “servizi” di cui tutti gli eserciti del mondo hanno bisogno quando non sono a casa propria. Non importa se dovrà sacrificare le proprie preziose coltivazioni alle esigenze dei campi di cricket, golf, football e calcio e a quelle altrettanto serie dei poligoni permanenti per le migliaia di carri armati e artiglierie che da qualche parte si dovranno pur addestrare per combattere assieme. Non male, come inizio, Sir.

https://infosannio.com/2022/07/01/la-nato-vuole-trascinare-leuropa-alla-guerra-con-la-russia/

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2022/07/01/prima-lucraina-e-poi-leuropa-nato-pronta-alla-guerra-grande/6645998/

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vincenzo in Guayas
vincenzo in Guayas
1 anno fa

Mamma mia Sanders ,quante parole.Non ce la faccio proprio,sara’ sicuramente l’insofferenza che si accompagna in qualche misura all’eta’.Istintivamente mi sembra un delirio,sapendo che poi le cose vanno come vuole ilCielo.Sanders dovrebbe forse prima mettersi allo specchio e fare il discorso.Hai visto mai che una lucina gli facesse chiedere:”Ma son mica matto?”.Oggigiorno c’è piu’ di sempre chi lavora troppo e chi troppo poco.Chissa’ cosa penserebbe un Montanelli,campione di equilibrio e giusto distacco,che aiutano a rimanere umani e non idioti,davanti a tale logorrea.O De Gaulle o lo stesso Mussolini.Non sono riuscito ad arrivare in fondo,pur con tutta la buona volonta’:a un certo punto mi sono fidato della mia insofferenza come di una forma di salute mentale e di istinto naturale. Oggigiorno anche i mezzi di comunicazine favoriscono la sovrabbondanza e l’eccessiva ridondanza dei dettagli.Coi giornalisti bravi di un tempo,leggevi e ne uscivi ricreato chiarito e tonificato.Con questi, ne esci con la sensazione che ti stai sottoponendo a una operazione di lenta castrazione e alienazione,per ora solo psicologica o mentale,in futuro chissa’… Gli eunuchi sono sempre stati utili e usati,nei secoli.Si sposavano anche ,e con una donna.Erano un ottimo partito,forse un poco pervertiti,ma il sado maso in Gb è a casa sua. Meno male che mia moglie ha buttato la pasta e tra poco si mangia.Deo Gratias.Che Dio abbia pieta’ .

dott.G.I.
1 anno fa

Ti ho risposto, Vincenzo, nel post precedente, ma il commento è ancora in moderazione.

Remox
Editor
1 anno fa
Rispondi a  dott.G.I.

Sistemato.

vincenzo in guayas
vincenzo in guayas
1 anno fa
Rispondi a  dott.G.I.

Grazie lo stesso ,dott.GI.

Stefano Pozza
Stefano Pozza
1 anno fa

33000 morti russi? Muahahahah

Riesz_
P.Riesz_
1 anno fa

La guerra alla Russia potrebbe essere disastrosa per la Nato. Il perché è semplice. Lisichansk è caduta molto più velocemente del previsto rispetto a Mariupol; a cosa è dovuto? Il cambio di tattica delle forze armate della Federazione Russa ha colto di sorpresa i combattenti delle forze armate ucraine; la rapida operazione per liberare Lisichansk ha dimostrato che le forze armate russe hanno migliorato le tattiche di attacco: prima hanno completato l’accerchiamento della città e poi hanno attaccato contemporaneamente le posizioni del gruppo ucraino da quattro lati, provocando il crollo e la resa delle forze armate ucraine. La nuova tattica, efficace e affidabile sarà adottata nei prossimi attacchi come a Kramatorsk. Crollate le fortezze ucraine nel Donbass rafforzate in 8 anni di lavori, le forze russe potranno attaccare agevolmente l’ovest in tutte le direzioni. Le ferrovie ucraine non sono state distrutte perché serviranno proprio in seguito; con lo stesso scartamento russo i treni dalle retrovie anche le più lontane arriveranno al fronte; l’artiglieria ucraina anche con i nuovi sistemi non sarà efficace senza copertura aerea. La forza russa impiegata è minimale; è evidente che la guerra del Donbass serve alla Russia per mettere a punto le tecniche di combattimento che a causa dei droni e i satelliti sono radicalmente cambiate; questo non è un vantaggio di poco conto: alle forze Nato manca la prova sul campo e ciò potrebbe deciderne la catastrofe se avverrà un confronto diretto. P.Riesz_

Remox
Editor
1 anno fa

Il generale Sanders sottovaluta tre temi centrali. Primo, la quasi sicura asimmetria della guerra: questa asimmetria passa per attacchi di vario tipo, mascherati, volti a destabilizzare dall’interno i paesi europei. In modo da non renderli pronti alla guerra vera e propria. Secondo, i proxy della Russia. Questi sono più numerosi di quanto si creda ed abituati alla guerra. Terzo, il fattore tempo. Dubito che l’Europa avrà tempo e forza per prepararsi ad uno scontro con la Russia. Questo tempo, semplicemente, non le verrà dato. E non solo per la guerra asimmetrica di cui parlavo prima, ma anche a causa della frattura insanabile che si è creata fra popolo e classe dirigente e della stupidità dei provvedimenti adottati dai governi occidentali volti ad aggiungere caos a caos.

indopama
indopama
1 anno fa

siete fuori strada, elite russa ed europea sono la stessa cosa, e’ tutto un teatro per preparare la guerra per le masse, e’ sufficiente guardare come hanno reagito tutti alla stessa maniera al fake virus.
i grandi sono tutti d’accordo, la guerra serve per eliminare la parte marcia del pianeta e fare spazio a quella buona.

Riesz_
P.Riesz_
1 anno fa

Fonte russa. Come la pensano i russi sulle vere ragioni dell’imminente visita del Papa a Kiev e a Mosca: Il Papa ha annunciato i suoi piani per visitare Mosca e Kiev nel prossimo futuro. Il pontefice prevede di recarsi in Russia e Ucraina dopo la visita in Canada, prevista dal 24 al 30 luglio. Non è ancora chiaro se questa sia una missione santa o solo una dichiarazione ad alta voce. Il politologo Alexander Asafov , in un’intervista al FAN , ha affermato di non osservare il vero lavoro del pastore nella risoluzione del conflitto in Ucraina, ma di vedere solo la pura politica.
“Francesco ha incontrato, ad esempio, l’artista dell’opposizione Petro Verzilov in un contesto filo-ucraino e con una serie di personaggi dubbi. Penso che qui tutte le sue intenzioni siano esattamente le stesse, e per nulla nutrire le greggi e trovare modi pacifici per risolvere il conflitto “, ha spiegato.
Asafov propone di interpretare tutte le ultime azioni e dichiarazioni del Papa come una missione politica.
“Se, ovviamente, qualcosa è cambiato nella sua percezione ed è pronto a parlare a Kiev della necessità di accordi di pace, allora questo è sicuramente positivo, ma, francamente, mi sembra improbabile”, ha concluso l’esperto.
P.Riesz_

vincenzo in guayas
vincenzo in guayas
1 anno fa

Nel piu’ recente video di Roberto Mazzoni sulla disfatta ucraina interviste molto interessanti sulla situazione militare nell’intero quadro europeo ,e anche una breve storia con interviste sulla vita di George Soros.Ateo. Molto interessante ,per la mia “curiositas” quando dice che è divertente il fatto che gli chiedano se non provava o prova rimorsi per i sequestri dei beni agli ebrei che faceva insieme al suo padre adottivo,in Ungheria,per conto dei nazisti. Dice che era inevitabile che avvenissero,indipendentemente da chi li eseguisse.Si sentiva come uno spettatore.La cosa divertente per Soros dev’essere che per Soros quelli che fanno queste domande vanno contro la volonta’ di Dio,in cui credono,mentre chi non crede in Dio non va contro Dio.Cioe’:visto che sarebbe successo comunque,farsi problemi sarebbe stato come voler imporre a Dio la propria volonta’,e quindi si diverte pensando che chi si fa problemi si contraddice,quindi è falso, e in fondo,contraddicendosi,sta dimostrando che non esiste il Dio in cui crede.., Soros invece capiva prima cosa sarebbe successo e si adeguava. Semplice, no? Infatti si vede che certe domande gli fanno solo noia e pena. Quello che interessa a me è che in fondo,Lutero,anche se credente e non ateo,ragionava di fatto nello stesso modo. Pensava che facendo il male stava ingannando il diavolo,perchè in fondo era solo spettatore,ma credeva nella salvezza.Io dico che questa gente e’ rimasta adolescente o anche meno,nel suo fatalismo e nel non sentirsi responsabile di quello che fa.Un po’ come molli prostitute che lo fanno ma per mestiere,solo col corpo, mica per fare sul serio.Convinti loro…forse avevano bisogno di vitamine,erano esauriti nella testa.Soros ateo o no sarebbe lo stesso:il suo Dio sarebbe gnostico.Dio si’,Cristo no.Invece Cristo esiste:e ci porta a “disprezzare” intimamente il peccato di chi non conosce la gratuita’ e la bellezza e la forza della gratuita’,e cosi’ costruisce una delle molte torri di Babele.Certo che se uno crede davvero che Putin possa essere una marionetta di Soros,deve avere qualche carenza di vitamine…

mario mancusi
mario mancusi
1 anno fa

https://www.laleggepertutti.it/581539_il-papa-sfonda-il-muro-del-cremlino

Il Papa sfonda il muro del Cremlino

Il Papa si è detto disponibile ad andare prima a Mosca e poi a Kiev per raggiungere un accordo di pace, e per la prima volta Putin è disposto ad ascoltare.

Chi l’avrebbe mai detto, che dopo mesi di tentativi, minacce, sanzioni, blocchi e scontri da parte dei più potenti leader politici mondiali, ad avvicinarsi tanto alla pace ci sarebbe riuscito proprio Papa Francesco? Senza bombe, senza ultimatum, solo con le sue parole e la sua fede (che, ci si creda o non ci si creda, per lui e per chi lo segue resta innegabile). È ovviamente ancora presto per parlare di tregua, di cessate il fuoco e di ritorno alla normalità, ma qualcosa si è mosso. Il Papa dal sorriso gentile e lo sguardo guizzo è riuscito in qualche modo ad arrivare al Presidente del Cremlino, Vladimir Putin, proponendosi in prima persona come pedina da muovere in questa partita così sanguinaria.

«È certamente cambiato qualcosa: vuole dire che Putin ha aperto una finestra al Papa» così il fondatore di Russia Ecumenica don Sergio Mercanzin, pesa le parole del Papa alla Reuters sul suo desiderio di andare a Mosca e poi a Kiev per aiutare la pace. Osserva all’Adnkronos il ‘padre’ di Russia ecumenica: «Il Papa dice: “Ho pensato che se il presidente russo mi avesse dato una piccola finestra per servire la causa della pace…” lasciando in sospeso l’ipotesi. Io credo che a questo punto qualcosa sia cambiato».

Il fondatore di Russia Ecumenica ipotizza: «Il Papa, come ha detto, potrebbe andare prima a Mosca e poi a Kiev: sarebbe bello andasse in Russia a prendere un’apertura di Putin per portarla a Kiev, diventerebbe davvero un messaggero di pace. A questo punto mettendoci il suo corpo, e facendo tutto, anche l’imprevedibile».

Sergio Mercanzin ricorda che «tra Putin e il Papa c’è sempre stato un bel rapporto. Putin aveva una sua onorabilità, che ora ha perso. Ha fatto tantissimi danni, non solo in Ucraina, ma anche in Russia, portandola alla rovina. Ora si potrebbe aggrappare al Papa come voce universale».

Don Mercanzin ricorda un aspetto che emerse subito dopo l’elezione di Jorge Mario Bergoglio al soglio di Pietro: «Da un sondaggio venne fuori che il 75% dei russi avrebbe voluto il Papa a Mosca. Ora davvero il Papa potrebbe passare alla storia come il primo Pontefice in Russia».

Il ‘padre’ di Russia Ecumenica sottolinea ancora: «Bergoglio è sempre stato nemico della guerra, ma mai dei russi. Penso a quanti Capi di Stato hanno usato in tutti questi mesi appellativi feroci verso Putin, il Pontefice mai. Ha sempre mantenuto equilibrio. Speriamo davvero che ora si possa fare qualcosa per la pace ma dalle parole del Papa si capisce che una finestra è stata aperta. E che i colloqui, da sterili, sono diventati utili».

Stefano Pozza
Stefano Pozza
1 anno fa
Rispondi a  mario mancusi

La fine è vicina.

Stefano Pozza
Stefano Pozza
1 anno fa
Rispondi a  Stefano Pozza

L’ Avvertimento è vicino

Spring
Spring
1 anno fa
Rispondi a  Stefano Pozza

L’ultima chance di ritrattare 40 anni di calunnie.

Enjoy!

Remox
Editor
1 anno fa
Rispondi a  mario mancusi

Era ciò che avevo ipotizzato all’inizio del conflitto. Situazione ideale per un viaggio politico-diplomatico a Mosca per chi ha la passione della politica.
L’eventuale tempistica, inizio dell’Autunno, coincide anche con il possibile inizio dei disordini socio-politici: Autunno, Inverno, Primavera.
Da qualche parte d’altronde sono già cominciati, Olanda.

“Fiandre ed Inghilterra, saran da ferro e fuoco tormentati, dai vicini lungamente assediati”

Governo inglese in gran difficoltà, ministri che si dimettono, Johnson in bilico e la regina sempre più acciaccata.

Spring
Spring
1 anno fa
Rispondi a  MASSIMILIANO

Il morbo infuria, il pane manca … sul cupolone c’è il rischio che sventoli bandiera rossa.

vincenzo in guayas
vincenzo in guayas
1 anno fa

Non so dire con certezza.Quello che vedo è che la mamma dei… sembra sempre e piu’ che mai incinta.Ora, dato che i… esistono da quando esiste il mondo,questo potrebbe essere un segno di continuita’ come anche potrebbe essere un segno di “rottura”.Infatti ,se la mamma dei… dovesse essere vicina a raggiungere il suo massimo,allora dopo potrebbe essere la fine.

mario mancusi
mario mancusi
1 anno fa

https://www.liberoquotidiano.it/news/personaggi/32282682/sergej-lavrov-mossa-vaticano-falco-vladimir-putin-papa-francesco.amp

Sergej Lavrov, la mossa in Vaticano del falco di Putin: ora tutto è possibile…

Soltanto poche ore fa l’ambasciatore ucraino presso la Santa Sede definitiva un “sogno irrealizzabile” quello di Papa Francesco di andare in visita a Mosca. Le ultime indiscrezioni vanno però nella direzione opposta: il Pontefice ha rilasciato un’intervista a Reuters in cui ha confermato che ci sono stati contati tra Pietro Parolin, cardinale segretario di Stato vaticano, e Sergej Lavrov, ministro degli Esteri russo, per organizzare il viaggio.

Se fino a qualche settimana fa una missione del Papa a Mosca sembrava quasi impossibile, adesso si sono aperti diversi spiragli: a settembre il momento potrebbe essere propizio per compiere un viaggio storico, che nessun Pontefice è mai riuscito a fare. Ultimamente da Mosca sono arrivati segni positivi nei confronti di Bergoglio, che ha sempre mantenuto una posizione “prudente”, condannando sì l’aggressione della Russia ma anche sottolineando il ruolo della Nato, che avrebbe “abbaiato” alle porte di Mosca.

NICOLA_Z
NICOLA_Z
1 anno fa

UCRAINA: L’ENNESIMO DISASTRO GEOPOLITICO DEI NEOCON

Nonostante il fatto che per mesi i MEDIA MAINSTREAM abbiano propagandato che le forze russe erano alla corda, stavano finendo loro missili, munizioni e carri armati, avevano perso il 30% del corpo d’invasione etc, Mosca ha conquistato Lischyansk e, con questa, Lugansk, prendendo così il controllo della regione.
Tutto falso, PROPAGANDA, come in Vietnam e Afghanistan, quando i bollettini di guerra riportavano ciò che dovevano e NON LA REALTÀ……

…….

…..Certo, il WASHINGTON POST, per non debordare troppo dalla linea imposta dalla PROPAGANDA, non può limitarsi a evidenziare questa criticità e deve per forza di cose anche riferire di possibilità più rosee per il futuro, prospettive che dovrebbero aprirsi con l’impiego dei nuovi armamenti Nato, ma le magnifiche sorti e progressive del futuro restano aleatorie, mentre il presente è dura realtà.

Lo dimostra anche la politica delle sanzioni, che avrebbero dovuto incenerire la Russia in pochi giorni e INVECE STANNO MORDENDO L’OCCIDENTE E IL MONDO più che Mosca.

Di interesse, sul punto, un articolo di JEFFREY D. SACHS, Direttore del CENTER FOR SUSTAINABLE DEVELOPMENT presso la Columbia University, dal titolo:
“L’UCRAINA È L’ULTIMO DISASTRO NEOCON“.

Questo l’incipit: “La guerra in Ucraina è il culmine di un progetto trentennale del movimento neoconservatore americano. L’amministrazione Biden è gremita degli stessi neocon che hanno sostenuto le guerre degli Stati Uniti in Serbia (1999), Afghanistan (2001), Iraq (2003), Siria (2011), Libia (2011) e che HANNO FATTO COSÌ TANTO PER PROVOCARE L’INVASIONE RUSSA DELL’UCRAINA.

Il track record dei neocon è una serie di DISASTRI ASSOLUTI, eppure Biden ha gremito la sua squadra di neocon. Di conseguenza, Biden sta guidando Ucraina, Stati Uniti e Unione Europea verso l’ennesima débâcle geopolitica”.

Questa la conclusione: “Il risultato più probabile dei combattimenti è che la Russia conquisterà una vasta parte dell’Ucraina, forse lasciando l’Ucraina senza sbocco sul mare o quasi. In Europa e negli Stati Uniti aumenterà la frustrazione a causa della sconfitta militare e per le conseguenze della STAGFLAZIONE causata dal conflitto e dalle sanzioni. GLI EFFETTI A CATENA POTREBBERO ESSERE DEVASTANTI”, anche perché potrebbe provocare un improvvido revanscismo a rischio escalation.

“Invece di rischiare questo disastro, la vera soluzione è porre fine alle fantasie neocon degli ultimi 30 anni e fare in modo che Ucraina e Russia tornino a sedersi al tavolo dei negoziati, con la NATO che si impegna a porre fine all’allargamento verso est, dall’Ucraina alla Georgia, in cambio di una pace che rispetti e protegga la sovranità e l’integrità territoriale ucraina”.

Purtroppo è improbabile che Mosca si ritiri dal Donbass dopo il sangue versato. Anche questo è un risultato delle follie neocon, che, impedendo in tutti i modi il negoziato prima di questi sviluppi sul campo di battaglia, hanno di fatto condannato l’Ucraina a perdere quella parte di territorio che essi stessi dichiaravano a gran voce di voler preservare…

È un po’ quel che è accaduto a Hong Kong, dove gli Stati Uniti hanno appoggiato apertamente la rivoluzione colorata che chiedeva l’indipendenza da Pechino, ottenendo il risultato opposto, cioè la fine della libertà relativa di cui godeva la città stato cinese.
Accade così quando si affronta la realtà attraverso il filtro dell’ideologia.

Ps. Non potendo semplicemente registrare il disastro, al solito, si rilancia perché la guerra prosegua. Esempio due titoli del NYT di oggi:

“LA RUSSIA AVANZA DIETRO UN BRUTALE SBARRAMENTO, MA LA SUA STRATEGIA CONTINUERÀ A FUNZIONARE?“;

“LA RUSSIA FESTEGGIA I SUCCESSI MENTRE L’UCRAINA SI PREPARA ALLA PROSSIMA OFFENSIVA“.

Funziona così, mai deflettere.

https://piccolenote.ilgiornale.it/56556/ucraina-lennesimo-disastro-geopolitico-dei-neocon?_gl=1*mf32ep*_ga*MTg5MDk2NzU2OC4xNjU3MTIxODM5*_ga_ENZ2GEXW4Y*MTY1NzEyMTgzOS4xLjAuMTY1NzEyMTgzOS4w

NICOLA_Z
NICOLA_Z
1 anno fa

DIMISSIONI BORIS JOHNSON, L’UCRAINA PERDE L’ALLEATO DI FERRO. E MOSCA ESULTA: «PAGLIACCIO». PESKOV: «NON CI PIACE»

di Andrea Nicastro

DAI PRIMI DI MARZO JOHNSON HA INVIATO ARMI E IMPOSTO LE SANZIONI ECONOMICHE PIÙ STRINGENTI. LA SUA INTELLIGENCE HA SVOLTO UN RUOLO IMPORTANTE NELLA GUERRA

DAL NOSTRO INVIATO – Se gli ucraini avessero potuto votare, Boris Johnson sarebbe ancora in carica. E con poteri assoluti. L’ex premier britannico è il politico più popolare in Ucraina dietro solo (forse) al video-presidente Zelensky. Almeno a parole, Boris ha superato ogni precedente storico nel sostegno a un Paese straniero. Se Kennedy si sentiva «un berlinese», lui salutava la gente per strada con «SLAVA UKRAINI», GLORIA ALL’UCRAINA.
A Kiev gli hanno “UCRAINIZZATO” anche il nome tanto lo sentivano dei loro: BORYS JOHNSONIUK.

Amore corrisposto e conquistato giorno per giorno. L’ex premier è stato uno dei primissimi leader a visitare Kiev a metà aprile e tra i più espliciti e risoluti sostenitori della resistenza ucraina . Dai primi di marzo ha inviato armi e imposto sanzioni economiche ancora più stringenti di quelle concordate dagli Usa per i suoi alleati. La sua intelligence ha svolto un ruolo importante nella guerra, organizzando e passando le informazioni raccolte da ogni fonte umana e tecnologica a disposizione.

IN CAMBIO DI TANTA DEDIZIONE, L’UCRAINA GLI HA OFFERTO SVARIATI TRIBUTI. C’è una via intitolata a «Borys» in quasi tutte le regioni libere: a Leopoli, a Dnipro, a Kryvyi Rih, a Kiev. Odessa e Kharkiv ci stanno pensando, mentre quella che rischia di cambiare già nome è via Boris Johnson a Pokrovsk Raion, in Donbass a rischio d’invasione. Roman Bonchuk, un artista pop, gli ha dedicato una mostra di ritratti al museo storico della capitale. Titolo: «La libertà dello spirito viene dal Creatore».

Svolgimento: Boris nei panni di Giovanna d’Arco, Boris come il Padre della Cappella Sistina e via immaginando.
Poco lontano dalla casa di Bulgakov, nel centro storico, il narcisismo e la gola del premier dimissionario continuano ad alimentarsi con il dolce che il Zavertailo Cafe ha inventato a sua immagine e somiglianza: un cupcake con in cima una meringa che richiama la celebre zazzera bionda. «Oggi ne abbiamo già vendute 12» dice orgogliosa la cameriera. E per Kiev il prezzo, 97 grivnia, quasi 3 euro, è da gran galà.

L’adorazione ucraina non è bastata a salvare il posto a Downing Street. Non che Boris non ci abbia consapevolmente provato. Tutto il contrario. Forte di quell’immagine da leader di guerra senza paura ha cercato di enfatizzare la sua proiezione internazionale per far dimenticare scandali e scandaletti della sua gestione interna. Ha funzionato in Ucraina, dove già è forte il culto di Winston Churchill, capace di tener testa a Stalin, ma non a Londra.

KIEV PIANGE L’USCITA DI SCENA DI UN ALLEATO DI FERRO, MOSCA FESTEGGIA. Sui social russi è un profluvio di insulti. «STUPIDO PAGLIACCIO» è uno dei più educati.

Asciutto il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov: «Lui non piace a noi e noi non piacciamo a lui».

Velenosa, con accenti epici, Maria Zakharova, portavoce del ministro degli Esteri.
«La morale della storia è: non cercare di distruggere la Russia. La Russia non può essere distrutta. Ti romperai i denti e poi morirai soffocato inghiottendoli».

https://www.corriere.it/esteri/22_luglio_07/dimissioni-boris-johnson-l-ucraina-perde-l-alleato-ferro-mosca-esulta-pagliaccio-peskov-non-ci-piace-9d61a96e-fdf2-11ec-b9ba-484fb7d14d4e.shtml

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