CONSIDERAZIONI SUL PAPA EMERITO E
SULLA SITUAZIONE DELLA CHIESA
La recentissima uscita
del libro intervista di Benedetto XVI ci permette di fare qualche valutazione
sul fondamentale tema delle dimissioni papali e dell’acceso dibattito che ne è
seguito.
Come tutti sanno è in
atto uno scontro piuttosto acceso fra chi si ostina a non voler accettare
l’atto delle dimissioni per quello che sono con chi invece vuole a tutti i
costi normalizzare una situazione che normale non è.
I punti fondamentali
sono due: Benedetto XVI è stato oggetto di ricatto? L’istituzione del papa
emerito è conforme alla tradizione e alla dottrina sul papato?
Ripercorriamo dunque i
tratti salienti di quanto avvenuto negli ultimi tre anni cominciando con la
dichiarazione di dimissioni del Concistoro dell’11 Febbraio 2016.
Fratres carissimi
Non solum propter tres
canonizationes ad hoc Consistorium vos convocavi, sed etiam ut vobis decisionem
magni momenti pro Ecclesiae vita communicem. Conscientia mea iterum atque
iterum coram Deo explorata ad cognitionem certam perveni vires meas
ingravescente aetate non iam aptas esse ad munus Petrinum aeque administrandum.
Bene conscius sum hoc
munus secundum suam essentiam spiritualem non solum agendo et loquendo exsequi
debere, sed non minus patiendo et orando. Attamen in mundo nostri temporis
rapidis mutationibus subiecto et quaestionibus magni ponderis pro vita fidei
perturbato ad navem Sancti Petri gubernandam et ad annuntiandum Evangelium
etiam vigor quidam corporis et animae necessarius est, qui ultimis mensibus in
me modo tali minuitur, ut incapacitatem meam ad ministerium mihi commissum bene
administrandum agnoscere debeam. Quapropter bene conscius ponderis huius actus
plena libertate declaro me ministerio Episcopi Romae, Successoris Sancti Petri,
mihi per manus Cardinalium die 19 aprilis MMV commisso renuntiare ita ut a die
28 februarii MMXIII, hora 20, sedes Romae, sedes Sancti Petri vacet et Conclave
ad eligendum novum Summum Pontificem ab his quibus competit convocandum esse.
Fratres carissimi, ex
toto corde gratias ago vobis pro omni amore et labore, quo mecum pondus
ministerii mei portastis et veniam peto pro omnibus defectibus meis. Nunc autem
Sanctam Dei Ecclesiam curae Summi eius Pastoris, Domini nostri Iesu Christi
confidimus sanctamque eius Matrem Mariam imploramus, ut patribus Cardinalibus
in eligendo novo Summo Pontifice materna sua bonitate assistat. Quod ad me
attinet etiam in futuro vita orationi dedicata Sanctae Ecclesiae Dei toto ex
corde servire velim.
Ex Aedibus Vaticanis,
die 10 mensis februarii MMXIII
BENEDICTUS PP. XVI
La traduzione è la
seguente:
Carissimi Fratelli,
vi ho convocati a questo Concistoro non solo per le tre
canonizzazioni, ma anche per comunicarvi una decisione di grande importanza per
la vita della Chiesa. Dopo aver ripetutamente esaminato la mia coscienza
davanti a Dio, sono pervenuto alla certezza che le mie forze, per l’età
avanzata, non sono più adatte per esercitare in modo adeguato il ministero
petrino. Sono ben consapevole che questo ministero, per la sua essenza
spirituale, deve essere compiuto non solo con le opere e con le parole, ma non
meno soffrendo e pregando. Tuttavia, nel mondo di oggi, soggetto a rapidi
mutamenti e agitato da questioni di grande rilevanza per la vita della fede,
per governare la barca di san Pietro e annunciare il Vangelo, è necessario
anche il vigore sia del corpo, sia dell’animo, vigore che, negli ultimi mesi,
in me è diminuito in modo tale da dover riconoscere la mia incapacità di amministrare
bene il ministero a me affidato. Per questo, ben consapevole della gravità di
questo atto, con piena libertà, dichiaro di rinunciare al ministero di Vescovo
di Roma, Successore di San Pietro, a me affidato per mano dei Cardinali il 19
aprile 2005, in modo che, dal 28 febbraio 2013, alle ore 20,00, la sede di
Roma, la sede di San Pietro, sarà vacante e dovrà essere convocato, da coloro a
cui compete, il Conclave per l’elezione del nuovo Sommo Pontefice.
Carissimi Fratelli, vi ringrazio di vero cuore per tutto
l’amore e il lavoro con cui avete portato con me il peso del mio ministero, e
chiedo perdono per tutti i miei difetti. Ora, affidiamo la Santa Chiesa alla
cura del suo Sommo Pastore, Nostro Signore Gesù Cristo, e imploriamo la sua
santa Madre Maria, affinché assista con la sua bontà materna i Padri Cardinali
nell’eleggere il nuovo Sommo Pontefice. Per quanto mi riguarda, anche in
futuro, vorrò servire di tutto cuore, con una vita dedicata alla preghiera, la
Santa Chiesa di Dio.
Dal Vaticano, 10 febbraio 2013
BENEDICTUS PP XVI
Come si può vedere
Benedetto XVI usa la formula prescritta affinchè le dimissioni siano valide e
cioè che la decisione deve essere presa “con piena libertà”, in modo volontario
e senza costrizioni. Dichiara vacante la sede di Pietro e chiede la
convocazione di un Conclave per l’elezione del successore.
In merito a questa
dichiarazione cominciarono le prime polemiche in quanto vennero rilevati alcuni errori nel latino. Secondo alcuni tali errori potevano essere voluti onde far
passare il messaggio che il papa non voleva dimettersi e che c’era dunque un complotto
in atto. Ovviamente tale tesi ha trovato fertile terreno fra tutti coloro che
non hanno mai voluto accettare il gesto di Ratzinger. Gli errori non
coinvolgono tuttavia la frase centrale della “declaratio” dove Benedetto XVI
afferma la volontà di lasciare il soglio di S.Pietro in piena libertà.
D’altronde affinchè le dimissioni siano valide non è necessario che la
grammatica di una dichiarazione sia perfetta. Non è questo formalismo a rendere
valido o meno un simile gesto, quanto la reale assenza di costrizioni e la
piena e libera volontà del Sommo Pontefice. Cosa che più volte è stata ribadita
dal diretto interessato.
Nel libro intervista
con Peter Seewald, giornalista che Benedetto XVI considera amico e confidente,
il papa dice di aver scritto lui questa dichiarazione e di averlo fatto in
latino proprio per la migliore conoscenza di questa lingua rispetto ad esempio
all’italiano. Questo particolare ovviamente rinfocola le polemiche alla luce
dei due errori grammaticali presenti nel testo. Eppure nello stesso
libro-intervista il papa emerito insiste sulla assoluta validità delle sue
dimissioni. Un fatto questo che non può essere contestato.
Nei giorni seguenti
alla “declaratio” Benedetto XVI tornò ovviamente a spiegare il suo gesto, ad
esempio nell’ultimo Angelus:
“Il Signore – ha proseguito il Papa, interrotto più volte
dagli applausi – mi chiama a ‘salire sul
monte’, a dedicarmi ancora di più alla preghiera e alla meditazione. Ma questo
non significa abbandonare la Chiesa, anzi, se Dio mi chiede questo è proprio
perché io possa continuare a servirla con la stessa dedizione e lo stesso amore
con cui l`ho fatto fino ad ora, ma in un modo più adatto alla mia età e alle
mie forze. Invochiamo l`intercessione della vergine Maria: lei – ha detto
il Papa – ci aiuti tutti a seguire sempre il signore Gesù, nella preghiera e
nella carità operosa”.
La chiamata a salire
sul Monte è un’immagine evocativa di cui ho parlato all’inizio del blog e che
richiama la stessa visione di Fatima dove la Chiesa ed il papa vanno incontro
alla passione e morte nella salita del Calvario. Ma nello stesso Angelus
Benedetto XVI anticipa un tema che creerà un vespaio di polemiche. Egli infatti
afferma che: questo non significa abbandonare la Chiesa, anzi, se Dio mi chiede
questo è proprio perché io possa continuare a servirla con la stessa dedizione
e lo stesso amore con cui l`ho fatto fino ad ora, ma in un modo più adatto alla
mia età e alle mie forze.
Cosa intende dire?
Nell’ultima udienza,
in merito alla sua decisione, il papa disse:
“Il “sempre” è anche un
“per sempre” – non c’è più un ritornare nel privato. La mia decisione di
rinunciare all’esercizio attivo del ministero, non revoca questo. Non ritorno alla vita privata, a una vita di viaggi, incontri,
ricevimenti, conferenze eccetera. Non
abbandono la croce, ma resto in modo nuovo presso il Signore Crocifisso. Non
porto più la potestà dell’officio per il governo della Chiesa, ma nel servizio
della preghiera resto, per così dire, nel recinto di san Pietro. San Benedetto,
il cui nome porto da Papa, mi sarà di grande esempio in questo. Egli ci ha
mostrato la via per una vita, che, attiva o passiva, appartiene totalmente
all’opera di Dio..”
Benedetto XVI decise
da solo che si sarebbe chiamato “papa emerito”, avrebbe portato la talare bianca e che il modo giusto
di rivolgersi a lui continuava ad essere “Sua Santità”. In sostanza “rimanendo
nel recinto di San Pietro” il papa faceva capire che intendeva mantenere, anche
se in modo diverso, alcune prerogative della figura del papa.
Alcuni canonisti
conclusero allora che Benedetto XVI aveva rinunciato al “ministerium” ovvero
all’esercizio attivo della conduzione pratica della Chiesa, ma non al “munus”
che di fatto ne determina la potestà. Una tesi dirompente nelle sue conseguenze
perché di fatto creerebbe a tutti gli effetti una sovrapposizione con il ruolo
del successore con il rischio di relegare Francesco a un semplice compito di
“amministratore delegato”, cosa che ovviamente non può essere. Una simile tesi
cozza inoltre con il fatto che il papato non è un sacramento e dunque la
rinuncia ad essere papa, secondo la tradizione, è una rinuncia totale al ruolo.
Un riferimento
interessante che papa Ratzinger fa nella sua ultima udienza è quello a S.
Benedetto. Probabilmente richiama la regola dell’ordine “ora et labora”. Il
papa emerito decide di dedicare il resto della sua vita alla preghiera in
sostegno alla Chiesa e al successore, rinunciando al “labora”, ovvero alla
conduzione della Chiesa in favore del nuovo papa.
Se difficilmente la tesi
della suddivisione fra “munus” e “ministerium” può essere accettata bisogna
dire che è lo stesso Ratzinger con le sue decisioni ad andare in quella
direzione: come può esserci un papa emerito se il papato non è un sacramento
come quello episcopale? E’ evidente che siamo di fronte ad un paradosso che fa
muovere la Chiesa verso terre inesplorate.
Nei mesi successivi
alle dimissioni sono poi venute una serie di dichiarazioni del papa emerito
piuttosto pittoresche ed ironiche che non hanno contribuito a calmare la
situazione. Ad esempio quando disse al Vaticanista Tornielli che l’abito bianco
era dovuto al fatto che al momento delle dimissioni “non erano disponibili altri vestititi”. Un modo come un altro per
evadere la domanda (stupisce semmai che il vaticanista lo spacciò come una
specie di scoop).
Nella diatriba sul
papa emerito anche papa Francesco ebbe modo di intervenire. Nel viaggio di
ritorno dalla Corea, nella conferenza stampa in aereo, il papa disse:
“Penso che il papa emerito non sia
un’eccezione, ma dopo tanti secoli, questo è il primo emerito… Io penso che
“papa emerito” sia già un’istituzione… E io credo che papa Benedetto XVI
abbia fatto questo gesto che di fatto istituisce i papi emeriti. Ripeto: forse
qualche teologo mi dirà che questo non è giusto, ma io la penso così. I secoli
diranno se è così o no, vedremo… [Papa Benedetto XVI] ha aperto una porta che
è istituzionale, non eccezionale.”
Francesco sembra
quindi in accordo col predecessore sul fatto che il mutamento introdotto possa
continuare “nei secoli” modificando di fatto la concezione bimillenaria del
papato. Una tesi rivoluzionaria.
Il vero punto di
svolta è venuto invece con le parole esplosive di Mons. Ganswein, segretario
personale di entrambi i papi, durante la presentazione del libro “Oltre la
crisi della Chiesa. Il pontificato di Benedetto XVI (Lindau 2016, pp. 512) di
Roberto Regoli.
In quell’incredibile
discorso il prelato disse quanto segue (riporto degli stralci):
“Come ai tempi di
Pietro, anche oggi la Chiesa una, santa, cattolica e apostolica continua ad
avere un unico Papa legittimo. E tuttavia, da tre
anni a questa parte, viviamo con due
successori di Pietro viventi tra noi – che non sono in rapporto concorrenziale
fra loro, e tuttavia entrambi con una presenza straordinaria!
Ma è già il momento per fare un bilancio del pontificato di
Benedetto XVI? In generale, nella storia della Chiesa, solo ex post i papi
possono essere giudicati e inquadrati correttamente.
E a riprova di questo, Regoli stesso menziona il caso di Gregorio VII, il grande papa
riformatore del Medioevo, che alla fine della sua vita morì in esilio a Salerno
– da fallito, a giudizio di tanti suoi contemporanei. E tuttavia, proprio
Gregorio VII fu colui che, in mezzo alle controversie del suo tempo, plasmò in
modo decisivo il volto della Chiesa per le generazioni che seguirono.
Ero presente quando egli, invece, decise di non rinunciare al
nome che aveva scelto, come invece aveva fatto papa Celestino V quando il 13
dicembre 1294, a pochi mesi dall’inizio del suo ministero, era ridiventato
Pietro da Morrone.
Perciò, dall’undici
febbraio 2013 il ministero papale non è più quello di prima. È e rimane il
fondamento della Chiesa cattolica; e tuttavia è un fondamento che Benedetto XVI
ha profondamente e durevolmente trasformato nel suo pontificato d’eccezione
(Ausnahmepontifikat)[…]
Era la mattina di quello stesso giorno in cui, di sera, un
fulmine chilometrico con un’incredibile fragore colpì la punta della cupola di
San Pietro posta sopra la tomba del Principe degli apostoli.
Di rado il cosmo ha
accompagnato in modo più drammatico una svolta storica.
[…] è bene che io dica una buona volta con tutta chiarezza
che Benedetto alla fine non si è dimesso a causa del povero e mal guidato
aiutante di camera, oppure a causa delle “ghiottonerie” provenienti
dal suo appartamento che nel così detto “affare Vatileaks” circolarono a Roma come moneta falsa ma
furono commerciate nel resto del mondo come autentici lingotti d’oro.
Nessun traditore o “corvo” o qualsivoglia
giornalista avrebbe potuto spingerlo a quella decisione. Quello scandalo era
troppo piccolo per una cosa del genere e tanto più grande il ben ponderato
passo di millenaria portata storica che Benedetto XVI ha compiuto.
(…) già da tempo
(Benedetto) aveva riflettuto a fondo, dal punto di vista teologico, sulla
possibilità di papi emeriti per il futuro. Così lo fece.
Le dimissioni epocali del Papa teologo hanno rappresentato un
passo in avanti essenzialmente per il fatto che l’undici febbraio 2013,
parlando in latino di fronte ai cardinali sorpresi, egli introdusse nella Chiesa cattolica la nuova istituzione del
“Papa emerito”, dichiarando che le sue forze non erano più
sufficienti “per esercitare in modo adeguato il ministero petrino”.
La parola chiave di quella Dichiarazione è munus petrinum,
tradotto – come accade il più delle volte – con “ministero petrino”.
E tuttavia, munus, in latino, ha una molteplicità di significati: può voler
dire servizio, compito, guida o dono, persino prodigio.
Prima e dopo le sue
dimissioni Benedetto ha inteso e intende il suo compito come partecipazione a
un tale “ministero petrino”. Egli ha lasciato il Soglio pontificio e
tuttavia, con il passo dell’11 febbraio 2013, non ha affatto abbandonato questo
ministero.
Egli ha invece
integrato l’ufficio personale con una dimensione collegiale e sinodale, quasi
un ministero in comune, come se con questo volesse ribadire
ancora una volta l’invito contenuto in quel motto che l’allora Joseph Ratzinger
si diede quale arcivescovo di Monaco e Frisinga e che poi ha naturalmente
mantenuto quale vescovo di Roma: “cooperatores veritatis”, che
significa appunto “cooperatori della verità”.
Infatti non è un singolare, ma un plurale, tratto dalla Terza
Lettera di Giovanni, nella quale al versetto 8 è scritto: “Noi dobbiamo
accogliere queste persone per diventare cooperatori della verità”.
Dall’elezione del suo
successore Francesco il 13 marzo 2013 non vi sono dunque due papi, ma de facto
un ministero allargato – con un membro attivo e un membro contemplativo. Per
questo Benedetto XVI non ha rinunciato né al suo nome, né alla talare bianca.
Per questo l’appellativo corretto con il quale rivolgerglisi ancora oggi è
“Santità”; e per questo, inoltre, egli non si è ritirato in un monastero
isolato, ma all’interno del Vaticano – come se avesse fatto solo un passo di
lato per fare spazio al suo successore e a una nuova tappa nella storia del
papato che egli, con quel passo, ha arricchito con la “centrale”
della sua preghiera e della sua compassione posta nei Giardini vaticani.
(…) Con un atto di
straordinaria audacia egli ha invece rinnovato quest’ufficio (anche contro
l’opinione di consiglieri ben intenzionati e senza dubbio competenti) e con un
ultimo sforzo lo ha potenziato (come spero). Questo certo lo potrà dimostrare unicamente la storia.
Ma nella storia della
Chiesa resterà che nell’anno 2013 il celebre Teologo sul Soglio di Pietro è
diventato il primo “Papa emeritus” della storia.
Da allora il suo ruolo – mi permetto ripeterlo ancora una
volta – è del tutto diverso da quello, ad esempio, del santo papa Celestino V,
che dopo le sue dimissioni nel 1294 avrebbe voluto ritornare eremita, divenendo
invece prigioniero del suo successore Bonifacio VIII (al quale oggi dobbiamo
nella Chiesa l’istituzione degli anni giubilari). Un passo come quello compiuto
da Benedetto XVI fino ad oggi non c’era appunto mai stato.
(…) Non ai papi ma a
Cristo, al Signore stesso e a nessun altro appartiene la navicella di Pietro
frustata dalle onde del mare in tempesta, quando sempre di nuovo temiamo che il
Signore dorma e che non gli importi delle nostre necessità, mentre gli basta
una sola parola per far cessare ogni tempesta; quando invece a farci cadere di
continuo nel panico, più che le alte onde e l’ululato del vento, sono la nostra
incredulità, la nostra poca fede e la nostra impazienza.”
Sono parole che vanno
lette e rilette con calma, più volte, poiché dense di significato. E’
indubitabile che Gaenswein abbia riportato il pensiero di Benedetto XVI, un
pensiero definito appunto rivoluzionario. Si ribadisce il fatto che un gesto di
tale portata è frutto della riflessione personale di Ratzinger, che non è
dipeso da scandali, che l’innovazione del papa emerito (e tutto ciò che ne
consegue) è una scelta anch’essa personale nonostante la contrarietà di alcuni
collaboratori. Che l’intenzione di Ratzinger è stata quella di rinnovare
l’ufficio petrino trasformandolo in qualcosa che non è mai stato prima e che
teologicamente non è mai stato contemplato. Il suo gesto non è equiparabile a
quello di Celestino V, mentre il giudizio del suo pontificato può in certo
senso somigliare a quanto accaduto con Gregorio VII, il papa riformatore del
Medioevo, considerato ai suoi tempi come “un fallito” (nell’intervista a Seewald
Benedetto XVI dirà di non considerarsi un fallito).
Una scelta
rivoluzionaria accompagnata da un’immagine cosmica impressionante, il fulmine
sulla cupola di S. Pietro.
Gaenswein ribadisce
che Francesco è assolutamente il papa legittimo, senza alcuna concorrenza, ma
che l’ufficio petrino (rinnovato e potenziato) ha assunto una dimensione
collegiale con un papa orante ed uno che governa (Ora et Labora). Mai prima vi
è stato un papa emerito e mai prima qualcuno ha osato così tanto.
Sembra di rileggere i
versi nostradamici della 358 e 853 (notare la corrispondenza numerica delle
quartine) dove si dice “che non si saprà cosa sarà divenuto”
e “in
gerarchia non ve ne fu mai uno uguale”!
Parole così dirompenti
hanno ovviamente causato delle reazioni. Fra i ratzingeriani è partita la
caccia al “non detto” nel tentativo di smascherare il complotto ordito ai danni
di Ratzinger per favorire l’elezione di Bergoglio, visto ovviamente come parte
del complotto stesso. Nella migliore delle ipotesi come un papa illegittimo.
Stupisce la capacità di queste persone di storpiare il senso delle parole di
Gaenswein non cogliendone la vera portata poiché offuscati dall’ideologia
antibergogliana ed interessati solamente a dimostrare le proprie teorie.
Da parte dei
bergogliani è scattata invece la consueta “normalizzazione” nel tentativo di
sterilizzare la portata di queste dichiarazioni che, come abbiamo visto, sono
in linea sia con quanto detto da Benedetto XVI che da Francesco. Vi è un solo
papa, Francesco, e nessun ministero allargato o collegiale. Paradossale che
entrambe le fazioni si trovino d’accordo su questo punto, la non possibilità di
un simile papato, sebbene per dimostrare tesi completamente opposte.
L’illegittimità di Francesco da parte dei primi, l’esclusiva legittimità di
Francesco (ai danni dell’esistenza del papa emerito) da parte dei secondi.
Ci troviamo
nell’assurdo che colui che doveva essere il campione dei tradizionalisti si è
invece rivelato un “rivoluzionario” oltre ogni immaginazione mentre coloro che
vogliono rivoluzionare la Chiesa in senso protestante si stanno attaccando alla
tradizione per difendere il papa.
Una simile confusione
può nascere solo dall’ideologia di entrambe le fazioni che hanno perso di vista
la missione della Chiesa.
Queste fazioni
descritte da Gaenswein come “il “Partito del sale della terra”
(“Salt of Earth Party”) costituito intorno ai cardinali López
Trujíllo, Ruini, Herranz, Rouco Varela o Medina e il cosiddetto “Gruppo di
San Gallo” intorno ai cardinali Danneels, Martini, Silvestrini e
Murphy-O’Connor; gruppo che, di recente, lo stesso cardinal Danneels di
Bruxelles in modo divertito ha definito come “una specie di mafia-club“.
Se qualcuno voleva o
auspicava un passo indietro di Ratzinger (possibilità che lo stesso Ratzinger
teorizzava come possibile per un papa già ai tempi della grave malattia di
Giovanni Paolo II) certo non immaginava una simile decisione che avrebbe
rivoluzionato l’ufficio petrino. Men che meno desiderava un simile risultato
chi non voleva nemmeno sentir parlare dell’ipotesi di dimissioni.
La corretta
interpretazione di quanto detto dal monsignore tedesco è quella letterale.
Benedetto XVI ha voluto riformare in prima persona, con un atto di piena
potestà petrina, l’ufficio papale introducendo la figura del papa emerito,
sempre papa nell’essenza, ma orante e non laborante, che si affianca a colui
che invece governa. Ma colui che governa, essendo legittimo papa, è egli stesso
completo nel suo “munus” e dunque sia orante che laborante. Per questo
Gaenswein dice che l’ufficio è stato potenziato, poiché il legittimo pontefice
è aiutato nella preghiera dall’emerito e, nel bisogno, consigliato (come di
fatto avviene).
In un recente articolo
Maurizio Blondet si chiede se gli elogi di Ratzinger a Bergoglio contenuti nel
libro di Seewald siano una “costrizione” soprattutto in riferimento alla
“ventata di novità per la Chiesa e ai nuovi cammini che si aprono”. Ma basta
vedere cosa dice Ratzinger in riferimento alla sua esperienza al Vaticano II
per capire che l’emerito in nessun modo può essere circoscritto con l’epiteto
di tradizionalista. Egli infatti afferma che:
“Eravamo progressisti.
Volevamo rinnovare la teologia e con essa la Chiesa, rendendola più viva.
Eravamo fortunati perché vivevamo in un’epoca in cui, sulla spinta del
movimento giovanile e di quello liturgico, si aprivano nuovi orizzonti, nuove
vie. Volevamo che la Chiesa progredisse ed eravamo convinti che in questo modo
sarebbe ringiovanita. Tutti noi nutrivamo un certo disprezzo – allora era una
moda – per il XIX secolo, cioè per il nuovo gotico e tutte quelle immagini e
statue di santi un po’ kitsch; per la devozione e l’eccessivo sentimentalismo
un po’ ristretti e anch’essi un po’ kitsch. Volevamo superarli entrando in una
nuova fase della devozione, e il rinnovamento partì proprio dalla liturgia,
recuperandone la sobrietà e la grandezza originarie”.
Come sappiamo
successivamente ebbe modo di correggere alcune sue posizioni introducendo il
concetto di “ermeneutica della continuità” per la giusta interpretazione dei
documenti del Concilio Vaticano II.
In riferimento al
successore le parole di Benedetto XVI appaiono subito rispecchiare il suo reale
pensiero:
“Significa che la Chiesa è in movimento, è dinamica, aperta,
con davanti a sé prospettive di nuovi sviluppi. Che non è congelata in schemi:
accade sempre qualcosa di sorprendente, che
possiede una dinamica intrinseca capace di rinnovarla costantemente. Ciò
che è bello e incoraggiante è che proprio nella nostra epoca accadono cose che
nessuno si aspettava e mostrano che la Chiesa è viva e trabocca di nuove
possibilità”.
A quella dinamica
intrinseca non è estranea ovviamente la decisione storica delle sue dimissioni
e la sua, a questo punto manifesta, intenzione di voler rinnovare il papato.
Fanno dunque sorridere
i tentativi di coloro che si affannano a ricercare i “non detti” con
l’obiettivo di attaccare il successore opponendo fra loro i due papi. Si
rischia di ritrovarsi con un Ratzinger più “spinto” di Bergoglio. Allo stesso
tempo sono da respingere le azioni di coloro che vorrebbero relegare l’emerito
in un sarcofago egizio, cancellandone la memoria, con l’obiettivo di promuovere
un’agenda Bergoglio. Si rischia di constatare che l’agenda del papa e
dell’emerito siano coincidenti.
Qual è questa agenda
se non quella più volte rappresentata dall’immagine di una Chiesa in uscita per
la quale Francesco ha più volte detto “preferisco
una Chiesa incidentata, ma in movimento piuttosto che una Chiesa apparentemente
sicura, ma chiusa in se stessa”? Non ricalca le parole di Ratzinger quando
dice “significa che la Chiesa è in movimento, è dinamica, aperta, con davanti
a sé prospettive di nuovi sviluppi. Che non è congelata in schemi: accade
sempre qualcosa di sorprendente, che possiede una dinamica intrinseca capace di
rinnovarla costantemente. Ciò che
è bello e incoraggiante è che proprio nella nostra epoca accadono cose che
nessuno si aspettava e mostrano che la Chiesa è viva e trabocca di nuove
possibilità”? O quando afferma “eravamo
fortunati perché vivevamo in un’epoca in cui, sulla spinta del movimento
giovanile e di quello liturgico, si aprivano nuovi orizzonti, nuove vie”?
Ovviamente tutto
dipende di quali vie parliamo. Fino a questo momento papa Francesco è attaccato
più sulla “lettera” che sui fatti, più sulle supposte intenzioni che sulle
azioni concrete. Il suo stile colloquiale di certo causa a volte imbarazzo,
poiché senza filtri, al contrario di quanto accadeva con i predecessori.
Vediamo però che quando questi filtri vengono annullati, come ad esempio nel
caso di Benedetto XVI, anche con lui si creano situazioni paradossali e a volte
imbarazzanti la cui portata va ben oltre alcune estemporanee dichiarazioni di
Bergoglio.
L’azione pastorale di
Francesco non si basa tanto su ciò che è stato, ma su ciò che è e soprattutto
su ciò che può essere. Questo vale ad esempio per l’ecumenismo. Tuttavia è
ormai evidente come egli sia vittima sia dei riformatori, che lo vorrebbero
usare come un ariete per demolire la dottrina della Chiesa, sia dei
conservatori che lo attaccano in modo farisaico mettendone in risalto errori e
debolezze.
Un tipico caso è
quello delle dichiarazioni sul proselitismo, quando lo ha definito “una
sciocchezza”. Apriti cielo, come se avesse detto chissà cosa. Non importa che,
anche se in modo meno colloquiale, la stessa cosa sia stata detta da Benedetto
XVI e dal predecessore; per il solo fatto che l’abbia detta Bergoglio è indice
di eresia. Dimostrando di non comprendere cosa sia realmente
l’evangelizzazione.
E’ lo stesso Francesco
a farlo capire. Pochi giorni fa ha fatto un esempio su cosa voglia dire
evangelizzare:
“Francesco ha dunque rammentato che durante il pranzo con i
giovani alla Giornata mondiale della Gioventù di Cracovia, un ragazzo gli ha
chiesto cosa dovesse dire a un suo caro amico ateo: «È una bella domanda! Tutti
noi conosciamo gente allontanata dalla Chiesa: cosa dobbiamo dire loro? E io ho
risposto: “Senti, l’ultima cosa che devi fare è dire qualcosa! incomincia a
fare e lui vedrà cosa tu fai e ti domanderà; e quando lui ti domanderà, tu dì”.
Mi ha ricordato un
passo dell’”Evangelo come mi è stato rivelato” di Maria Valtorta, dove Gesù fa
un esempio simile quando deve spiegare agli apostoli come annunciare il
Vangelo, più che a parole, con la testimonianza di vita.
Vediamo dunque che
l’attuale periodo di confusione nasce si da un gesto rivoluzionario di un papa
considerato tradizionalista, ma trova fertile terreno nell’infedeltà dei
“sudditi del Re” come rivelato dalla Madonna di Anguera.
Bisogna infine sempre
ricordare che quando soffiano i venti di tempesta soffia anche la brezza di
Dio. Come ha detto Mons. Gaenswein “non ai papi ma a Cristo, al Signore stesso e
a nessun altro appartiene la navicella di Pietro frustata dalle onde del mare
in tempesta, quando sempre di nuovo temiamo che il Signore dorma e che non gli
importi delle nostre necessità, mentre gli basta una sola parola per far
cessare ogni tempesta; quando invece a
farci cadere di continuo nel panico, più che le alte onde e l’ululato del
vento, sono la nostra incredulità, la nostra poca fede e la nostra impazienza”.
Il Papa è colui che viene riconosciuto tale nel Conclave ed è quello che il popolo riconosce come tale. Tutta la gente comune riconosce Bergoglio come Papa, per cui egli è il Papa. Tutto il resto è politica. (con la "p" piccola)
NoName.
La domanda è: L'ultimo conclave si è svolto correttamente?
Però papa Francesco nel viaggio di ritorno dall'Armenia ha affermato che il papa è uno solo smentendo così le tesi di mons Ganswein
Non è una risposta a Gaenswein ma a chi ha usato le sue parole per delegittimare il ruolo di Francesco.
Quello che il papa pensa sull'emerito l'ho riportato nel post.
http://offskies.blogspot.it/2016/09/insieme-chi.html
d'accordo col Papa, prima fai poi parli (di quello che hai fatto ch'e' l'unico che conosci).
Remox cosa ne pensi di questo?
http://www.marcovuyet.com/ALARMA%20KAROL%20WOJTYLA2.htm
http://www.marcovuyet.com/ALARMA%20KAROL%20WOJTYLA1.htm
Come mai vengono utilizzati tutti quei simboli dal Papa e dalla Chiesa?
Se la Madonna di Anguera parla di confusione penso che ci siamo in pieno…
"dott g.i., remox, leggendo questo articolo di socci si giunge a questa conclusione, papa benedetto xvi si è dimesso dall'esercizio attivo del papato ma non al munus secondo il dettato del canone 332, quindi anche se lui lo ha fatto volontariamente e accetta le elezioni di papa francesco, si deduce che non puo esserci un suo successore come papa, perché non si è dimesso dal munus, come nei casi del passato di antipapi ritornati vescovi, di conseguenza papa francesco è semplicemente il vescovo vestito di bianco." (Mario Mancusi)
http://www.antoniosocci.com/benedetto-xvi-ultimo-papa-puo-risponde-quello-non-vi-detto-sul-libro-ratzinger/#more-4721
Ti ha risposto Remox, anticipandomi.
Voglio solo aggiungere che, in ogni caso, la situazione è molto ingarbugliata e non è facile dare una risposta sicura, quando anche gli esperti in diritto canonico danno risposte contrastanti.
Parlammo di questo argomento qui:
http://ducadeitempi.blogspot.it/2016/07/sangue-dallas.html
a proposito di Garabandal e la profezia sui tre papi.
Mostrai che, secondo alcuni interpreti, l'inizio della fine dei tempi è da intendersi non con le dimissioni di Benedetto XVI, come si è sempre inteso, ma con la sua morte fisica (e fosti tu Mario a porre la domanda).
Con Paolo VI, Giovanni Paolo I, Giovanni Paolo II, il problema non si è posto perché la vita del loro pontificato ha coinciso sempre con la morte. Con Benedetto XVI, c'è stata una SCISSIONE (almeno apparente e problematica): la vita del pontificato non coincide con la morte.
Ci troviamo di fronte ad un pontificato assolutamente anomalo: una novità senza precedenti nella storia della Chiesa, con molte incognite ancora insolute e con seri rischi ancora in atto.
Rimando a quel commento.
Parlai di due tesi che si contendono il campo.
1)
Alcuni giorni dopo l'annuncio delle dimissioni da parte di Benedetto XVI, Manuel Jesus Arroba, professore di diritto canonico alla Pontificia Università Lateranense, affermò che «giuridicamente di papa ce n'è soltanto uno; un "papa emerito" non può esistere», se le parole hanno un senso.
Agli inizi di marzo 2013, il gesuita Gianfranco Ghirlanda, ex rettore della Pontificia Università Gregoriana e docente di diritto canonico nella stessa università, in un lungo articolo apparso nelle pagine de La Civiltà Cattolica, espresse gli stessi contenuti, arrivando alla conclusione che «colui che cessa dal ministero pontificio non a causa di morte, pur evidentemente rimanendo vescovo, non è più papa, in quanto perde tutta la potestà primaziale, perché essa non gli era venuta dalla consacrazione episcopale, ma direttamente da Cristo tramite l'accettazione della legittima elezione». Questa è la prima tesi.
2)
Di parere opposto Stefano Violi, professore di diritto canonico nella Facoltà teologica dell'Emilia-Romagna e nella Facoltà di Teologia di Lugano, secondo il quale con la rinuncia, Benedetto XVI ha dichiarato non già di rinunciare al munus petrinus ("incarico petrino"), ma solo al suo esercizio: «Con atto libero Benedetto XVI ha esercitato la pienezza del potere privandosi di tutte le potestà inerenti il suo ufficio, per il bene della Chiesa, senza però abbandonare il servizio alla Chiesa; questo continua mediante l'esercizio della dimensione più eminentemente spirituale inerente al munus affidatogli, al quale non ha inteso rinunciare». Benedetto XVI cioè avrebbe rinunciato all'esercizio diretto e attivo del "ministero petrino", ma non al "ministero petrino" in sé, che è irrevocabile: questo spiegherebbe il perché della scelta del titolo di "papa emerito".
Per maggiori chiarimenti leggere qui l'intervento del prof. Roberto de Mattei:
http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/1350868
(continua…)
"Però Benedetto XVI, nella pienezza dei suoi poteri, decise proprio di restare papa e rinunciare al solo esercizio attivo del ministero. Se quella sua decisione è inammissibile e nulla, significa che è nulla anche la sua rinuncia?" (Antonio Socci)
Chi lo ha detto che la decisione di Benedetto XVI "è inammissibile e nulla"?
È una tesi, la tesi di Violi.
Che sia una tesi, lo dice lo stesso Socci, con la formulazione dubitativa delle sue conclusioni ("…significa che è nulla anche la sua rinuncia?", c'è un punto interogativo).
Il Codice di diritto canonico contempla la rinuncia all'ufficio (= munus) di romano pontefice:
« Canone 332 – §2. Nel caso che il Romano Pontefice rinunci al suo UFFICIO [= munus], si richiede per la validità che la rinuncia sia fatta liberamente e che venga debitamente manifestata, non si richiede invece che qualcuno la accetti. »
http://www.vatican.va/archive/cod-iuris-canonici/ita/documents/cic_libroII_331-335_it.html
Dunque, il Codice di Diritto Canonico prevede soltanto la rinunzia al "munus" o "ufficio" (non la rinunzia al ministerium).
Se fossero vere le conclusioni del canonista Stefano Violi che interpreta le intenzioni di Benedetto XVI:
"…(Benedetto XVI) dichiara di rinunciare al ministerium. Non al Papato, secondo il dettato della norma di Bonifacio VIII; non al munus secondo il dettato del can. 332 § 2, ma al ministerium, o, come specificherà nella sua ultima udienza, all' 'esercizio attivo del ministero'."
significherebbe che Benedetto XVI era talmente ignorante in diritto canonico, da non sapere che stava per compiere un atto non previsto e non rientrante in nessun canone. E ciò varrebbe per tutti i suoi consiglieri e collaboratori che non lo avrebbero dissuaso dal fare un atto inammissibile (rinuncia al ministerium), essendo contemplata ed ammissibile soltanto la rinuncia al munus ex can. 332. La prassi si sarebbe poi imposta con i fatti e questa sarebbe la situazione in cui ci troveremmo tuttora.
Sembra una tesi un po' assurda.
(continua…)
Oppure, dobbiamo ammettere una terza tesi, quella espressa da Remox in questo post, e che trova il suo nocciolo in questo punto:
"Benedetto XVI ha voluto RIFORMARE in prima persona, con un atto di piena potestà petrina, l’ufficio papale introducendo la figura del papa emerito, sempre papa nell’essenza, ma orante e non laborante, che si affianca a colui che invece governa. Ma colui che governa, essendo legittimo papa, è egli stesso COMPLETO nel suo “munus” e dunque sia orante che laborante. Per questo Gaenswein dice che l’ufficio è stato potenziato, poiché il legittimo pontefice è aiutato nella preghiera dall’emerito e, nel bisogno, consigliato (come di fatto avviene)."
L'unico problema di questa interpretazione (se è giusta, perché sempre di interpretazione si tratta), è che il Papa Benedetto XVI abbia innovato e riformato l'UFFICIO papale attraverso la PRASSI e non passando per la riforma del Codice di Diritto Canonico.
Questo fatto ha creato l'anomalia e ha fatto sorgere interpretazioni contrastanti.
Ecco il motivo per cui, tuttora, ciascuno può sostenere la tesi che crede, perché ognuna delle tre contiene elementi di verità e nessuna delle tre può essere scartata completamente, basandosi su un canone del Diritto Canonico (che non esiste).
La situazione (comunque anomala per il papa) è stata ricalcata (attraverso la prassi) sulle disposizioni della rinunzia dei vescovi, che andando in pensione a 75 anni, diventano vescovi emeriti (ma la rinuncia deve essere accettata dal Papa per diventare operante, per cui rimane la possibilità per i vescovi diocesani di essere prorogati).
I vescovi che rinunciano al loro ufficio pastorale "decadono anche da qualunque altro ufficio a livello nazionale" e spesso, se non si ritirano in privato, restano in diocesi, accanto al nuovo vescovo.
In ogni caso, l'anomalia c'è e, come scrissi allora, non c'è modo per uscire da questa anomalia, se non con la morte di Benedetto XVI.
dott. G.I.
La differenza fra la mia interpretazione e le altre è che la mia è una semplice riproposizione di ciò che hanno direttamente detto i protagonisti senza andare a rovistare nel torbido.
Da quel che dicono i protagonisti si è aperta una strada nuova che potrà valere, all'occorrenza,per i secoli a venire. Una simile riforma non sarebbe mai passata tramite la riforma del codice. Ecco perché è venuta con un insindacabile atto di governo (e d'imperio) del romano pontefice anche "contro il parere di illustri collaboratori".
Lo stesso Francesco lo ha capito "magari i teologi non sono d'accordo ma io la penso così".
Perché dunque un gesto così rivoluzionario?
La risposta la da Gaenswein indirettamente: in un momento di tempesta l'ufficio Petrino andava "potenziato". Probabilmente solo alla fine di questa crisi capiremo l'esigenza del gesto.
Benedetto aveva sicuramente i tempi, le capacità e i modi per "potenziare" l'ufficio in modo rigoroso, serio e organico così come ha fatto in tutta la sua vita…è un tedesco, non un latino o latino-americano…
La vicenda dal mio punto di vista resta non comprensibile e non inquadrabile in tesi….ma solo un grande punto interrogativo…è successo e sta succedendo qualcosa (non si pensi subito a cose torbide) che noi non sappiamo e chissà se sapremo mai….
Restano errori grossolani e risposte ambigue che non si possono non vedere tenendo in considerazione la precisione e la pignoleria di Benedetto…
In tutto questo poi trovo che emerga in modo sempre più evidente la pavidità della gerarchia contemporanea…all'interno del popolo è evidente (basta fare piccole ricerche) che vi sia molta confusione…in tutta la chiesa possibile che non vi sia un manipolo di uomini (vescovi, cardinali?) che abbia un sussulto e voglia pubblicamente e serenamente chiarire le vicende? semplificare i dubbi che attanagliano non pochi fedeli?
quali sarebbero gli errori nel testo in latino?
Nibbio, che devono dire più di quanto è stato già detto?
Il problema è che non si accetta quel che viene detto perché non corrisponde alle teorie preconcette.
Due piccoli errori riportati nel link apposito.
Benedetto non avrebbe potuto fare alcuna riforma in quel senso passando per una normale procedura di riforma del codice di diritto canonico.
Si sarebbe bloccata e persa nei meandri della Curia. Non dimentichiamo le difficoltà di governo che ha avuto. Nel libro di Seewald ha ribadito di non essere uomo di governo.
Remox, sono errori che neanche un pischello in V ginnasio commetterebbe..o il testo non è suo o le sue facoltà mentali sono decadute gravemente
Seneca
Io posso solo parlare per il mio caso e non so se sono il solo che la pensa così…
Non ho-avevo preconcetti nei confronti delle dimissioni di BXVI così come dell'elezione di F….
Visto però l'amore che nutro per la Chiesa e per la Verità e visto il calvario che sta patendo la Chiesa mi pongo domande e non trovo risposte adeguate…se fosse tutto così ovvio e così ben chiaro non farei che accettare la situazione e basta. Ma tante cose non tornano…
Non riguarda la Chiesa ma la situazione è simile…Guarda cosa sta accadendo alla Sig.ra Clinton….la sua condizione di salute è sicuramente problematica e come clinico posso con certezza affermare che quanto successo ieri al memoriale del 9/11 non è attribuibile ad una "polmonite". Poi che lei abbia o non abbia una polmonite non lo so…Però non è che se esce il comunicato ufficiale del medico allora è tutto ok…allo stesso tempo non bisogna subito pensare che lei sia una "rettiliana" e che i sintomi siano espressione di una natura aliena che sta manifestandosi!eheheh
Ovviamente nessuno pensa che si possa "normalizzare" una situazione che "normale" per la Chiesa non è….ma la situazione grottesca è che ogni intervento che si aggiunge alla questione alimenta solo ulteriori sospetti.
Ho dimenticato il nome! 🙂
un docente emerito è un pensionato che non ha più incarichi ufficiali ma che continua ad avere una influenza sull'ateneo partecipando a convegni e nomine
Quando si diceva,e si dice,"scherzi da prete"…questi sono addirittura scherzi da Papi:uno al Vaticanista Tornielli e l'altro ai fedeli in senso lato,tanto per accontentare dove possibile perfino il poeta maledetto Cecco Angiolieri.Ratzinger e' pignolo e preciso ma goliarda pure lui come il Maestro e con Bergoglio ha pure questa vena.Il post mi soddisfa pienamente sulla questione specifica.E' un post notevole, secondo me.Il potenziamento e' adatto ai tempi.La Grazia sacramentale chiama anche grazie attuali, Dio quando toglie da' e non si va indietro se non per colpa.Un Papa che torna Vescovo,se non e' per colpa,mi riesce facile concepire che spiritualmente riceva una compensazione, una grazia attuale legata a quella di Vescovo, come del resto lo era il munus a cui rinuncia.Una grazia,magari richiesta in preghiera a lungo, che sostiene il suo desiderio di continuare l'impegno preso ,tanto piu' se corrisponde a una utilita'vera per la Chiesa.Fin qui, una bella vicenda.Fin qui,c'e' voluta tutta,speriamo che basti anche in futuro.
Dall'ottimo blog Cordialiter
Circa le dimissioni di Benedetto XVI
Premetto che considero valide le dimissioni di Benedetto XVI. Quello che sto per raccontarvi me lo ha riferito una mia cara amica, la quale mi ha dato il permesso di pubblicare la notizia a condizione di non svelare il suo nome.
Nel monastero di clausura in cui viveva venivano spesso dei preti modernisti a fare propaganda per “aggiornare” le suore. Uno di questi chiese alle religiose di pregare affinché Benedetto XVI rassegnasse le dimissioni. Successivamente, la mia amica, celando le sue simpatie filo-tradizionali, riuscì ad entrare in maggiore confidenza con quel prete (un autorevole esponente del movimento modernista), il quale le confidò che stavano raccogliendo migliaia di firme tra il clero e le religiose per spingere Papa Ratzinger a dimettersi. Ella allora gli chiese che cosa sarebbe accaduto se il Sommo Pontefice avesse rifiutato di dimettersi, e il prete modernista le rispose che il Papa era già stato informato che se non si fosse dimesso avrebbero fondato una nuova Chiesa separata da Roma. Non sarebbe stata una “piccola Chiesa”, infatti secondo quanto risultava a lui, erano numerosi gli ecclesiastici pronti ad aderire alla nuova Chiesa modernista. Inoltre, il presbitero cripto-scismatico ci ha tenuto a sottolineare che avevano già ottenuto l'appoggio preventivo di coloro che controllano i mass-media, i quali avrebbero dovuto sostenere sui mezzi di informazione la nuova Chiesa.
Qualche tempo dopo (l'11 febbraio 2013), Benedetto XVI si dimise davvero. La mia amica mi ha rivelato molti altri dettagli che per diversi motivi ritengo prudente non pubblicare.
A questo punto molti di voi potrebbero pensare che visto che le cose sono andate così, allora le dimissioni di Papa Ratzinger sono state invalide, perché per essere valide era necessario che fossero libere, spontanee, senza alcun tipo di costrizione. Ma io non posso pensare che Benedetto XVI abbia potuto commettere una colpa così grave, e cioè di rassegnare delle finte dimissioni e di consegnare così la Chiesa nelle mani di un finto Papa (chiunque fosse stato eletto nel successivo conclave).
Dunque, secondo me, Benedetto XVI, vistosi assediato da una marea di congiurati pronti allo scisma, essendo ormai molto anziano (quasi ottantaseienne) e sentendo di non avere più le forze necessarie per governare efficacemente la Chiesa e contrastare l'opera dei modernisti, ha preferito abdicare.
Pertanto, non si è dimesso perché è stato ricattato (altrimenti le dimissioni sarebbero state invalide), ma perché a causa dell'età non sentiva di avere le forze fisiche e spirituali necessarie per contrastare il movimento modernista.
Ho letto qualche pezzo sul Blog Cordialiter.
Blog tradizionalista ma tutto sommato equilibrato.
BXVI ha subìto pressioni,non c'è dubbio. Non credo tuttavia che i cd modernisti volessero fondare una nuova Chiesa, ma forse hanno cercato di spaventare un vecchio fragile.
Seneca
La Chiesa, come scritto anche nel Catechismo, dovrà rivivere la Passione di Cristo. Sarà pertanto vilipesa, perseguitata, dilaniata, ecc. Lo scisma di fatto è già presente, massoni e modernisti aspettano solo il momento opportuno. Quando Dio lo permetterà ovviamente. Paolo VI aveva profetizzato che solo un piccolo resto rimarrà fedele. La Valtorta afferma che resterà fedele solo 1/4. Comunque questo dello scisma è una vera e propria costante profetica. In quelle approvate di Akita si dice per esempio che "L’opera del diavolo si insinuerà anche nella Chiesa in una maniera tale che si vedranno cardinali opporsi ad altri cardinali, vescovi contro vescovi. I sacerdoti che mi venerano saranno disprezzati e ostacolati dai loro confratelli…chiese ed altari saccheggiati; la Chiesa sarà piena di coloro che accettano compromessi e il Demonio spingerà molti sacerdoti e anime consacrate a lasciare il servizio del Signore. Il demonio sarà implacabile specialmente contro le anime consacrate a Dio, ecc."
Sei stato fino a poco tempo fa a difendere l' operato di papa Francesco contro tutto e tutti, molto spesso difendendo l'indifendibile e massacrando tutti quelli che evidentemente si limitano a commentare cio' che e' evidente ( hai scritto mesi fa questo e' un gesuita…e non ci riuscirete…), in qualche tuo commento precedente invece pur continuamdo a difenderlo hai cominciato ad ammettere che certe volte questo papa e' davvero "ambiguo" e il bello sai qual è? Il bello e' che tu dici agli altri quello che poi fai tu stesso e cioe' partire da preconcetti ( sei arrivato pure ad insinuare del veggente di Anguera come di uno che non e' dotato di un buon discernimento)e girarseli a proprio piacimento per spiegare certi comportamenti ed affermazioni evitando accuratamente certi particolari che forse farebbero cadere il castello che tu ti crei!!!
Come in questo caso quando affermi:
"lo stesso cardinal Danneels di Bruxelles in modo divertito ha definito come "una specie di mafia-club".
MA COSA DICI, MALIZIOSAMENTE DIENTICHI, CHE QUELLA PAROLA(mafia-club) FU UTILIZZATA PRORPIO DA DANNELS PER CONFERMARE CHE L'ELEZIONE DI FRANCESCO ERA STATA DECISA A TAVOLINO!!!!
Primo, firmati se vuoi intrvenire.
Secondo, mi sembra tu non abbia capito quello che ho scritto e nemmeno distingui ciò che ho detto io da ciò che ha detto Gaenswein.
Certo che difendo Francesco (e Benedetto). Lo faccio perché sono cattolico al contrario dei nuovi farisei a cui non interessa la verità, ma solo affermare le proprie idee. A questi non importa nemmeno di Benedetto; con la scusa di difenderlo lo fanno passare per un bugiardo seriale. Cosi come non hannp fiducia nell'uomo Ratzinger allo stesso modo non hanno più fede in Cristo.
"Il Signore mi chiama a salire sul monte…": per gli addetti ai lavori, il richiamo a Fatima era evidente… Ma allora, chi è il vescovo vestito di bianco che cadrà sotto i colpi dei nemici? Benedetto, Francesco o un altro?
Grazie,
Luz
La visione di Fatima è simbolica, non è detto che chi arriva in cima al monte sia colui che ha iniziato la salita.
Il vescovo vestito di bianco è Benedetto: è vescovo, veste di bianco, ma non ha i simboli pontifici. È infatti il primo papa emerito della storia.
Ad arrivare in cima credo sarà un altro.
Scusa Remox se ti faccio questa domanda, alla quale magari hai già risposto in altre occasioni, ma ti chiedo – in via di estrema sintesi – quali sono gli elementi che ti fanno ritenere che il 2017 sarà un anno molto significativo (per usare un eufemismo) per la Chiesa?
Grazie ancora,
Luz
In effetti in poche parole non è semplice rispondere. Diciamo che si conclude un ciclo cominciato nel 1917 a Fatima che, alla luce delle rivelazioni private ricevute da Suor Lucia, lasciano pensare che inizierà il tempo della realizzazione delle profezie di Fatima. Prima che si apra il nuovo anno si concluderà il Giubileo straordinario della Misericordia. Secondo me un evento provvidenziale in preparazione di tempi duri.
http://voxnews.info/2016/09/13/isis-sgozzamento-rituale-infedeli-appesi-a-ganci-e-macellati-video-choc/. ….di tempi molto duri
Complimenti a Remox per l'articolo : è scritto molto bene, con toni ed espressioni chiare, equilibrate e pacate. Si vede che è stato scritto con prudenza e cognizione di causa….è stato scritto, secondo me, "col core", come dicono a Roma.
Circa il resto non voglio scrivere, ma posso riportare una mia testimonianza : mio padre è a casa da me oramai da aprile, anzi, a salti , da gennaio.
Ha 84 anni, è in salute, ma ipovedente. E' stato medico, un medico attento, magari non bravissimo o eccelso, ma spesso le persone che per strada incontriamo, lo salutano sempre e dico sempre, con tanto affetto e stima…..ma mio padre, oggi come oggi, NON è in grado di esercitare la professione medica per come 'canonicamente' la intendiamo noi…anche se lui dice che 'un medico non va mai in pensione', allo stesso tempo, è consapevole che le forze non ci sono più.
Certo, ha un bagaglio di esperienza vastissimo, quando può, consiglia – gratuitamente – i pazienti nel suo ambito di specializzazione, ma non avrebbe letteralmente la forza , sia di corpo che di mente, per affrontare neanche 2 ore lavorative 'di oggi'.
Cosa voglio dire : voglio dire che ci può stare che un Papa, ad 86 anni (o anche prima) possa desiderare di lasciare la parte attiva e pratica del 'mandato'.
"[…]Divisioni ideologiche, teologiche, che laceravano la Chiesa. Il diavolo semina gelosie, ambizioni, idee, ma per dividere! O semina cupidigia"
"Io vi chiedo di fare tutto il possibile per non distruggere la Chiesa con le divisioni, siano ideologiche, siano di cupidigia e di ambizione, siano di gelosie. E soprattutto di pregare e custodire la fonte, la radice propria dell’unità della Chiesa, che è il Corpo di Cristo; e che noi – tutti i giorni – celebriamo il suo sacrificio nell’Eucarestia». E «questo può dirlo Paolo oggi a tutti noi, alla Chiesa d’oggi. “Fratelli, in questo, non posso lodarvi, perché vi riunite insieme non per il meglio, ma per il peggio!”. Ma la Chiesa riunita tutta per il peggio, per le divisioni: per il peggio! Per sporcare il Corpo di Cristo nella celebrazione eucaristica! E lo stesso Paolo ci dice, in un altro passo: “Chi mangia e beve il Corpo e il Sangue di Cristo indegnamente, mangia e beve la propria condanna”. Chiediamo al Signore l’unità della Chiesa, che non ci siano divisioni. E l’unità anche nella radice della Chiesa, che è proprio il sacrificio di Cristo, che ogni giorno celebriamo"
Papa Francesco 12 Settembre 2016
https://youtu.be/oM42WKm3yCU
E fuori tema , ma interessante comunque .
Anche "Il Foglio", un quotidiano non tenero con Francesco e la storia delle dimissioni, conferma, dopo la lettura del libro intervista "Ultime Conversazioni", l'immagine del papa emerito che ho tentato di dare in questo post.
Tornando sul tema che il papato non è un sacramento e dunque al contrario di quanto accade con i vescovi non si capisce il titolo di papa emerito, emerge l'intenzione di Benedetto XVI di contestualizzare il ruolo del papa con quello di "vescovo di Roma" e dunque in tal senso assumere il titolo di emerito. Cosa riscontrabile nella "declaratio" dove appunto afferma di voler rinunciare al ministero di "vescovo di Roma" inteso come successore di S. Pietro.
Ciao è possibile avere una tua opinione sul post "Anonymous 11 settembre 2016 17:08" ?
grazie
"Alcuni canonisti conclusero allora che Benedetto XVI aveva rinunciato al “ministerium” ovvero all’esercizio attivo della conduzione pratica della Chiesa, ma non al “munus” che di fatto ne determina la potestà. Una tesi dirompente nelle sue conseguenze perché di fatto creerebbe a tutti gli effetti una sovrapposizione con il ruolo del successore con il rischio di relegare Francesco a un semplice compito di “amministratore delegato”, cosa che ovviamente non può essere." (Remox)
Sai come è sorta questa interpretazione?
Leggendo in maniera troppo letterale il testo della declaratio, in particolare, le parole "MUNUS" e "MINISTERIUM" come termini contrapposti.
All'inizio della declaratio, Benedetto XVI usa due volte la parola "munus" (correttamente ex can. 332):
…ad cognitionem certam perveni vires meas ingravescente aetate non iam aptas esse ad MUNUS Petrinum aeque administrandum.
Bene conscius sum hoc MUNUS secundum suam essentiam spiritualem non solum agendo et loquendo exsequi debere, sed non minus patiendo et orando.
Alla fine, quando passa a dichiarare la decisione presa, usa il termine "ministerium", dichiarando di voler rinunziare al ministero:
…plena libertate declaro me MINISTERIO Episcopi Romae, Successoris Sancti Petri, mihi…commisso renuntiare…
Ecco perché alcuni canonisti (es. Stefano Violi) hanno pensato di interpretare che Benedetto XVI abbia rinunziato solo al ministerium, non al munus.
Volendo vedere le parole "MUNUS" e "MINISTERIUM" come termini in contrapposizione è sorta la tesi citata, mentre Benedetto XVI ha praticamente usato i due termini come sinonimi, quali sono, con un'unica sottile distinzione.
Questa:
MUNUS = obbligo, dovere, compito, incarico, carica, ufficio, funzione.
(class.; syn.: officium, ministerium, honos)
"munus significat officium, cum dicitur quis munere fungi. Item donum quod officii causa datur".
Il "munus" è l'ufficio visto come dono o come carica onorifica.
MINISTERIUM = servizio, funzione, compito, incarico.
"officium esse filii, uxoris, etc., ministerium esse servi".
L'officium è del figlio, della moglie, ecc., il ministerium del servo.
Il "ministerium" è l'ufficio visto come servizio, i compiti o le funzioni di un ministro (= servitore).
Noterai, infatti, che la traduzione italiana (quella ufficiale), non rende giustizia di questa sottigliezza e usa in tutti e tre i casi la parola "ministero" (anziché distinguere in modo antiquato "officio" e "ministero"):
…sono pervenuto alla certezza che le mie forze, per l’età avanzata, non sono più adatte per esercitare in modo adeguato il MINISTERO petrino.
Sono ben consapevole che questo MINISTERO, per la sua essenza spirituale, deve essere compiuto non solo con le opere e con le parole, ma non meno soffrendo e pregando.
…con piena libertà, dichiaro di rinunciare al MINISTERO di Vescovo di Roma, Successore di San Pietro…
Ma se Benedetto XVI dichiara di "rinunziare al ministero di vescovo di Roma", vuol dire che ora non è più vescovo di Roma.
E chi è il nuovo "vescovo di Roma, Successore di San Pietro"?
Papa Francesco.
E Benedetto che cos'è ora?
Si potrebbe dire che è semplicemente il vescovo emerito di Roma.
Anche per me, il vescovo vestito di bianco del segreto di Fatima è Benedetto.
dott. G.I.
quindi dici che accade tutto a breve?
Si ho notato, e infatti anche Gaenswein ha sottolineato come "munus" abbia più significati lasciando intendere che Benedetto l'abbia usato nel modo che dici tu. Infatti, come ho scritto qualche commento fa, Ratzinger nella "declaratio" rinuncia ad essere vescovo di Roma e successore di S. Pietro. In questo modo lo si può intendere "papa emerito", come vescovo di Roma.
Tra l'altro chi ancora continua in modo ridicolo a definire Francesco "solo" il vescovo di Roma (per come egli si presentò dopo l'elezione) dovrebbe rileggersi proprio la "declaratio" di Ratzinger.
"quindi dici che accade tutto a breve?" (Indoparma)
Dipende.
Per ora, l'unico ad avere tutte le carte in regola per essere il "vescovo vestito di bianco" è solo Benedetto XVI. Poi, certo, se qualche colpo di scena cambia la situazione, la previsione va rivista alla luce dei nuovi eventi. Chi l'avrebbe mai immaginato che un papa si dimettesse?
Per fare un esempio, se si dimettesse anche papa Francesco, con la morte di Benedetto, sarebbe lui il "nuovo" vescovo vestito di bianco.
Per ora, però, è solo Benedetto, che ha 89 anni e, se vivesse come suor Lucia (morta a 98 anni), avremmo un'altra decina d'anni o poco più.
dott. G.I.
Io credo che il vescovo vestito di bianco serve come indicazione per capire quando comincerà la via crucis per la Chiesa (quindi con le dimissioni di Benedetto XVI), ma che in cima arriverà un altro.
In questo modo la visione di Fatima coincide con Garabandal e,se vogliamo, con Malachia.
Rimane da capire quanti papi ci vorranno per raggiungere la vetta del monte…io credo molto pochi.
http://retelabuso.org/2013/08/31/pedofilia-nel-clero-bergoglio-ha-reso-illegale-la-denuncia-dei-crimini/
OT
Ma la Klintn che sa della sua polmonite ( sempre sia solo quello, c'è chi dice abbia anche il Parkinson o altro) da qualche giorno in qua, si fa ritrarre in foto con bambini, abbracciandoli, per il loro futuro luminoso?
O la motivazione è più profonda ancora.
O c'è il KGB di mezzo o i servizi deviati, o Assange ?
Un autorevole esponente dei modernisti dice alla suora che i media sosterrano la sua parte".Ma vi rendete conto??? Cercateli nell'A.T. questi personaggi,e vedete i risultati che producevano.Proprio vero il detto(pressapoco)"Se mi guardo inorridisco,se mi confronto mi consolo".Va bene che dobbiamo pregare per questi, etc.etc., ma gente cosi' non doveva arrivare li', ma chi e' che ce li ha messi?Ce li ha messi un uomo in carne ed ossa o una statua di marmo?Uno con occhi ma che non vedono, con orecchie ma che non ascoltano,con un cuore ma che non palpita?D'altra parte, Giuda fu assunto proprio da Gesu' Cristo.Poi non capisco perche' un Papa dovrebbe farsi ricattare.Come ragionano questi abusivi infiltrati nella Chiesa? Romani, riempiteli di botte. Ma proprio botte.Fateli urlare come maiali.Dio non so se vi perdonera',ma io vi perdono gia' fin d'ora.Pero' ricordatevi anche che, secondo la valtorta, pietro voleva fare lo stesso con Giuda, ma colpi' solo fronde di alberi, uno dietro l'altro lungo il percorso.Cristo lo ringrazio'per conto di Giuda.Non per conto degli alberi:ci vanno sempre di mezzo gl'innocenti.
Quanto a Socci,e' un poveretto, e senza pudore ,ma quest'ultima cosa si sapeva gia'.E' piccolo di fisico e di cervello.Giuliano Ferrara invece ,ex sessantottino, figli di papa' di quella razza padrona , buon sangue non mente, come scriveva Pasolini guardandoli in faccia nei cortei,(e infatti ne troviamo ancora ben piazzati, tipo Paolo Mieli e la Lucia Annunziata) ,e'un predestinato, difficile da incastrare.Il piu' antipatico per me e' Socci,perche' l'altro, nel mondo,sta al suo posto,e infatti insieme a Socci e Buttiglione stava a quel convegno filo israeliano e antipalestinese.Socci invece non sta al suo posto, ,si e' vergognato del suo posto di peones quando e' diventato qualcuno,e' diventato un rinnegato colpevolmente, perche' i poveri hanno la chiaroveggenza dei poveri se non la buttano via,e infatti le spara troppo grosse.E' Lui l'elememnto impazzito.L'altro fa la sua parte dentro agli equilibri misteriosi preparati dalla Provvidenza.
"Piccolo" OT (ogni commento è superfluo). Gli ultimi due messaggi dati a Zaro.
«Alla sua destra c'era San Michele Arcangelo come un grande condottiero, di un armatura sfolgorante e, nella mano destra, aveva una lunga lancia che puntava sull'Italia.»
http://cenacolimariapellegrina.blogspot.it
Spring
mi sono comprato uno scudo…
Seneca
CHE FAI CARICHI E SCARICHI?
:)))))))))))))
Remox probabilmente non ha visto il messaggio quindi chiedo a voi cosa ne pensate di quanto scritto qui:
http://www.marcovuyet.com/ALARMA%20L%27OCCHIO%20DEL%20PAPATO.html
http://www.marcovuyet.com/ALARMA%20KAROL%20WOJTYLA4.htm
La mia domanda è perchè vengono usati quei simboli dalla Chiesa? Perchè nessuno si oppone? Quanta corruzione c'è dentro di essa?
Cambiando discorso, c'è un uragano di categoria 4-5 che sta per abbattersi a Taiwan, speriamo non sia collegato al messaggio di Anguera "Taiwan sperimenterà un grande dolore."
I simboli sono neutri di per se. Non mi interesso di pseudo-religione. Satanisti, massoneria e combriccole varie da sempre utilizzano simboli mutuati dal cristianesimo, ebraismo o altre religioni anche non più esistenti.
Lo scopo è sempre la ricerca della verità e l'evitare di usare immagini (come quelle di Gesù e della Madonna) modificate da chissà chi con occhi, piramidi e stelle di satana. In quel sito mi hanno colpito molto le immagini che raffigurano un Gesù effemminato che niente ha a che vedere con quello vero. Tra l'altro se la Bibbia dice di non usare immagini/idoli/statue perchè noi e la chiesa lo facciamo?
Ti ringrazio.
Perchè la Bibbia va letta nel suo contesto storico dove un piccolo popolo viene "educato" da Dio al monoteismo (e all'adorazione del vero Dio) in un mondo pagano e politeista.
L'immagine del Sacro Cristiano invece è un tributo a Dio che nulla ha a che vedere con gli idoli.
Gesù stesso ci ha lasciato la sua immagine impressa nella Sacra Sindone.
concordo, il simbolo di per sè non ha nessuna forza se non viene "caricato" dalla volontà legata alla coscienza nel bene o nel male.
jacques
Grazie per i commenti.
Leggete e fatene tesoro …
http://www.antoniosocci.com/sul-diritto-dei-cattolici-restare-fedeli-al-vangelo-alla-dottrina-della-chiesa-sul-dovere-criticare-bergoglio-quello-firmato/#more-4736
Certo, ma è comunque fuori contesto.
Le tesi di Socci cadono una dopo l'altra…
– elezione invalida per difetto di forma (falso)
– dimissioni invalide per difetto di forma o indebite pressioni (falso)
– contrapposizione fra i papi (falso)
– papa eretico (falso)
quello del dovere di critica è solo uno scudo da dietro al quale si delegittima il pontefice. La critica presuppone che vi sia una base di verità formale nelle tesi discusse, mentre qui abbiamo solo accuse fondate su:
-frasi estrapolate e decontestualizzate
-processo alle intenzioni piuttosto che verifica di atti concreti
-deduzioni certe basate su indiscrezioni di fonti anonime o non verificabili
le conseguenze sono quelle di creare un clima di sfiducia, di pettegolezzo e di sospetto contro la figura del papa alimentando un'ipercriticismo che delegittima la sede di Pietro (oltre che generare confusione in molti fedeli).
Inoltre si fa passare il papa emerito per un debole costretto a mentire: di fatto un fallito. Non per niente nell'ultimo libro intervista che ho appena finito di leggere Ratzinger ci tiene a precisare che:
-non si sente affatto un fallito
-mai avrebbe permesso pressioni nei suoi confronti in fatto di dimissioni
-non si abbandona la nave in mezzo alla tempesta, ma solo quando la tempesta è passata (riferimento agli scandali del suo pontificato)
-rivendica a se la pre-impostazione delle riforme che sta attuando il successore
-conferma la sua scarsa attitudine al decisionismo e la fragilità fisica (non vede più da un occhio, non sente più, deambula a fatica)
Perchè dunque questo accanimento?
@ Remox,
Perdonami per l'OT …. ma volevo un tuo parere su un ordinamento del Ramotti che ho avuto modo di trovare casualmente sul web in riferimento ad un commento su un'altro blog.
Questo il Link: https://web.archive.org/web/20061230045501/http://www.ramotti.it/ondram.htm
La cosa che mi ha fatto sobbalzare sulla sedia e che secondo questo articolo le profezie di Nostradamus "terminerebbero" NEL 2017 !
Spero che tu ci possa "illuminare" ……..
Grazie
Videre Nec Videri
E' un calcolo numerico che fece Ramotti sulla base del numero 288 (rappresentante una quartina centrale per l'ordinamento).
Quello che posso dire è che a un certo punto, avvicinandosi alla fine, si nota nelle quartine del futuro un rallentamento nella descrizione degli eventi. E' come se il racconto diventasse più generico e meno puntuale.
Può essere che la fase più intensa a livello profetico arrivi al 2017, ma non ho certezze…
Grazie
Videre Nec Videri
Grazie Videre per aver postato quel link, veramente utile per capire qualcosa in merito al fantomatico "ordinamento" del tappeto piegato di cui, personalmente, sinora non ho capito granche' … Trovo curioso che, come citato in quella pagina, Nostradamus abbia dedicato ben 820 quartine ai fatti dal 1900 in poi e solo 350 per i tre secoli precedenti. Se ci pensiamo bene e' molto strano. E' come se un veggente moderno dedicasse "quattro righe" alle profezie da qui al 2300 e poi un poema sul periodo 2300-2450. Essendo lui vissuto nel Cinquecento, sarebbe stato molto piu' logico che i fatti piu' lontani fossero descritti in maniera via via piu' sfumata, comunque volendo anche del periodo 1550-1900 ce ne sarebbe stato da scrivere. Fa quasi pensare che Nostradamus fosse un viaggiatore del tempo ….
dukefleed
Sinceramente prima di sottoporre a Remox quel Link, ammetto di averci pensato un po su. Non perché lo ritenessi particolarmente "sconvolgente" ma quel particolare dell'anno 2017 che mi ha fatto "sobbalzare sulla sedia" mi è apparso alquanto inquietante……..
Inquietante in virtù del fatto che questo anno 2017 si sta caricando di attese e preoccupazioni, profetiche e non, per cui non volevo " aggiungere benzina sul fuoco".
Personalmente attribuisco alle Profezie in generale, un valore puramente indicativo o al massimo di messa in "allerta", soprattutto quelle Mariane che vedo più come appelli alla conversione ed alla preghiera per la salvezza personale di ognuno di noi che non alla reale possibilità di modificare od attenuare il corso degli eventi.
La realtà di questa sodoma e gomorra a cielo aperto in cui tutti noi, chi più chi meno, siamo attori consapevoli o al massimo in buona fede, non ci eleva al rango di potenziali mitigatori del giudizio che ci attende.
Non a caso una delle più "pressanti" richieste della Madonna ovvero la Consacrazione della Russia al suo Cuore Immacolato DEVE realizzarsi attraverso la Chiesa, il Papa e tutti i Vescovi riuniti e quindi attraverso un sommo atto dei consacrati al Signore, per noi il ruolo rimane quello di sostenerne l'atto attraverso la preghiera.
Pertanto, per come la vedo io, la "scossa" deve giungere quasi esclusivamente dalla Chiesa e dai suoi Sacerdoti che hanno l'onere di servirla nella totale FEDELTA' alla parola rivelata nelle Sacre Scritture e di cui sono i " soldati ", lasciando a noi il non meno importante compito di seguirne gli insegnamenti con cristiana devozione.
Tornando al fatidico 2017 credo che basta "vedere" gli eventi che ci circondano tra cui Terremoti sempre più frequenti nel mondo intero, eventi climatici sempre più catastrofici e diffusi, guerre regionali con potenziale di trasformarsi in mondiali, tensioni migratorie senza precedenti, terrorismo dilagante, tensioni sociali e povertà in continua crescita, contrasti sempre più pericolosi tra chi ha qualcosa e chi nulla, che hanno ben pochi "precedenti" nella storia sia per intensità che per frequenza o somma degli eventi.
E il tutto sembra crescere sempre più per trasformarsi pericolosamente in un bubbone pronto a scoppiare chissà proprio nel 2017 ……..
relegando alle profezie, forse, più un avallo notarile finale, un atto meramente confirmatorio di un qualcosa che credo ci sia sfuggito definitivamente di mano, anche a causa della nostra indolente ed ignava non-risposta …….
Videre Nec Videri
La bilancia pende fortemente a sinistra nella città santa di Roma.
Si elabora già un piano per distruggere il nostro amatissimo Vicario e l’uomo dei neri segreti, attende il momento di salire sulla cattedra di Pietro.
http://www.madonnadelpino.altervista.org/msg3/messaggiagosto10.html#agosto
Non conoscevo i messaggi di Giuseppe Auricchia, c'è da fidarsi?
non lo so, l'ho messo per sentire i pareri degli altri.
$: ~> Auricchia; nel messaggio 5 Agosto 2010 si conferma La Natività della Beata Vergine Maria l'8 Settembre;
$: ~> Invece a Medjugorje fu detto ai veggenti che la Natività della B.V. Maria cade il 5 di Agosto;
http://www.lalucedimaria.it/straordinario-la-madonna-annuncia-la-data-del-suo-compleanno/
$: ~> Come vi ha promesso Mio Figlio, riceverete dal cielo un Grande Avvertimento.
Esso vi preparerà a riformare e fortificare il vostro spirito, nel caso contrario vi induce ad allontanarvi sempre più dalla luce. Credete a ciò che vedrete e troverete la lezione, perché il vostro mondo sarà battezzato da un grande fuoco, la Sfera della Redenzione attraverserà il cielo e molti moriranno nella sua grande fiamma.
Quindi:
$: ~> Sfera della Redenzione => Grande Avvertimento
$: ~> Sfera della Redenzione => morte per molti sulla Terra
da altre fonti, sullo stesso fenomeno:
$: ~> Garabandal;
$: ~> D. Vuoi ripetere per noi che cosa sai circa l'Avvertimento?
$: ~> R. Sarà un fenomeno che può essere visto e sentito (interiormente) in tutto il mondo e dappertutto; ho sempre dato come esempio quello di due stelle che collidono. Questo fenomeno non causerà danni fisici, ma ci terrorizzerà perché in quello stesso momento vedremo lo stato delle nostre anime e il male che abbiamo compiuto.
http://ducadeitempi.blogspot.it/2015/08/il-grande-avvertimento-di-garabandal-e.html
Ciao Indopama 🙂
il sito m-bz.net che è il più completo e affidabile sito italiano sui Messaggi Mariani, affida alle apparizioni del Signor Auricchia, 1 stellina su 5 in quanto a grado di completezza, chiarezza, concordanze, affidabilità
Pierpaolo anche se e' una sola stella non vuol dire niente, magari e' una STELLA DI NEGRONI …
https://www.youtube.com/watch?v=7EwO5K-s1vA
@Anonimo14 settembre 2016 12:33
Pierpaolo anche se e' una sola stella non vuol dire niente, magari e' una STELLA DI NEGRONI …
… CHE VUOL DIRE QUALITA'.
E non dimentichiamoci di GALBANI che vuol dire FIDUCIA.
Eh bei tempi quelli di Crosello in TV! 🙂
"Avola, 10 Dicembre 2004
In questo mese ti chiedo: Pregate, pregate, fate atti di adorazione e penitenza. Ancora ti annuncio:
Nella ricorrenza del Natale vi sarà un avvertimento terrorizzante che accadrà."
E in effetti poi c'è stato il grande disastro del 26 dicembre 2004 che tutti penso ricorderanno.
Cliccando qui http://www.madonnadelpino.altervista.org/m2/russia.html
parla della Russia e della terza guerra mondiale.
$: ~> Occorre un0analisi più approfondita, perché le discordanze sono notevoli.
Avola, 26 Dicembre 2010 Signore Gesù: "Molti seguaci del governo mondiale e unico continuano a tramare per avere il controllo del mondo intero. Non si rendono conto che non potranno mai controllare tutte le persone. La loro avidità li condurrà all'autodistruzione. Vedrete che gli uomini tenteranno di conquistare il potere con la forza in tutto il Medio Oriente. Ci sarà una lotta in cui non ci saranno né vinti né vincitori, ma il maligno riuscirà ad uccidere molti in un grande conflitto che può includere le armi nucleari.”
boh
Avola, Giuseppe Auricchia, Madonna del Pino…a tutti gli effetti pseudo-messaggi mariani. Inutile parlarne…
io cambierei
http://ducadeitempi.blogspot.it
in
Remoxlaverita'assoluta.it
@Anonimo14 settembre 2016 17:18
io cambierei
http://ducadeitempi.blogspot.it
in
Remoxlaverita'assoluta.it
No dai sei ingiusto, meglio sarebbe: RemoxDefensorFidei
http://zret.blogspot.it/2016/09/cento-anni.html?m=1
@ INDOPAMA
http://www.madonnadelpino.altervista.org/m/messaggipapa.html
Cavolo non li avevo mai letti questi messaggi. Prevedere le dimissioni del Papa in tempi così lontani da quando si è dimesso mi fa credere che le profezie di Auricchia siano vere.
IL PAPA BUONO AVEVA PREVISTO TUTTO, ANCHE I SUOI SUCCESSORI AL TRONO DI PIETRO.
Eè questo il titolo di un articolo apparso sul bolg "La luce di Maria" e riguarderebbe delle profezie attribuite a Papa Giovanni sui papi fino al 2033, anche su Benedetto e Francesco. Quello che più mi ha colpito è che dopo le dimissioni di Benedetto XVI si parla di due papi che avrebbero guidato la Chiesa come fratelli (Benedetto e Francesco) ma nessuno dei due sarà padre vero. "La Madre resterà orfana"
come già detto precedentemente queste profezie sono false:
questo un esempio di profezie, ti sembra che si sia realizzata ??
Luglio 2,1962:
La Madonna mi dice che questa sarà la sua ultima visita. E 'una gioia per le
notizie che condivide tremendo. Come arriva l'anno 1998, i nostri amici
celeste avranno condiviso gran parte del loro conoscenze avanzate. L'umanità
sarà finalmente spazzare via la maggior parte delle malattie e che è la
nostra durata della vita aumenta la lunghezza di quelli elencati nella
Bibbia. I visitatori potranno anche condividere il potere straordinario di
risurrezione e schiere di morti ingiustamente risorgerà. Infine, un miracolo
meraviglioso si svolgerà nel cielo sopra New York City 25 Dicembre 2000
quando milioni saranno testimoni l'aspetto sensazionale di un Messia che
annuncerà l'inizio di un secondo paradiso qui sulla terra.
Ti riferisci alle profezie di cui ho detto sopra su papa Giovanni?
certo il mio post era in risposta alle profezie di giovanni xxviii ,sono false , abbiamo già discusso di questo nel passato
OGGI COMINCIA IL CONGRESSO EUCARISTICO …, qualcuno sicuramente avra' pensato: Ma chessara' mai …
http://www.lanuovabq.it/it/articoli-il-dogma-di-cristoche-da-sostanzaal-papato-17398.htm
Parole sacrosante.
Per inciso: sto leggendo "Ultime conversazioni" di Ratzinger, un commuovente e sincero testamento spirituale di questo grande Papa. Ne consiglio vivamente la lettura, senza pregiudizi e con il cuore aperto.
Luz
http://www.antoniosocci.com/lautunno-caldo-bergoglio-la-passione-della-chiesa/#more-4744
Ultimo di Blondet:" Trotsky sapeva gia' tutto sull'Europa."Direi molto interessante,supporta quanto sapevamo con riferimenti precisi.Percio',quando pensiamo al comunismo di ritorno, e anzi vincente in tutto il mondo,secondo Garabandal,e altro,sappiamo dove dobbiamo guardare.Ma non e' il loro tempo e vinceranno per breve tempo.Il tempo dei Gentili non e' scaduto e nonsta per scadere.SE NE FACCIANO UNA RAGIONE I SOVVERSIVI.
Una cosa che mi stuzzica e' datta dal quel ragazzo israeliano che fece una esperienza di premorte:non a proposito di date , ma per un concetto:dove dice che gli eserciti di molti paesi, a ben guardare,sono schierati intorno a Israele.Curioso:ci vedo l'ironia e la genialita' di Dio A volte il ragno resta prigioniero della tela che ha tessuto,e Salmi e libri Sapienzali dicono spesso a proposito dei superbi che cadranno presi nel laccio che avevano preparato. Chi e'causa del suo mal pianga se' stesso.
In tema di papa & Chiesa, questa notizia, secondo me, è destinata a cambiare tutti gli attuali equilibri di potere nella Chiesa e potrebbe essere quella decisiva a cui si riferiscono i messaggi di Anguera.
Sui mezzi di informazione non se ne parla in alcun modo e anche in rete c'è pochissimo. Sto ancora cercando chi possano essere i possibili candidati e non sono riuscito a trovare nulla, nemmeno un nome.
Quando si elegge un nuovo papa, sempre si fanno i nomi dei papabili. Il prossimo 3 ottobre si eleggerà il nuovo “papa nero” (con un conto alla rovescia che va avanti da molto tempo) e non se ne sa ancora nulla.
La Compagnia di Gesù si prepara al cambio della guardia ai vertici. Il Preposito Generale (così si chiama il Generale dei Gesuiti), lo spagnolo Padre Adolfo Nicolas Pachon, compie infatti 80 anni e ha ufficializzato le proprie dimissioni. I Gesuiti, dunque, a ottobre saranno chiamati nella 36ma Congregazione Generale ad eleggere il nuovo successore di Sant’Ignazio di Loyola.
Il superiore generale dei gesuiti, a differenza di tutti gli altri ordini religiosi, viene eletto a vita, come il pontefice, ed è per questo che viene definito il “papa nero”.
È stato lo stesso Padre Nicolas ad annunciare la decisione di voler lasciare l’incarico al compimento dell’ottantesimo anno di età.
A interrompere la consuetudine è stato, nel 2008, il predecessore Padre Kolvenbach, penultimo generale della Compagnia (ritiratosi in Libano).
Questa nuova consuetudine ha fatto molto discutere, perché da quando è stata introdotta per il papa nero, stranamente è arrivata pure al papa bianco (dimissioni di Benedetto XVI). E si vanno facendo sempre più forti le voci che anche Bergoglio (gesuita) si dimetterà al compimento degli 80 anni, cioè a fine 2016.
Secondo questa ipotesi, potrebbe rendere note le sue dimissioni alla chiusura dell´anno santo, il 20 novembre, e dare il “buonasera” definitivo in occasione dell´ottantesimo compleanno: il 17 dicembre 2016 compirà 80 anni. Raggiungerà l´età in cui i cardinali escono dalla cerchia degli elettori del papa e non vengono nemmeno più presi in considerazione per l´ufficio petrino.
Il Papa ha dato una debole smentita, però la voce gira insistente e si sa che valore hanno queste smentite.
http://www.lastampa.it/2016/05/30/vaticaninsider/ita/vaticano/se-francesco-smentisce-di-voler-rinunciare-al-pontificato-LSV1aysvfkm1z4Q84s2N7J/pagina.html
Anche secondo Dagospia, “BERGOGLIO NON MORIRÀ PAPA” (ma bisognerebbe aspettare la morte di Benedetto).
Retroscena firmato Dagoreport: "Nei sacri palazzi ormai matura la convinzione che Bergoglio non morirà Papa. Sarà fiaccato dalle manovre contro di lui e prima o poi si arrenderà. Ma quando? I cardinali con la coscienza più pesante guardano con interesse alle condizioni di salute di Joseph Ratzinger. Non che gli vogliano particolarmente bene. È che sanno che Bergoglio non si dimetterà mai finché è vivo il predecessore: una Chiesa con tre Papi in vita farebbe ridere il pianeta".
http://www.blitzquotidiano.it/rassegna-stampa/dagospia-papa-francesco-complotto-vaticano-per-farlo-fuori-2295264/#sthash.lP9AT7mb.dpuf
http://www.liberoquotidiano.it/news/italia/11836620/Dagospia–l-indiscrezione-sulle-dimissioni.html
(continua…)
A parte queste speculazioni, però, dicevo che la consuetudine di restare a vita è stata cambiata senza modificare le Costituzioni della Compagnia.
In precedenza era capitato solo due volte che un superiore dei gesuiti lasciasse prima della morte: è accaduto con p. Kolvenbach, a capo della Compagnia dal 1983 al 2008 e con p. Pedro Arrupe, che nel 1980, presentò le sue dimissioni a Giovanni Paolo II, il quale le respinse: un anno più tardi, Arrupe fu colpito da un ictus e lasciò.
Di recente è stata discussa la possibilità di modificare le costituzioni della Compagnia, introducendo, per la durata del mandato conferito al preposito, un limite temporale (es. 75 anni). Tuttavia, Benedetto XVI diede parere negativo e dato il legame speciale che lega i Gesuiti al papa (i Gesuiti fanno un quarto voto speciale di obbedienza al papa) una volta eletto il nuovo preposito generale, il papa viene immediatamente informato per l’assenso pontificio al nuovo eletto.
…
28. Pedro Arrupe (22 maggio 1965 – 3 settembre 1983)
29. Peter Hans Kolvenbach (13 settembre 1983 – 14 gennaio 2008)
30. Adolfo Nicolás (dal 19 gennaio 2008)
https://it.wikipedia.org/wiki/Preposito_generale_della_Compagnia_di_Gesù
http://www.avvenire.it/Chiesa/Pagine/Nicols-compie-80-anni-e-lascia-la-guida-dellOrdine-.aspx
http://www.ilmessaggero.it/primopiano/vaticano/elezione_papa_gesuiti_francesco-1867092.html
Attraverso una lettera firmata l'8 dicembre 2014, il padre Adolfo Nicolas, Superiore Generale della Compagnia, ha convocato ufficialmente la Congregazione Generale n. 36 dei gesuiti, da tenersi nell'ottobre 2016, nella Curia Generale di Roma.
Lettera
La Congregazione Generale 36ma inizierà con l'Eucaristia, celebrata la sera del 2 ottobre 2016. La prima sessione plenaria avrà luogo il 3 ottobre 2016, festa di San Francesco Borgia, terzo generale, nella Curia Generalizia a Roma.
http://news.gesuiti.it/wp-content/uploads/sites/11/2014/12/lettera.pdf
Qualcuno ha notato che il 3 ottobre è il capodanno ebraico (che per gli ebrei inizia già alla sera del 2), primo di Tishrei, Rosh Hashanah, il primo giorno dell'anno ebraico ipercabalistico 5.777.
Anche il 36 è un numero cabalistico (equivale al 666, perchè sommando 1 + 2 + 3 + …36 = 666).
Inoltre, stranamente, tra l'8 dicembre 2014, data della lettera di convocazione, e il 3 ottobre 2016, giorno della prima sessione plenaria, trascorreranno esattamente 666 giorni.
In pratica, nella lettera di dimissioni, padre Adolfo Nicolas ha ufficializzato a tutti i membri che avrebbe lasciato l'incarico… però tra 666 giorni.
Ora, senza parlare della discussa storia dell'Ordine dei Gesuiti, dei loro rapporti con la Massoneria (secondo alcune testimonianze sarebbero proprio i Gesuiti a controllare sia la Massoneria che gli Illuminati per costruire il Nuovo Ordine Mondiale), dell'abolizione dell'Ordine nel 1773 da parte di Papa Clemente XIV, delle gravi accuse ascritte (accuse di regicidio, di pervertire l'ordine sociale, ecc.)…, chissà se il prossimo papa nero possa essere qualcuno di veramente pericoloso per la Chiesa.
(continua…)
Qualcuno si ricorderà dei messaggi di Anguera dove si parla di una "famosa congregazione".
3.260 – 1 gennaio 2010
“La Chiesa incontrerà un grande ostacolo nella rivolta di una famosa congregazione.”
3.931 – 25.01.2014
“Vivete nel tempo delle grandi confusioni spirituali. Il fumo del demonio causerà grande confusione nella Chiesa del Mio Gesù. Una grande rivolta si solleverà ed una famosa congregazione si dividerà.”
Se questa congregazione si rivolterà, si rivolterà contro il papa.
Potrebbe essere proprio la congregazione dei gesuiti a cui Francesco appartiene.
Tenendo presente il messaggio che afferma:
"il veleno è nell'albero non nel frutto" (3.790 – 16 marzo 2013)
che tratta del successore di Pietro: l'albero potrebbe essere l'Ordine dei Gesuiti (divenuto massonico); "il veleno" è il male, le dottrine diaboliche…; "il frutto" dovrebbe essere il papa gesuita, che non porta il veleno dell'albero-Ordine.
Dal messaggio 2.778, comprendiamo che il "veleno mortale" è la dottrina marxista, il Comunismo di cui parla la Madonna a Fatima. In teologia, si chiama "teologia della liberazione", molto diffusa in America latina.
http://win.storiain.net/arret/num124/artic5.asp
Leggiamo in che termini ne parla la Madonna ad Anguera ("…lavora apertamente per distruggere il Vangelo di mio Figlio"):
115 – 17 dicembre 1988
«Miei amati figli, questi sono i miei tempi. Questi sono i tempi nei quali la vostra Madre Celeste vi chiede di essere fedeli al Vangelo di mio Figlio. I tempi della dolorosa purificazione si stanno avvicinando. MOLTO PRESTO L’APOSTASIA DIVENTERÀ VISIBILE. Solo coloro che sono uniti al Santo Padre saranno salvati dal naufragio…
La mia Chiesa è internamente divisa e in pericolo di perdere la vera fede. Molti errori vengono diffusi al suo interno E I VERI COLPEVOLI SONO I PASTORI che non obbediscono al vicario di mio Figlio Gesù Cristo…
Molti vescovi, sacerdoti e religiosi sono solo ed esclusivamente preoccupati per i PROBLEMI SOCIALI. Essi stanno dimenticando che Gesù è morto sulla croce e che è risuscitato per ottenere per noi il grande dono della redenzione e per salvare anime.
Così la teologia della liberazione si sta diffondendo sempre più, portando innumerevoli figli sulla via della perdizione. LA TEOLOGIA DELLA LIBERAZIONE, CON LE SUE TATTICHE INGANNEVOLI, LAVORA APERTAMENTE PER DISTRUGGERE IL VANGELO DI MIO FIGLIO. Tutti voi sacerdoti dovreste combattere molto per la salvezza dell’umanità…
Figli amati, la mia Chiesa è nelle tenebre. Voi siete la vera luce. La salvezza della mia Chiesa dipende da voi…»
I maggiori esponenti della teologia della liberazione indubbiamente appartengono all’Ordine dei Gesuiti (ma sono coinvolti anche altri Ordini).
Sia Benedetto XVI, sia, soprattutto, Giovanni Paolo II non provavano enorme simpatia per i gesuiti. Papa Wojtyla, approfittando della malattia del padre generale Pedro Arrupe, decise di commissariare l’ordine. Una decisione, senza precedenti, che venne vista da molti come un segno di sfiducia nei confronti dei gesuiti, tanto che il teologo Karl Rahner scrisse al Papa una lettera di "protesta". Ma anche Benedetto XVI ha nutrito, nel corso del suo pontificato, dubbi sull’azione della Compagnia. In occasione dell'elezione del nuovo padre generale, Adolfo Nicolas, avvenuta nel 2008, Papa Ratzinger inviò (forse memore di come molti gesuiti, specialmente in Sudamerica, avessero "sposato" la teologia della liberazione), una lettera invitando i gesuiti ad una "maggiore fedeltà nel promuovere la vera e sana dottrina cattolica".
http://www.repubblica.it/2008/01/sezioni/esteri/papa-gesuiti/gesuiti-papa-nero/gesuiti-papa-nero.html
(continua…)
“I gesuiti hanno preso il timone della Chiesa, ma per condurla dove?”
Concludo con le considerazioni di questo articolo molto equilibrato sulla "mutazione antropologica" dei gesuiti, che consiglio di leggere:
«Per due volte i Gesuiti hanno preso in mano le sorti della Chiesa cattolica e l'hanno praticamente salvata in frangenti estremi: la prima, fra XVI e XVII secolo, quando stava per cadere in pezzi sotto il doppio urto della rivoluzione protestante e di quella scientifica; la seconda, al principio del XX, quando stava per soccombere al modernismo e alla secolarizzazione. Oggi essi stanno portando avanti un terzo, supremo tentativo per salvarla, COME ESSI PENSANO, dal naufragio definitivo; e lo stanno facendo dopo aver portato un loro confratello sul soglio di san Pietro, cosa mai avvenuta prima, al preciso scopo di giungere a una "normalizzazione" dei rapporti con la massoneria, loro antica amica-nemica, con la quale intrattengono complessi ed ambigui rapporti da due secoli e mezzo (precisamente, da quando la massoneria scozzese si pose al servizio dei tentativi di restaurazione cattolica e giacobita in Inghilterra).
(…)
Sia come sia, resta un grande punto interrogativo: ora che sono arrivati al vertice della Chiesa cattolica, con un loro progetto mondiale, che differisce, su punti non certo secondari, da quello tradizionale, portato avanti da un Pio XII, da un Giovanni Paolo II, da un Benedetto XVI (costretto ad abdicare, quest'ultimo, dalle pressioni dei gesuiti, oltre che dei media laicisti e mondialisti, della finanza e della massoneria?), che uso faranno del loro potere, del loro prestigio, della loro cultura, della loro abilità diplomatica e della loro spregiudicatezza? Davvero vorranno proseguire sulla linea di un "ECUMENISMO" che equivale al relativismo religioso; di un POPULISMO che corrisponde a una versione aggiornata e corretta del marxismo; e, soprattutto, di un "UMANISMO" – in significativa convergenza con la massoneria – che, di fatto, spodesta Dio per mettere, al suo posto, l’uomo, la sua "dignità", il suo orgoglio, specialmente intellettuale?»
http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=53779
Papa Francesco potrebbe non voler obbedire a qualche ordine del suo nuovo superiore gesuita, o potrebbe imporre qualche decisione sgradita al suo stesso Ordine, che provocherebbe la rivolta.
2.905 – 20/10/2007
Cari figli, un grande albero sarà tagliato e da lì nascerà la grande battaglia.
2.489 – 27.02.2005
Un albero grande sarà tagliato e i suoi frutti cattivi non si moltiplicheranno più.
Bisogna prestare molta attenzione a questa prossima elezione del papa nero.
dott. G.I.
Scusami dott. G.I., su Papa Francesco prima fai delle deduzioni poi ne maturi delle altre che sono contrarie alle prime, e vabbe' se ci volete far impazzire ditelo …
@dott. G.I.
complimenti e grazie per la segnalazione dell'articolo sui Gesuiti dove però una correzione si impone:
Davvero (i gesuiti) vorranno proseguire sulla linea di …….. soprattutto, di un "UMANISMO" – in significativa convergenza con la massoneria – che, di fatto, spodesta Dio per mettere, al suo posto, l’uomo, la sua "dignità", il suo orgoglio, specialmente intellettuale?»
No di fatto spodesta la rappresentazione ridicola di un Dio che poteva andare bene per una umanità ignorante come le capre che allevava ma chè oggi é un insulto alla intelligenza di quellaq umanità in grado di sparere supposte a Luna e Pianeyi. Poco cosa in vero ma direi che un avanzamento c'é stato.
Ed ancora: mettere, al suo posto, l’uomo, la sua "dignità", il suo orgoglio, specialmente intellettuale?
Non mettere al suo posto ma affiancargli il senso di RESPONSABILIT° nei confronti del suo simile e del Crato tutto.
Messa giù così va decisamente meglio.
Posso concorrere per l'elezione del Papa nero?
In caso negativo se mi gira, mi faccio Papa da solo. :-))))
La posta in gioco qui però è differente. E in sintesi è questa: "Flectere si nequeo superos, Acheronta movebo". Ovvero: "Se non potrò muovere le potenze del cielo, solleverò quelle degli inferi".
In ballo quindi c’è l’orgoglio e la superbia che muove dalla non accettazione dei limiti umani. L’uomo non vuole ammettere di essere una creatura con tutti i suoi limiti, questo è il problema di fondo. E quando nel cuore umano c’è un vuoto, c’è il desiderio di colmarlo.
E sarà così che i sogni di qualcuno diverranno incubi per molti altri (non mancano precedenti storici)
I limiti che abbiamo, se uno vuole, li vede bene anche “nell’avanzamento”.
– La pompa idraulica fu costruita la prima volta nell’antica Grecia. Oggi il principio adottato è lo stesso: si pompa acqua su per una condotta impedendole di rifluire all’indietro con valvole di ritegno. Sono convinto che anche ai tempi di Adamo ed Eva ci si pensava, solo che forse non sapevano come costruire un impedimento al refluire dell’acqua all’indietro. Concettualmente non c’è stato nessun balzo in avanti.
Una nota, ancora oggi la potenza di un motore è misurata in Hp (cavalli vapore)
– La miopia, come altre patologie di rifrazione dell’occhio, vengono corrette (non guarite!) limando l’occhio con il laser. Prima lo si faceva con il bisturi asportandone delle “fette”. Anche qui c’è quindi un miglioramento della tecnica che migliora l’applicazione concreta dell’idea. Ma l’idea è vecchia.
Il progresso è solo tecnologico. Le idee alla base sono sempre le stesse.
Spring
Si, ne abbiamo parlato in "Anguera, l'albero del bene e del male". Bisognerà tornarci alla luce di nuove considerazioni. In effetti il tema dell'elezione del nuovo "papa nero" è molto interessate alla luce dei messaggi di Anguera.
La famosa espressione "il veleno è nell'albero non nel frutto" assume oggi forse un significato chiaro. Nel messaggio del 16 Marzo 2013 la Madonna annuncia alcune caratteristiche salienti di questo pontificato: strada breve per il re, calvario, odiato e amato per le sue posizioni, sofferenza a causa dei sudditi, ma sembra anche mettere in guardia per le critiche che si sarebbero sollevate. Mi sono sempre chiesto se, identificato il frutto con il papa, l'albero potesse essere il suo ordine, quello dei gesuiti in riferimento alla teologia della liberazione.
Una palese disobbedienza nell'ordine nei confronti del papa ne farebbe perdere la ragion d'essere. Ma il fatto che il papa stesso sia gesuita rende tutto più complicato.
Inoltre a tal riguardo potrebbero chiarirsi anche i due messaggi in cui si parla di un uomo pericoloso "dal paese dei re" (in questo caso però sembra si tratti di un cardinale o, minimo, un vescovo). Vediamo che succede, potrebbe essere un passaggio veramente importante.
Concludo però che un Ratzinger costretto a dimettersi per le pressioni dei gesuiti non si può proprio sentire.
"Concludo però che un Ratzinger costretto a dimettersi per le pressioni dei gesuiti non si può proprio sentire." (Remox)
C'è un punto interrogativo, sia nell'originale che nella citazione:
"…Benedetto XVI (costretto ad abdicare, quest'ultimo, dalle pressioni dei gesuiti, oltre che dei media laicisti e mondialisti, della finanza e della massoneria?)…"
Il dubbio però rimane e rimarrà, visto che chi lo ha sostituito è un gesuita…
Grazie a Spring, Luigiza… ma voglio rispondere a chi giustamente vede nei miei commenti una sorta di contraddizione:
"Scusami dott. G.I., su Papa Francesco prima fai delle deduzioni poi ne maturi delle altre che sono contrarie alle prime, e vabbe' se ci volete far impazzire ditelo …" (Lupetto)
Hai ragione a dire questo. Ciò però non devi imputarlo a me perchè non è dovuto al mio modo di ragionare, ma all'enorme ambiguità del personaggio Bergoglio (se non l'hai ancora compreso).
Ne ho parlato ultimamente commentando la sua decisione di festeggiare Lutero e i 500 anni della riforma.
Se il Papa parteciperà il 31 ottobre 2016 alla cerimonia fra Chiesa Cattolica e Federazione mondiale luterana in Svezia per il 500mo anniversario della Riforma protestante, e nel 2017 sarà a Fatima in occasione del 100mo anniversario delle apparizioni della Madonna, che cosa possiamo dire?
Nella migliore delle ipotesi, diremo male nel primo caso e bene nell'altro (proprio per voler salvare il salvabile).
Noi semplicemente registriamo (addolorati) i suoi comportamenti scomposti e contraddittori.
Già in Argentina teneva una condotta incredibilmente ambigua. Da una parte, come fa oggi a Roma, si dimostrava del tutto informale e disponibile per i poveri, era un prete di strada, populista, ma dall'altra era ed è un conservatore (un gesuita) inflessibile. E infatti è stato un nemico dichiarato della Teologia della Liberazione in tutta l'America Latina. Ma all'apparenza passava (e passa) per un teologo della liberazione.
Sai come si chiama questa ambiguità e doppiezza, questo voler conciliare gli opposti e gli inconciliabili?
Questi comportamenti sfuggenti non sono frutto del caso o dell'opportunismo, ma derivano da un preciso modo di pensare: la logica del "non solum, sed etiam" (non solo, ma anche).
Conoscerai, per averlo visto in TV, il giornalista RAI Aldo Maria Valli, vaticanista prima del Tg 3, in seguito del Tg 1, stimato esperto dei sacri palazzi, pacato e tranquillo, sposato e padre di 6 figli, autore di alcuni libri.
Lo scorso 28 maggio ha vergato sul suo blog un articolo molto severo sulla "Amoris Laetitia" e il coro dei vaticanisti italiani estasiati da Papa Francesco ha perso un altro pezzo.
Riporto il suo famoso articolo che ha fatto tanto scalpore (da uno che non ti aspetti) e che sottoscriverei parola per parola (mi scuso se lo riporto per intero, ma è per far capire che cosa vuol dire "ambiguità"):
<<Noi cristiani lo sappiamo, o dovremmo saperlo: la nostra fede è all'insegna dell'et et, non dell'aut aut. Non siamo esclusivisti. Dio è uno e trino. È Padre e Figlio e Spirito Santo. Gesù è Dio e uomo, vero Dio e vero uomo. Per il cristiano, l'uomo è carne e spirito, corpo e anima. Al cristiano piace integrare, includere, non ergere barriere. Con l'incarnazione Dio si è fatto uomo. La Chiesa stessa vive all'insegna dell'et et. È Chiesa di preghiera e di azione, di grandi asceti e grandi lavoratori, di contemplazione e di missione. Ora et labora, non ora aut labora. La Chiesa ha i predicatori e i confessori, i monaci e le monache di clausura e i preti di strada. La Chiesa accoglie tutti: poveri e ricchi, colti e incolti, giovani e vecchi.
Da qualche tempo però sembra di notare che alla logica dell'et et si stia sostituendo nella nostra Chiesa una logica diversa: quella del non solum, sed etiam, cioè del «non solo, ma anche». Potrebbe sembrare che, tutto sommato, non vi siano differenze, ma non è così.
(continua…)
Pensiamo ad Amoris laetitia, nella quale la logica del «ma anche» si trova un po' ovunque. Dando vita spesso ad affermazioni singolari. Prendiamo per esempio il punto 308, dove si dice: «I Pastori che propongono ai fedeli l'ideale pieno del Vangelo e la dottrina della Chiesa devono aiutarli anche ad assumere la logica della compassione verso le persone fragili e ad evitare persecuzioni o giudizi troppo duri e impazienti». Dobbiamo dedurne che il modo più efficace per essere compassionevoli non è esattamente quello di proporre l'ideale pieno del Vangelo? Quanto poi alla vexata quaestio circa la comunione ai divorziati risposati, qual è la conclusione? Dopo aver letto e riletto il testo più e più volte, la risposta è: comunione sì, ma anche no. Oppure: comunione no, ma anche sì. Nel documento, in effetti, entrambe le conclusioni sono legittimate. A ciò conduce la logica del caso per caso, a sua volta figlia dell'etica della situazione. Mi devo considerare un peccatore? Sì, ma anche no. No, ma anche sì. Dipende.
I sintomi della logica del «ma anche» emergono qua e là, in occasioni diverse, ma sono sempre più frequenti.
Vado in ordine sparso.
Primo esempio. Quando papa Francesco si è recato in visita alla chiesa luterana di Roma e gli è stato chiesto se un cattolico e un luterano possono partecipare alla comunione, Bergoglio, attraverso una lunga risposta a braccio, ha detto in sostanza: no, ma anche sì, bisogna vedere caso per caso, perché «è un problema a cui ognuno deve rispondere».
Secondo esempio. Quando, nella sala stampa vaticana, il cardinale Schönborn, commentando Amoris laetitia, ha detto che il divieto di fare la comunione, per i divorziati risposati, non è stato revocato, ma, attraverso la via caritatis indicata da Francesco, «si può dare anche l'aiuto dei sacramenti in certi casi», in pratica ha detto: no, ma anche sì; sì, ma anche no.
Terzo esempio. Quando Francesco, prendendo parte a un video sul dialogo interreligioso (nel quale appaiono un musulmano, un buddista, un ebreo e un prete cattolico) ha detto che le persone «trovano Dio in modi diversi» e «in questa moltitudine c'è una sola certezza per noi: siamo tutti figli di Dio», chi eventualmente volesse avere un'altra certezza di un certo spessore (qual è la vera fede?) potrebbe arrivare alla conclusione che è la nostra, ma anche quella degli altri.
Quarto esempio. Quando eminenti esponenti della curia romana ci dicono che la Chiesa, dopo la rinuncia di Benedetto XVI, ha sì un unico papa legittimo, però ha in effetti due successori di Pietro, entrambi viventi ed entrambi pienamente papi, si vede anche lì all'opera la logica del «ma anche»: abbiamo un papa, ma anche due. E se qualcuno, inopportunamente, sostenesse che non possono essere entrambi pienamente papi, la risposta sarebbe assicurata: perché no? Lo è l'uno, ma anche l'altro.
Mi fermo con gli esempi e vengo al dunque. Attenzione: i cattolici sono pluralisti e non amano l'uniformità. Fin dall'inizio le comunità cristiane nascono all'insegna dell'inculturazione della fede e dunque sono multiformi. Tanto è vero che ancora oggi abbiamo riti diversi. La Chiesa si incultura in Occidente e in Oriente, al Nord e al Sud, in ogni contesto. In quanto cattolica, è opportuno ripeterlo, si rivolge a tutti e tutti accoglie: non seleziona a priori su base di censo o di conoscenza. Altrimenti sarebbe settaria, non cattolica. E fin qui siamo in pieno nella logica dell'et et.
(continua…)
La logica del «ma anche» però è un'altra cosa. È la pretesa di tenere uniti gli opposti o comunque qualcosa che insieme non ci può stare, o ci può stare solo a prezzo di forzature. C'è una differenza profonda tra la logica dell'et et e quella del «ma anche». Se l'et et unisce, il «ma anche» più che altro giustifica. Se l'et et rispetta la complessità e la riporta a unità, il «ma anche» cerca di superare la complessità attraverso qualche scorciatoia logica ed etica. Laddove l'et et unisce, il «ma anche» banalizza. Mentre l'et et punta alla verità, il «ma anche» si mette al servizio dell'utilità.
Qualcuno dirà: scusa tanto, ma che c'è poi di male nella Chiesa del «ma anche»? È così bello poter dire sì ma anche no, no ma anche sì. È umano. Noi siamo creature complesse, dunque perché andare alla ricerca di impossibili risposte nette e univoche? È tanto bello e buono non giudicare e prendere la realtà per quella che è, cioè complicata e contraddittoria. Perché dobbiamo sottoporre le persone a dure prove? Non è meglio smussare gli angoli e giustificare?
Ecco che cosa c'è di male: che la Chiesa del «ma anche» sposa esattamente la logica del mondo, non quella del Vangelo di Gesù. E infatti riceve gli applausi del mondo. Ma noi sappiamo che questo non è un buon segno. Il cristiano, quando è coerente, è perseguitato dal mondo, non applaudito.
D'altra parte, mentre suscita gli entusiasmi degli atei e dei laicisti, che vi trovano conferme e giustificazioni, la logica del «ma anche» lascia perplessi coloro che sono in cerca della fede. Chi cerca la Verità con la V maiuscola non vuole scorciatoie e parole ambivalenti. Ha desiderio di indicazioni di senso.
Lo scivolamento dalla logica dell'et et a quella del non solum, sed etiam avviene ogni giorno, in modo magari impercettibile, ma inesorabile. E coinvolge persone degnissime e buonissime, convinte in cuor loro di essere al servizio del Vangelo. Più che colpevoli, sono vittime. Perché la logica del «ma anche» è nell'aria che respiriamo.
Essere uomini e donne dell'et et significa non essere ambigui e non lasciare spazio alla confusione. La logica dell'et et sfocia nell'inclusione, non nella confusione. Gesù, campione dell'et et e non dell'aut aut, ha raccomandato che il nostro parlare sia «sì sì, no no». La confusione e la doppiezza sono specialità del diavolo, che in questo modo persegue il suo obiettivo: separare.
Personalmente, proprio perché so che, come tutti, respiro ogni giorno aria impregnata dalla logica del «ma anche», per cercare di stare in guardia uso un semplice espediente: ogni volta che in un'argomentazione trovo sintomi di «ma anche», lascio che un campanello squilli nella testa e nel cuore. Lì, mi dico, c'è qualcosa che non va. Lì il soggettivismo è in agguato. E quando poi il soggettivismo, come il lupo della favola, si traveste e indossa l'abito della coscienza morale e, per giustificarsi, dice con voce suadente «ma io, in coscienza…», il campanello suona ancora più forte. E mi viene in mente il cardinale Newman, per il quale la coscienza non era la scorciatoia verso l'etica della situazione, ma l'originario vicario di Cristo.
Sentiamo in proposito le cristalline parole di Benedetto XVI (20 dicembre 2010): «Nel pensiero moderno, la parola "coscienza" significa che, in materia di morale e di religione, la dimensione soggettiva, l'individuo, costituisce l'ultima istanza della decisione. La concezione che Newman ha della coscienza è diametralmente opposta. Per lui "coscienza" significa la capacità di verità dell'uomo: la capacità di riconoscere proprio negli ambiti decisivi della sua esistenza — religione e morale — una verità, "la" verità.
(continua…)
La coscienza, la capacità dell'uomo di riconoscere la verità, gli impone con ciò, al tempo stesso, il dovere di incamminarsi verso la verità, di cercarla e di sottomettersi ad essa laddove la incontra. Coscienza è capacità di verità, e obbedienza nei confronti della verità, che si mostra all'uomo che cerca col cuore aperto. Il cammino delle conversioni di Newman è un cammino della coscienza, un cammino non della soggettività che si afferma, ma, proprio al contrario, dell'obbedienza verso la verità che, a passo a passo, si apriva a lui».
Il che spiega perché, nella famosa Lettera al Duca di Norfolk, Newman scrisse che, nel caso avesse dovuto portare la religione in un brindisi, certamente avrebbe brindato per il papa, ma prima per la coscienza e poi per il papa. Ovvero: prima per la ricerca della verità, poi per l'autorità.
Ecco: coscienza è capacità di verità. Quando la coscienza del cristiano abbandona il sentiero stretto e impervio di questa ricerca e si incammina lungo i boulevard del «ma anche» (illuminati dai mass media e gratificanti, ma senza uscita), ho l'impressione che rischi fortemente di perdersi. E di finire dritta dritta nella tana del lupo.>>
http://www.aldomariavalli.it/2016/05/28/la-chiesa-e-la-logica-del-ma-anche/
Consiglio di leggere anche l'intervista ad Aldo Maria Valli che spiega molte altre cose che non posso riportare:
http://www.rossoporpora.org/rubriche/interviste-a-personalita/608-intervista-aldo-maria-valli-voglio-tanto-bene-al-papa-che.html
Si è capito adesso quali sono le ambiguità di fondo di questo pontificato? Le cose citate da Valli sono solo alcuni esempi, ma di ambiguità ce ne sono a camionate!
Voglio essere chiaro: la Chiesa attuale merita questo Papa. Anzi, questo Papa è perfetta espressione di questa Chiesa che di cattolico ha sempre meno, piena di corruzioni e di peccati. Se domani tornasse Benedetto XVI sulla cattedra di Pietro, non cambierebbe assolutamente nulla, il processo di autodemolizione continuerebbe senza posa.
E questo è il segno che stiamo vivendo tempi eccezionali, tempi dove le cose si fanno sempre più difficili e dove la tempra dei fedeli di Cristo viene vagliata col fuoco.
E una delle prove a cui siamo sottoposti è il vaglio della figura che il Signore ha permesso che sedesse sul Soglio di Pietro. Se Egli lo ha permesso non possiamo essere noi a stabilire che non è possibile, perché è un fatto: Bergoglio sta a quel posto e noi non possiamo non riconoscere che è così; Bergoglio è il Papa del nostro tempo, non ce n'è un altro, e a lui dobbiamo tutto il rispetto dovuto al Vicario di Cristo, tutto il rispetto dovuto alla funzione che svolge, nonostante lo faccia malamente e disastrosamente… e questo rispetto non va all'uomo, che non ci interessa, ma alla funzione impersonata dall'uomo, perché è così che il Signore ha permesso che sia.
Se il papa ci dà il cattivo esempio e predica una dottrina sbagliata, è segno che il Signore nei suoi imperscrutabili disegni permette che sia così, e c'è da ritenere che lo faccia per mettere alla prova i suoi fedeli: che essi dimostrino di voler rimanere tali nonostante un papa ambiguo e inadeguato!
Questo è il mio pensiero.
Ovviamente, detto questo, il giornalista aggiunge, senza cadere in contraddizione (come nemmeno io mi contraddico):
"So già che adesso qualche lettore osserverà: Ecco, questo qui vuole insegnare al Papa come fare il Papa!. Ma le mie sono, letteralmente, parole d'amore per il successore di Pietro.
Voglio molto bene al Papa. Non riesco a concepirmi come cattolico senza Pietro, che è il nostro tesoro più grande dopo la fede che abbiamo. Ma proprio perché prendo il Papa molto sul serio, mi interrogo su ciò che insegna, ovviamente su tutto ciò che è materia opinabile: de facto oggi quasi tutto quello che dice."
dott. G.I.
dott g.i leggentoti mi sembrava di leggere socci )))
avanzo questa ipotesi se il papa consenterà la comunione reciproca tra protestanti e cattolici dopo la sua visità in svezia, questo determinerà la scintilla dello scisma ?
No, non è Socci e non sono io che hai letto, ma è Aldo Maria Valli.
Personalmente, non credo che lo scisma nasca dalla visita in Svezia.
Penso che sarà l'ennesimo rospo che saremo costretti ad ingoiare, come stiamo facendo ormai da più di tre anni, accettando e superando situazioni a dir poco sgradevoli.
Aspettiamo il 31 ottobre e vediamo in che modo ci sarà anche questo atto formale di richiesta di perdono ai luterani.
dott. G.I.
ogni volta che si cerca di imporre una regola valida per tutti si fallisce perche' il percorso puo' essere solo simile ma non uguale.
In "Tracce di esperienza cristiana" don Luigi Giussani scrisse"Non c'e' esperienza cristiana autentica che non faccia riferimento ,almeno ultimamente, al concetto di Comunita' e di Autorita'".Prima per la ricerca della verita' e poi per l'autorita'.La ricerca della verita' e' la parte piu'profonda e intima dell'anima.Coincide con la capacita' e la volonta' stessa di" adorare", col senso religioso profondo dell'uomo,sintesi di contemplazione e azione,di ricezione e di donazione di figliolanza e di paternita'.Quanto piu' e'o e' stata profonda e gratuita,tanto piu' coniuga senza alcuno sforzo l'et ..et.Non permette di tornare indietro se non con colpa consapevole.Un punto di partenza e un punto di arrivo,principio e termine,alfa e omega.L'estetica della gratuita', la vera nobilta' dell'uomo,la nutrice di eroi santi poeti e navigatori(in internet 🙂 ).Nessuno che l'abbia conosciuta vuole banalizzarla,come non vorrebbe banalizzare il giorno del suo Matrimonio.E' un bisogno talmente profondo nell'anima che puo' degenerare nel preconcetto.Piu' difficile da rompere che un atomo?Non lo so:certamente si' per i pigri e i presuntuosi.Chi invece tiene conto della realta', e della Storia, non solo di quella parte che vuole vedere,rientra in possesso della sua innocenza nel riconoscere la verita',esattamente come un peccatore puo' rientrare in possesso del movente puro che lo ha portato nell'errore. Come sente naturale e desiderabile avere un solo padre e una sola madre e una sola famiglia,cosi' cerca,desidera e ama una sola verita'.Cercarne due gli toglierebbe forza e sentimento, sarebbe come essere innamorati e poi fare l'amore con l'amata non in maniera normale ma in maniera degradante.Perche', bellezze, noi viviamo per la Bellezza.Cosi' sia.
Ho dimenticato la prima cosa che volevo dire:la verita' non e' un percorso,e' il principio e la fine.Chi cerca la verita' e non sopporta le regole di una religione,puo' seguire la religione naturale.noi parliamo di verita' eterna,calata nel tempo ma eterna, non di percorsi. Chiamatela,se volete, poesia…emozioni, no, ormai neanche Lucio Battisti la chiamerebbe cosi'.Ma come ho detto,le parti di verita' che uno ha concepito dallo Spirito, gli lasciano un'impronta,che sia stato un Sacramento, o che non abbia mai ricevuto un Sacramento, neanche il Battesimo.Quando la vita gli lascia queste memoriae Dei, le imprime come un marchio a fuoco.Altra cosa invece e' il marchio dei preconcetti che uno si porta dietro dall'adolewscenza e neanche da adulto ha avuto la forza di andare a controllare,eppero' vuole applicare a tutti,contraddicendo se' stesso.Esiste da 2000 anni la Chiesa Trionfante in Cielo, la purgante in Purgatorio e la militante in Terra, con 2000 anni di grandi figure e di grandi opere, oltre a peccati e cadute:esistono i Tesori della Chiesa in Cielo,che la rendono invincibile in Cristo,e dov'e' che ha fallito?Forse agli esami da occultisti Trismegisti?E dove fallira', se ancora il Trionfo terreno ce l'ha davanti?
dott g.i intendevo dire che le critiche a questo papa sembrano simile a quello di socci, hai letto la lettera di bergoglio ai vescovi argentini sull'interpretazione Amoris laetitia http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2016/09/11/ipse-dixit-amoris-laetitia-va-interpretata-solo-cosi/
poi c'è stata UNA PICCOLA, AMBIGUA E IMBARAZZANTE MARCIA INDIETRO…
INFOCATOLICA HA APPENA CORRETTO IL SUO ARTICOLO DICENDO CHE QUEL TESTO NON E' DEFINITIVO (ma la lettera di Bergoglio c'è). socci
siamo allo solita tattica del gambero ??
o come vorrei il ritorno di giovanni paolo II o benedetto vxi, chiari precisi autorevoli e non equivoci….
Sì, c'è una confusione enorme che purtroppo va aumentando e non ci vuole Socci per vedere che colui il quale dovrebbe essere luce per la Chiesa con i suoi insegnamenti (il papa) è causa di confusione.
Basta fare un semplice ragionamento.
Perché il papa interviene con un atto del suo Magistero? Per dare delle direttive chiare sia ai pastori che ai fedeli in materie di fede. Non per creare confusione.
Nessuno può negare che prima di Amoris Laetitia le cose erano molto chiare dal punto di vista dottrinale (nella pratica erano poi disattese, ma non importa).
Appena è uscita l'Esortazione postsinodale sono cominciate le interpretazioni contrastanti, le divisioni, le controversie…
Da questo punto di vista, l'Esortazione è un autentico fallimento.
Se il papa non si rende conto di questo, vuol dire che segue un piano ben preciso e sa quello che vuole…
"Dopo aver letto e riletto il testo più e più volte, la risposta è: comunione sì, ma anche no. Oppure: comunione no, ma anche sì. Nel documento, in effetti, entrambe le conclusioni sono legittimate. A ciò conduce la logica del caso per caso, a sua volta figlia dell'etica della situazione. Mi devo considerare un peccatore? Sì, ma anche no. No, ma anche sì. Dipende." (Aldo Maria Valli)
È saggio che il Pastore universale della Chiesa, che ha la suprema autorità d'insegnare, produca un documento così fumoso e contraddittorio che causi simile confusione, disorientamento, imbarazzo, turbamento? È normale?
La Chiesa non aveva già tanti problemi che essere cacciata a forza in questo ginepraio di discussioni gesuitiche inutili?
Quando sappiamo bene che la verità evangelica in materia è limpidissima!
Gesù ha abolito il ripudio concesso da Mosè.
Come ha scritto qualcuno, per far crollare tutte le false aperture della Amoris Laetitia, basterebbe porsi questa semplice domanda e cercare di darsi una risposta:
"Si può commettere adulterio in alcune circostanze?"
Si vedrà che in nessun caso è possibile farlo.
A meno che non si voglia tornare alla legge mosaica.
"La ragione per cui la Chiesa non permette che si dia la Comunione a coloro che vivono un secondo matrimonio illegittimo è perché il secondo matrimonio implica atti di adulterio; il problema sta nella natura pubblica della questione. Chi si trova in questa situazione vive pubblicamente in un modo che offende l’insegnamento di Nostro Signore. Perciò non c'è un giudizio sulla coscienza delle persone, ma ciò che possiamo dire alle persone è che le tue azioni contraddicono l'insegnamento del Signore e la Chiesa non vuole contribuire ulteriormente a farti del male spiritualmente permettendoti di ricevere la Comunione o scandalizzando i fedeli lasciando che tu riceva la Comunione mentre stai vivendo un secondo matrimonio invalido."
http://sinodo2015.lanuovabq.it/raymond-arroyo-di-ewtn-pone-domande-difficili-su-amoris-laetitia/
Mi viene in mente un mesaggio in tema.
All’inizio delle apparizioni di Itapiranga, Maria Do Carmo (mamma di Edson Glauber) era preoccupata per delle situazioni familiari dei suoi fratelli e l'11 maggio 1994, Gesù, Le parla così: "Maria do Carmo! Non dormire! Alzati, scrivi. Non perdere tempo. L’adulterio è peccato grave, ma c'è perdono se si fa una buona confessione con pentimento assoluto! Insegnalo. Tu sai come si fa una buona confessione. Non si può aver paura e neppure vergogna del sacerdote. Se lui perdona, anch'Io perdono. Se lui non perdona, anch'io non perdono! Coloro che sono sposati e sono separati, se si amano ancora, si riuniscano di nuovo: con perdono e sincerità! Chi è sposato ed è separato, e vive con un altro uomo o con un'altra donna con cui non è sposato, deve dividersi o vivere come amico nella stessa casa. I due non possono più vivere come marito e moglie. Se uno dei due è libero e sente la necessità della vita coniugale, deve sposarsi. Ma non può commettere adulterio!"
Mettere confusione in una dottrina così limpidamente chiara, è da dissennati.
Vuol dire che qualcosa non va…
dott. G.I.
Un po' di storia:tracce per comiciare senza impegno…Diatriba Formica-Andreatta le cause del debito pubblico. e Liti delle Comari (Wikipedia) e Rino Formica (Wikipedia). Causalmente Formica fu quello che durante le stragi della strategia della tensione, disse "Non sono i fascisti quelli che mettono le bombe…e' un piccolo Stato mediorientale che vuole metterci in cattiva luce presso gli americani" (quindi provocare un colpo di Stato e cambiare la politica estera).Quanto al controllo britannico sulle vicende italiane, a volte convergente conquello usa, a volte no,la storia e' piu'' lunga. G.Fasanella M.J.Cereghino.Colonia italia,Chiarelettere, Milano.
WOW! Complimenti per l'analisi dott. G.I.
Quindi ci siamo! 🙂 Gli illuminati stanno per subire un black out 🙂
Spring
Chiedo una preghiera secondo le mie intenzioni. Grazie a tutti
Questa e' nuova.Non prego neanche secondo le mie intenzioni, e devo pregare secondo quelle ignote di un anonimo. 🙂 Dev'essere la pubblicita' di una fabbrica di scatolame.
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Guarda pensavo perfino che fosse uno scherzo.Intanto non devi chiedere secondo le tue intenzioni, ma di pregare per te secondo le intenzioni di Dio.Nel Vangelo trovi personaggi che si espongono, anche ciechi,lebbrosi, pubblicani…uno, Zaccheo, sale su un albero:e' essenziale metterci la faccia o almeno esporsi.Senno' finira' che ci ritroviamo a pregare per una ragazzina a cui e' morto il gatto, o per qualunque sentimentalismo.Se lo chiedesse uno che si e' in qualche modo esposto, qui, come p.es. fece Pierpaolo, nessuno gli chiederebbe di spiegare i motivi.Ma cosi' a scatola chiusa… sarebbe buonismo, demagogia diseducativa. La conversione e' anche non prendersi troppo sul serio.Se hai un altro nick, se ti pare riscrivi la richiesta e io preghero' per te secondo le intenzioni di Dio.Stai certo che se ascoltera' la mia preghiera, ti concedera' il contrario, perche' con me per lo piu' ha sempre fatto cosi. Se e' una cosa grave e seria,il mio "carisma",molto tra virgolette, non e' quello che fa al caso tuo.
Scusa, come non detto
SECONDO ME FA BENE IL DOTTORE, SOCCI PERO', PUNTA L'ATTENZIONE SULL'EUCARESTIA, LA MADONNA E' STATA CHIARA AD ANGUERA LO SCORSO FERRAGOSTO:
4.348 – Messaggio di Nostra Signora Regina della Pace, trasmesso il 15/08/2016
"Cari figli, la vostra vittoria è nell'Eucaristia. L'Eucaristia è il più grande tesoro della Chiesa del mio Gesù. Il mio Gesù viene al Padre ma rimane con voi nell'Eucaristia con il suo Corpo, Sangue, Anima e Divinità. Questa è la verità che deve sempre essere difesa e mai essere negata. Questo è il tempo dei dolori per i miei poveri figli. Camminate verso un futuro di grandi persecuzioni. I nemici agiranno contro la Chiesa del mio Gesù grandi saranno gli attacchi contro l'Eucaristia. Una proposta sarà fatta dai nemici, ma la verità del mio Gesù non può essere cambiata. Siate difensori della fede. Qualunque cosa accada, amate e difendete la verità. Io vi amo e sono al vostro fianco. Non tiratevi indietro. Coloro che rimarranno fedeli fino alla fine riceveranno la Grande Ricompensa del Signore. Avanti senza paura.
Questo è il messaggio che oggi vi trasmetto in nome della Santissima Trinità. Grazie per avermi permesso di riunirvi qui ancora una volta.
QUESTO MESAGGIO VA COLLEGATO AL 4.055 DEL 04-11-14 QUANDO LA MADONNA DISSE: " Arrivera' il tempo in cui i difensori della Verita' sperimenteranno una Croce pesante perché saranno trattati come nemici"
PERTANTO OCCHIO ALL'EUCARESTIA …
Maria,Madre della Chiesa, e' L'Arca dell'Alleanza e racchiude in se'l'Eucarestia, arma in grado di abbagliare o presumibilmente fulminare i nemici,quando Dio,con Maria, vuole.Non servono fantomatiche stazioni spaziali.
http://voxnews.info/2016/09/15/bergoglio-e-la-sceicca-degli-eau-riceve-tappetino-di-preghiera/
http://www.pandoratv.it/?p=11044 La carta straccia prima del ferro di Brenno? Carta straccia sporca del sangue di 5 continenti.
http://www.pandoratv.it/?p=11031 Tutto normale?
Dov'è l'anormalità? È un concetto scalabile. Lo si ritrova tutt'oggi anche nel piccolo, ovviamente ridimensionato in quanto a gravità delle minacce; ma non per questo meno distruttivo. Il popolo tutto, che di ignoranza in ogni senso ne ha da vendere, partecipa impettito e fiero di rendere ad un tempo un servizio alla patria ed al loro dio.
Questa tecnica di rovinare qualcuno rovinando qualunque cosa sia con lui in relazione risale al tempo dei ninja. L'addestramento oggi avviene sulla pelle dei fessi, come è possibile notare in ogni città.
Beyond the looking-glass
«… e nella mano destra aveva una lunga lancia che puntava sull'Italia.»
Nulla di nuovo sotto il sole, pero'mi sembra che ora stiano giocando sull'arroganza manifesta,forse perche' si sentono abbastanza forti nel controllo dei centri di comando di ogni tipo da poter vincere le battaglie senza combatterle davvero.Invece credo che sia la classica superbia che gli dei agevolano in quelli che vogliono perdere, direbbero greci e romani antichi, o che Dio vuole castigare togliendo il senno, permettendo l'accecamento e l'indurimento,diciamo noi. http://www.pandoratv.it/?p=11009 La B61-12 potrebbe sembrare normale amministrazione, ricambio di routine, ma siccome penetra in profondita' nei bunker e uccide i comandi avversari, non lo e',perche' puo' essere usata per un first strike in modo da neutralizzare la risposta avversaria di secondo livello, mentre la prima risposta automatica pensano di neutralizzare con lo scudo spaziale.Quindi l'Italia, in base alla sua Costituzione, dovrebbe almeno discutere , invece di esporsi come maggiore detentrice di bombe atomiche Nato di cui non ha il controllo.Piu' del nord Europa e piu' della Turchia.
ESSERE VERAMENTE INTERESSANTE.
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http://ningizhzidda.blogspot.it/2014/05/le-profezie-dei-due-soli.html?m=0
..per cui verrà a visitarci dall alto come un sole che sorge per rischiarare quelli che stanno nelle tenebre e nell ombra della morte… Luca 1;78
ULTIMO DI ANGUERA
4.361 – Messaggio di Nostra Signora Regina della Pace, trasmesso il 15/09/2016
"Cari figli, siate sempre pronti a dire il vostro Sì alla Chiamata del Signore. Ascoltate la Sua Voce che parla al vostro cuore. Non dimenticatevi: tutto in questa vita passa, ma la Grazia di Dio in voi sarà eterna. Allontanatevi dal mondo e servite il Signore con gioia. Non allontanatevi dalla preghiera. Quando siete lontani, voi diventate bersaglio del demonio. Vi chiedo di mantenere accesa la fiamma della vostra fede. L'umanità cammina verso le tenebre della cecità spirituale. Tempi verranno in cui la verità sarà abbandonata e gli uomini abbracceranno falsi insegnamenti. Io sono la vostra Madre Addolorata e soffro per quello che viene per voi. Pregate. Pregate. Pregate.
Questo è il messaggio che oggi vi trasmetto in nome della Santissima Trinità. Grazie per avermi permesso di riunirvi qui ancora una volta. Vi benedico nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. Restate in pace.”
http://sebirblu.blogspot.it/2016/09/teresa-neumann-e-leta-di-caino-dal-1999.html
domenico è morto padre amorth (((((
Mi dispiace tanto, padre Amorth è stato un grande servo di Dio, ha insegnato tante cose sul diavolo che ha sempre combattuto e sui pericoli che corrono i giovani d'oggi. Un saluto al Cielo da cui ci guarda,pace a lui per sempre e lode a Dio.
Padre Amorth, morto a 91 anni il sacerdote ed esorcista della Diocesi di Roma
http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/09/16/padre-amorth-morto-a-roma-il-sacerdote-ed-esorcista-della-diocesi-di-roma/3038643/
È morto a 91 anni Padre Amorth, il prete esorcista. Noto sacerdote paolino, don Gabriele Amorth era ricoverato da alcune settimane per complicazioni polmonari presso l’ospedale della Fondazione Santa Lucia a Roma.
Non so se avete visto l'ultimo commento all'articolo precedente, non conosco il brasiliano ma sembra che sul quel miracolo eucaristico ci siano davvero troppe ombre…
Quando Cristo nel Vangelo dice"Non faccio niente da me stesso:il Padre opera e io opero",e lo dice come uomo…li sono unite Onnipotenza e impotenza:et..et.La logica tiene anche se unisce estremi opposti.Che tenga non dipende da cosa unisce, ma da come unisce.Cioe'dall'atteggiamento di adorazione:cio' per cui esistiamo:e Dio stesso adora,Dio e' preghiera.Se Dio incontrasse uno piu' santo gli piegherebbe il ginocchio(Silesius). La Fede e'come una equazione:se cambi elementi in un braccio ne devi cambiare anche nell'altro.Se limi ,attenui le forme estreme dell'et…et ,non nella dottrina, ma nella pratica pastorale,con tutte le scuse o le ragioni umane di questo mondo,di fatto rischi di modellare la mentalita'con cui si adora,che muove il cuore a cose grandi secondo la Croce di Cristo.Non a caso fatta con due elementi opposti(asse verticale e asse orizzontale).Ma la Croce rimane, perche' Dio governa anche tramite cio' che permette,ed e' Onnipotente,e perche' non siamo fatti per essere pusillanimi.("Vi meravigliate di questo?vedrete cose ben piu' grandi"). Rischi di smorzare il cuore che e' l'adorazione.In pratica?LA FAMIGLIA. Un padre non contiene in se' due estremi?Non e' anche figlio insoddisfatto e un po' frustrato?E' padre perche' e' arrivato a essere perfetto?Non protesta mai con Dio?" Bresciani ,a militare, avevano un gran florilegio di bestemmie:la sostanza era che Dio era un povero che faceva il moralista e se la prendeva coi piccoli.Padri di famiglia..tutti zitti,mai correggere,mai sfogarsi,prima di parlare farsi mille esami di coscienza?Ma se un padre "adora" Dio come si deve, non si fa condizionare, e come dice il profeta, "C'e' un fuoco chiuso nelle mie ossa, mi sforzo di contenerlo, ma non posso". lo stesso vale perla Dottrina.Tutte le obiezioni fatte a Dio e alla Chiesa puntano sulla forza delle contraddizioni,Perche' Dio onnipotente permette il male,perche la Chiesa ha fatto errori e guerre nella storia,perche' regole e formalita' quando la fede e' nel cuore..etc etc.).La risposta:"Non faccio niente da me, il Padre opera e io opero"e,dopo risorto:"Senza di me non potete fare nulla".Le minacce di quel Morrell ,ex dirigente Cia, ad Assad, Putin,etc.:cosa c'entrano? C'entrano: dice "Non vogliamo ucciderli, ma colpirli nelle loro cose e nelle persone vicine a loro".Semplice ma diabolico:portarli a pensare a se' stessi"Qui non finira' bene per me":distrarlicome padri del popolo(proprio perche' li sanno in buona fede):sentirsi troppo sacrificati mentre il popolo tutto sommato riceve, giudica e pretende.Davvero non vogliono ucciderli?No(sanno troppe cose):vogliono prima comprometterli, portarli a fare errori e isolarli:poi colpirli. QUESTA E' MAFIA BELLEZZA.Non incidentale, ma cosostanziale al regime che governa il mondo.Qui,il figlio standard odierno direbbe, se cresciuto vicino alla parrocchia:"Bhe',si sa, lo dice san Giovanni Evangelista che il mondo giace in potere del Maligno,principe di questo mondo".Non sara' che la stessa tattica e' applicata contro la Chiesa Cattolica?Cioe':prima screditarla e poi colpirla?Se esistono dei principi del mondo,questi vogliono fare una religione mondiale tenendo la Chiesa Cattolica con la forza organizzativa,materiale,culturale che ha adesso, quand'anche fosse consenziente e prona?NO, non ragionano cosi' i principi del mondo.Prima di ridurla come vogliono vederla,le farebbero una bella cura dimagrante.,e senza andare per il sottile. Per il sottile ci stanno andando ora,che e' la fase precedente.Quindi Pietro, come Gesu' prerisorto, da solo non puo' fare nula.Cercare risultati diplomatici diventa prostituzione apocalittica.Confonde e corrompe la fede dei fedeli deboli:un veleno sottile e invisibile ma che corrode:si chiama adorare male, cioe' idolatria.