IL “GIOVIN NERO”: FINE
DELLA STORIA
Poco oltre un anno
dalle proteste afro americane per l’uccisione di Trayvon Martin e dall’assoluzione
del suo uccisore, Zimmerman, si conclude il capitolo legato al “giovin nero”
narrato nelle quartine Presagio 39 di Maggio e la 360 del Ramo XXIII del ‘900.
La prima è servita a metterci sull’avviso su quel il veggente intendesse per “giovin
nero” mentre la seconda ci conferma senza ombra di dubbio il passaggio dell’Onda.
Come potete constatare
anche voi, cari lettori, passo dopo passo e al momento senza salti temporali,
il che ci garantisce una straordinaria continuità di cronaca, il Poema
Temporale si sta avverando sotto i nostri occhi.
Il “giovin nero” non è
un evento centrale della storia, ma come sempre un curioso parallelo
cronologico che il veggente ci offre per descrivere uno scenario ben preciso:
quello del nuovo e più violento scontro fra Oriente e Occidente. In questo caso
con le riprese delle ostilità in Medioriente e il riemergere definitivo della
potenza russa.
D’altronde il Ramo
XXII del ‘900 pubblicato da Ramotti, e da lui intitolato “Cronache degli anni ’80,
seconda parte” che termina con l’inizio della Prima Guerra del Golfo e che a ben
vedere può essere definito come il vero ultimo Ramo del secolo, ci preannuncia
con chiarezza questa “gran contesa” fra le leggi di Venere e del Sole. Inoltre
nelle quartine 145 e 340 ci dice che:
“Il gran teatro si viene a raddrizzare,
Bestia sul palco e le reti gettate:
d’azzardo le sorti giocate,
dalle sette confuso il mondo e reso scismatico”
Unendo fra loro i
versi attinenti delle due quartine ecco che il vaticinio prende forma. Il
grande spettacolo della Tribolazione ha infine inizio, il diavolo è furioso perché
sa che gli resta poco tempo. Il mondo è colpito dalla piaga della divisione e
della confusione. Le nazioni non s’intendono fra loro, ma soprattutto sono le
sette e le fazioni islamiche a rendersi protagoniste in questo scorcio di
tempo.
Rivediamo dunque la
quartina 360.
Dal Ramo XXIII del Novecento “Il Secolo
di Febo”
360
Par toute Asie grande proscription,
Mesme en Mysie, Lysie, & Pamphilie:
Sang versera par absolution,
D’vn ieune noir remply de felonnie.360
Per tutta l’Asia una grande proscrizione,
La stessa per quelli di Siria e Turchia:
Sangue si verserà per l’assoluzion,
Di un giovin nero ripien di fellonia.
Cominciamo con il “giovin
nero” che dopo Trayvon Martin prende le forme di Michael Brown, 18nne afro
americano ucciso a Ferguson nel Missouri. La piazza si scatena e la situazione
si fa molto tesa. Senza entrare troppo nei dettagli le richieste della comunità
nera sono semplici: questa volta ad essere “assolto” dalle responsabilità
infamanti rivolte alla comunità deve essere la vittima mentre il poliziotto
bianco va arrestato. La vicenda è dunque molto simile a quella di Trayvon
Martin che mi ha permesso di individuare il “tema” visto dal veggente. Nel
Presagio 39 Nostradamus utilizza un’espressione curiosa:
“al giovin nero
rimessa per fiamma l’anima”
Oggi come allora la
polemica è sugli spari che hanno ucciso i giovani, quella tipica “fiamma” delle
prime armi da sparo che il dottore di Salon doveva ben conoscere visto che le
prime pistole comparvero in Europa nella metà del ‘500.
Ma veniamo ora ai
primi due versi altrettanto interessanti. Indicano infatti uno scenario
generale ed uno particolare. Le località citate Misia e Panfilia sono regioni
turche mentre Lisia è un nome di personaggi storici che hanno avuto a che fare
con quell’area. Per attinenza il rimando può essere a Lisia, governatore greco
della Siria dopo la spartizione dell’Impero di Alessandro Magno, che mosse
guerra contro la Giudea e venne sconfitto dai Maccabei. Oppure a Lisia
governatore della Cilicia, in Turchia, sotto Diocleziano. Nel contesto della
quartina direi che il rimando è a quella regione Nord Mediorientale oggi al
centro della cronaca per la guerra contro lo Stato Islamico fra Iraq, Siria e
le regioni del Kurdistan. Un riferimento molto preciso, con l’Asia (minore) in
fermento.
Di più, abbiamo uno
scenario particolare. Proprio mentre a Ferguson monta la rivolta episodi simili avvengono nel Kurdistan turco nella città di Lice. A seguito della rimozione di
una statua di un capo storico curdo cominciano le violenze che portano alla
morte di un manifestante e di un soldato turco. Vorrei far notare l’attinenza
del nome della città con i luoghi dei primi due versi, ma anche con il modo in
cui Nostradamus ha scritto “Lisye”. La notizia di questi scontri è più
interessante di quanto si immagini perché i tentativi di pace della Turchia con
la minoranza curda possono essere messi a repentaglio dagli sviluppi della
situazione Mediorientale. Le tribù curde iraqene sono di fatto indipendenti,
armate, addestrate e dotate di un territorio ricco di petrolio. Godono dell’appoggio
di Israele e degli USA. I curdi siriani sono autonomi, con l’autorità siriana
ormai dissolta. E quelli turchi? Staranno a guardare?
Per Erdogan potrebbe
essere un incubo.
Un sito straniero ( OLANDA) sulle profezie, identifica la Turchia di Erdogan come la nuova capitale del Grande Califato e dove si esercitano i terroristi dell'ISI…
http://xandernieuws.punt.nl/content/2014/08/Moslim-Broederschap-verklaart-Turkije-tot-centrum-Islamitisch-Kalifaat
http://xandernieuws.punt.nl/content/2014/08/Videobewijs-van-IS-trainingskampen-in-Turkije
Un altro "soccorso a lungo atteso" al centro della cronaca, dopo quello nel Kurdistan:
http://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/europa/2014/08/22/ucraina-putin-difende-invio-convoglio_f2a161e7-1093-41eb-a503-3c72ddc3bc1f.html
https://it.notizie.yahoo.com/arrivano-altri-1-300-immigrati-105857725.html