VATICINIA NOSTRADAMI PARTE TERZA Dall’unidicesimo al quindicesimo Pontefice

scritto da Remox
10 · Apr · 2013

VATICINIA NOSTRADAMI PARTE TERZA

 Dall’unidicesimo al quindicesimo Pontefice

Benedetto XIII

Pietro Francesco Orsini (1724 – 1730)

Miles in Bello – Soldato in Guerra

Attribuzione: Tavola 15 (13). Benedetto XIII, domenicano, fu l’ultimo Orsini ad essere eletto papa. Tentò di riportare la Chiesa, in particolar modo la Curia, a costumi più morigerati. Durante il suo pontificato vi furono diverse guerre di successione. Tiene in mano una foglia di palma e ai suoi piedi una grande corona con 5 croci gigliate proprio come nel suo stemma araldico, da cui escono foglie di palma. Un lupo tiene una spada a rappresentare le guerre di successione.

  

Clemente XII

Lorenzo Corsini (1730 – 1740)

Columna Excelsa – Colonna Eccelsa

 

Attribuzione: Tavola 20 (18). Pontefice che viene circondato da piccoli orsi, di cui uno sulle spalle che sembra riprendere il cognome della famiglia fiorentina di discendenza, C-Orsini. Clemente XII è ricordato in particolar modo per le numerose opere monumentali e infrastrutturali con le quali potenzio ed abbellì lo Stato Pontificio. Parecchi secoli dopo l’Imperatore Traiano, ripristinò uno sbocco marittimo in Oriente per Roma (a Occidente vi era Civitavecchia). Fra le varie opere va ricordata la Fontana di Trevi (Colonna Eccelsa). Fra i pronunciamenti la prima ufficiale condanna contro la massoneria e i tentativi di riavvicinamento, anche fruttuosi, con le chiese ortodosse.

Benedetto XIV

Prospero Lorenzo Lambertini (1740 – 1758)

Animal Rurale – Anima di Campagna

 

Attribuzione: Tavola 25 (23).  Così dallo storico Botta è presentato Benedetto XIV: « Dopo Marcello II, troppo presto tolto alla cristianità, nessun papa era salito al seggio di Roma che per ingegno e per prudenza fosse con Lambertini da paragonarsi. Trovò modo che per mantenere le ragioni, il miglior mezzo è il non irritare gli avversari. Egli fu papa quale il secolo voleva. Le controversie con Roma non furono più ostilità, ma discussioni, e l’incredulità che pur troppo andava serpeggiando tra le generazioni, in cospetto di un papa amabile e spiritoso s’arrestava »Uomo di grande erudizione, mantenne contatti epistolari con i personaggi più illuminati del suo tempo, da sovrani come Francesco I, Maria Teresa d’Austria, Luigi XV, Federico II, Giovanni V di Portogallo. Nella tavola si vedono un re e una regina ed un toro che si alza verso la figura del pontefice. Per quanto riguarda Malachia il pontefice in conclave disse: “se volete eleggere un asino (animale di campagna) allora eleggete me”. Il toro rappresenta l’animale di campagna del vaticinio pittorico.

Clemente XIII

Carlo Rezzonico (1758 – 1769)

Rosa Umbriae – Rosa dell’Umbria

 

Attribuzione: Tavola 6 (4). Dal registro annuale del 1758 Clemente XIII viene descritto in questo modo: fu “l’uomo più onesto del mondo; un ecclesiastico esemplare; dai valori più puri: devoto, saldo, istruito, diligente…” Il suo pontificato fu investito dalla ribellione dei parlamenti  e dei governi europei cattolici, a cominciare dal parlamento francese, alla presenza dei gesuiti nei loro territori che in più casi vennero espulsi. Il papa per contrastare le richieste di soppressione della Compagnia accettò un concistoro dove stabilire il da farsi, ma alla vigilia del giorno stabilito morì non senza sospetti di avvelenamento. Nell’immagine si vede un uomo del popolo che si ribella volteggiando una clava contro la figura del pontefice. Il papa fu molto legato all’Umbria e negli anni in cui regnò sembra che sorse l’ordine religioso della Rosa dell’Umbria.

Clemente XIV

Gian Vincenzo Antonio Ganganelli (1769 – 1774)

Ursus Velox – Orso Veloce

 

Attribuzione: Tavola 16 (14). Pontefice assiso sul trono con un angelo che gli consegna le chiavi. In mano una palma, alle sue spalle un sole con cinque stelle, alla sua destra un pavone. Clemente XIV è ricordato soprattutto per essere uno dei pochi papi proveniente dall’ordine francescano, di cui è presente il simbolo delle doppie braccia nel suo stemma araldico, e per la decisione presa dopo molte forti pressioni politiche da parte di quasi tutti i Regni d’Europa per l’abolizione dell’ordine dei gesuiti. L’angelo rappresenta il luogo di nascita: Sant’Arcangelo di Romagna. Il sole è il simbolo dei gesuiti con le stelle a sei punte che riprendono lo stemma del papa. Il pavone compare negli stemmi di molte famiglie nobili d’Europa in particolare dell’Europa Centrale. Sulla testa del pavone tre piume che riprendono i tre chiodi presenti nel simbolo dei gesuiti. Il pavone spesso è identificato con la fenice ed entrambi sono simboli di immortalità e resurrezione. La Compagnia di Gesù verrà infatti ricostituita e riammessa nella Chiesa poco più avanti. Lo stemma della famiglia Ganganelli prevedeva una zampa di orso che afferra una quercia, da cui il motto di S. Malachia.

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