LE FORZE SIRIANE E RUSSE SI SONO RAFFORZATE AI CONFINI CON LA TURCHIA, DOPO CHE QUESTA HA SEGNALATO L’AVVIO DELLE OPERAZIONE MILITARI

scritto da NICOLA_Z
08 · Giu · 2022

Riepilogo:

  • TURCHIA e RUSSIA appoggiano parti contrapposte nella guerra siriana (SNA vs SDF);
  • Qualsiasi assalto turco colpirebbe la milizia curda delle YPG gruppo che fa capo alle FORZE DEMOCRATICHE SIRIANE (SDF), appoggiate sia dalla RUSSIA che dagli USA;
  • La Russia, è intervenuta per il potenziamento delle forze siriane – (dichiarazioni di Funzionari turchi);
  • Un attacco militare nel Nord della Siria da parte turca, potrebbe danneggiare la stabilità regionale, affermano gli Stati Uniti;
  • YPG fa parte dell’alleanza sostenuta dagli Stati Uniti contro l’ISIS.

 

Le forze governative siriane e russe sono state rafforzate nel nord della Siria, dove la Turchia potrebbe presto lanciare un’offensiva contro i combattenti curdi, hanno affermato sia i funzionari turchi che i ribelli siriani, mentre Ankara si prepara ai colloqui con Mosca.

Il presidente Tayyip Erdogan ha dichiarato  due settimane fa, che la Turchia avrebbe lanciato NUOVE OPERAZIONI MILITARI IN SIRIA per estendere la profondità delle “zone sicure” a 30 km (20 miglia) lungo il confine, mirando alle regioni di Tal Rifaat e Manbij e ad altre aree più a est.

La Russia, che nel fine settimana ha messo in guardia contro l’ESCALATION MILITARE nel nord della Siria, invierà mercoledì il ministro degli Esteri Sergei Lavrov per colloqui ad Ankara.

I due Paesi (Turchia e Russia) hanno stretti legami, e Ankara ha cercato di fare da mediatore  nei colloqui sulla guerra della Russia in Ucraina, ma il loro sostegno alle parti che sono contrapposte nello scenario della Siria, potrebbe mettere a dura prova le relazioni del presidente Vladimir Putin, con l’unico membro della NATO, che non impone sanzioni per l’invasione a Mosca.

La posta in gioco è alta anche per Erdogan.  Senza almeno la tacita approvazione della Russia, potente alleato del presidente Bashar al-Assad nel conflitto siriano, un’offensiva turca comporterebbe un ulteriore rischio di vittime. Russia e Turchia si sono reciprocamente controllate le ambizioni militari in vari momenti della guerra siriana, avvicinandole a volte allo scontro diretto.

Non ci sono ancora stati segnali di un significativo potenziamento militare turco nella regione di confine, ma nelle ultime due settimane le notizie di scambi di razzi e artiglieria sono diventate più frequenti.

Qualsiasi operazione turca attaccherebbe la milizia curda delle YPG, una parte fondamentale delle FORZE DEMOCRATICHE SIRIANE (SDF) sostenute dagli STATI UNITI che controlla gran parte della Siria settentrionale ed è considerata da Washington come un importante alleato contro lo STATO ISLAMICO. Ankara lo vede come un gruppo terroristico e un’estensione del militante KURDISTAN WORKERS PARTY (PKK).

Un portavoce dell’ESERCITO NAZIONALE SIRIANO (SNA) sostenuto dalla Turchia, ha affermato che la Russia sta rafforzando le posizioni vicino a TAL RIFAAT, MANBIJ, alla periferia meridionale di KOBANI e AIN ISSA, tutte città entro 40 km (25 miglia) dal confine turco.

“Dall’annuncio dell’operazione militare, il regime siriano e le sue milizie iraniane si sono mobilitate e (stanno) inviando rinforzi alle YPG”, ha detto a Reuters il maggiore YOUSSEF HAMMOUD (del SNA gruppo siriano appoggiato dalla Turchia ndr).

H aggiunto che la loro intelligence aveva individuato elicotteri russi che atterravano in una base aerea vicino a TAL RIFAAT.

Sabato l’agenzia di stampa statale turca ANADOLU, ha citato fonti locali dicendo che la Russia stava effettuando schieramenti nel nord della Siria per “consolidare il suo controllo”, effettuando voli di ricognizione su TAL RIFAAT e installando sistemi di difesa aerea Pantsir-S1 a QAMISHLI, una città di confine quasi 400 km più a est.

Il comandante delle SDF, MAZLOUM ABDI, ha detto a Reuters domenica scorsa, che Damasco dovrebbe usare i suoi sistemi di difesa aerea contro gli aerei turchi e le sue forze sono “aperte” a lavorare con le truppe siriane per combattere contro la Turchia, ma ha detto che non c’era bisogno di inviare più forze.

COLLOQUI CON LAVROV

Ankara sostiene che deve agire, perché Washington e Mosca hanno infranto tutte le promesse di spingere le YPG a oltre i 30 km (18 miglia) dal confine, dopo l’offensiva turca del 2019. Con entrambe le potenze (USA e RUSSIA) che cercano il sostegno della Turchia sull’Ucraina, il conflitto potrebbe offrirle un certo grado di influenza.

Washington, il cui sostegno alle SDF è stato a lungo fonte di tensione nei legami con la Turchia, ha espresso preoccupazione, affermando che qualsiasi nuova operazione militare, metterebbe a rischio le truppe statunitensi – che sono presenti in Siria – e minerebbe la stabilità regionale.

La Russia ha anche affermato la scorsa settimana di sperare che la Turchia “si astenga da azioni che potrebbero portare a un pericoloso deterioramento della già difficile situazione in Siria”.

Un alto funzionario turco ha detto che, a Lavrov, sarebbero state chieste informazioni, in merito a ciò che indicava come essere il governo siriano e le forze sostenute dall’Iran, ad arrivare a TAL RIFAAT o che si dirigevano lì.

“La Turchia farà questa operazione in un modo o nell’altro”, ha detto il funzionario, parlando in condizione di anonimato.

Alla domanda se la Russia stesse rafforzando le posizioni nel nord della Siria, il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha detto ai giornalisti che sono state le forze armate siriane a “rafforzare, in misura maggiore o minore, alcune strutture sul loro territorio”.

Il governo siriano non commenta i movimenti delle truppe, ma lunedì il quotidiano filogovernativo AL-WATAN ha citato fonti nel nord di RAQQA – vicino al confine turco – secondo le quali truppe siriane, carri armati e armi pesanti si sono schierate nel fine settimana in risposta alle mosse turche.

Sia il funzionario turco e sia il maggiore HAMMOUD del SNA, hanno affermato che gli attacchi dalle aree controllate dalle SDF contro quelle sotto il controllo turco e del SNA, sono aumentati.

HAMMOUD ha detto che sia le forze turche e sia quelle del SNA, stavano rispondendo.

 

https://www.reuters.com/world/middle-east/syrian-russian-forces-boosted-after-turkey-signals-operation-officials-2022-06-07/

 

INVASIONE DEL KURDISTAN/ “ERDOGAN FA GUERRA AI CURDI NEL SILENZIO DI USA E UE”

Mentre i riflettori dell’Occidente sono puntati tutti sulla guerra in Ucraina, la Turchia ha invaso Iraq e Siria per eliminare i curdi.

Era la sera della scorsa Pasqua quando l’esercito turco lanciò una operazione militare nel nord dell’Iraq, il cosiddetto Kurdistan, per “eliminare le forze terroristiche curde”. La guerra in Ucraina era già cominciata e il mondo aveva ben altro a cui pensare che a un popolo povero, minoritario, perseguitato da sempre come i curdi. Bombardamenti, distruzione di villaggi, centinaia di morti, deportazioni in massa, il tutto senza che un solo giornale occidentale spendesse una riga.

In modo inquietante, la giustificazione ufficiale di Ankara ricorda in modo impressionante le parole di Putin per giustificare l’invasione dell’Ucraina: “Operazione speciale (…) legittima in base alle clausole di autodifesa nazionale della Carta delle Nazioni Unite (…) Le forze armate turche hanno preso di mira solo le forze terroristiche e hanno fatto tutto il possibile per evitare danni ai civili”. A differenza dei nazisti ucraini, qui ci sono i comunisti curdi del PKK, ma il risultato è lo stesso.

Questa operazione adesso si è estesa anche al nord della Siria, dove risiede parte del popolo curdo: “L’intenzione di Erdogan è di sbarazzarsi in mondo definitivo dei curdi, approfittando del fatto che il mondo occidentale guarda solo all’Ucraina e ha bisogno di lui che si è autonominato mediatore di quel conflitto unicamente per il proprio interesse”, ci ha detto il RONY HAMAUI, docente di economia monetaria nell’Università Cattolica di Milano, esperto di geopolitica e di finanza islamica.

L’invasione turca del Kurdistan, a cui si è aggiunta adesso quella della Siria del nord, è stata resa possibile grazie al fatto che il mondo è concentrato sul conflitto ucraino?

Certamente sì. In questo momento nessuno ha il tempo né la voglia di occuparsi dei curdi. È molto più facile agire, perché Stati Uniti ed Europa in questo momento non possono permettersi il lusso di perdere un alleato come la Turchia. Erdogan, facendosi passare come il grande mediatore tra Russia e Ucraina, ha ottenuto un po’ di credito internazionale e così può fare quello che vuole. Personalmente non ho mai creduto fosse interessato all’Ucraina se non per un motivo di visibilità.

Gli Usa sostenevano i curdi. Adesso?

Gli americani sono spariti dalla Siria in maniera repentina quando Trump parlò di “rientro” e non di “abbandono” da parte dei suoi soldati. Avevano addirittura promesso la costituzione di uno Stato curdo, cosa che non è mai stata fatta, e poi si sono defilati. Oggi men che meno si preoccupano della loro situazione, dato l’impegno così sostenuto in Ucraina. I curdi diventano un problema secondario e irrisorio su cui non vale la pena spendere risorse. Non dimentichiamo che gli Usa, essendo la Turchia nella Nato, hanno bisogno di una Turchia che non li ostacoli nel processi di allargamento a Svezia e Finlandia, per cui li lasciano agire.

In Kurdistan la situazione è complicata. Sono presenti milizie iraniane che hanno combattuto con i curdi contro l’Isis, non c’è il rischio di una collisione tra Turchia e Iran?

È una bella domanda a cui però è difficile rispondere. Tutto sommato i regimi dittatoriali trovano sempre tra loro una qualche forma di accordo. È probabile che al di là di tutto anche la Turchia possa riuscire a trovare un modus operandi con l’Iran. Sicuramente i turchi non si metteranno mai a combattere gli iraniani, sarebbe una operazione che spacca in due il mondo islamico e non è un loro interesse.

L’Iraq, Paese in cui si svolge questa guerra, sta a guardare?

L’Iraq è allo sbando, ha l’economia disastrata, una sacco di problemi interni. Anche per Baghdad i curdi sono l’ultimo pensiero.

A rischio di perdere dei territori nazionali?

Sì. Teniamo conto che l’influenza iraniana è sempre stata molto forte in Iraq, ci sono equilibri interni che vanno salvaguardati, se ci fosse una contrapposizione troppo forte sarebbe un problema che nessuno vuole affrontare.

Durante la guerra contro l’Isis i curdi erano considerati nostri amici, il Pkk però è ancora nella lista delle organizzazioni terroristiche dell’Occidente, Italia compresa. Quanto è grande l’ipocrisia del mondo occidentale?

Questo è il prezzo che si paga per tenersi buoni la Turchia. La stessa ipocrisia, ne sono certo, la ritroveremo anche in Ucraina fra qualche tempo. Oggi sono tutti solidali con Kiev, mi domando fra qualche anno come sarà lo scenario. La verità è che la geopolitica è fatta così, strategie che passano sopra la testa dei popoli. L’interesse nazionale dei più forti va al di là di qualunque cosa.

https://www.ilsussidiario.net/news/invasione-del-kurdistan-erdogan-fa-guerra-ai-curdi-nel-silenzio-di-usa-e-ue/2352172/

 

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gralion torile
1 anno fa

You are my aspiration, I own few blogs and occasionally run out from to post .

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