ENNESIMA FUMATA NERA AL COREPER SULL’EMBARGO AL PETROLIO RUSSO. E ORA SULL’UE SI ALLUNGA L’OMBRA POLITICA DI BORIS JOHNSON
“…..con un progetto alternativo a quello dell’UE: un COMMONWEALTH EUROPEO che avrebbe il Regno Unito come leader e includerebbe, oltre all’Ucraina, la Polonia, l’Estonia, la Lettonia e la Lituania, potenzialmente anche la Turchia”
Le forze russe avanzano in Donbass stringendo a tenaglia il grosso dell’esercito professionale ucraino; lo dicono gli stessi media occidentali. Le sanzioni si stanno rivelando un fallimento e le entrate valutarie ed energetiche della Russia sono abbondanti. Che sta succedendo?
I 37 leader occidentali “amici dell’Ucraina” si erano vantati pubblicamente che il sequestro delle riserve estere offshore della Russia, le espulsioni bancarie russe da Swift, la sanzione della banca centrale russa, e l’ampio fronte delle sanzioni, di per sé, avrebbero trasformato il rublo in macerie causando una corsa al sistema bancario interno, facendo crollare l’economia russa, e perciò avrebbero provocato una crisi politica a cui Putin non sarebbe sopravvissuto. Dopo otto anni di ingenti finanziamenti, forniture e formazione della Nato per la costruzione di un esercito addestrato (le forze armate ucraine), dopo l’umiliante fuga americana e della Nato dall’Afganistan, c’è il rischio concreto che anche l’eroica resistenza ucraina – per la pace, la libertà e la società aperta – si trasformi in polvere.
Iniziamo dalle parole non casuali pronunciate dal ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, braccio destro del presidente ucraino, che a Davos ha accusato la Nato di “non fare assolutamente nulla” contro l’invasione russa. Parole pesanti, poco diplomatiche, e con una dose di verità. Il sentimento ucraino lo riassume ancor meglio l’ambasciatore ucraino in Germania, Andrij Melnyk, che in un tweet scrive: “Ecco le armi tedesche in arrivo”. Nella foto si vede una lumaca che trasporta un proiettile. Anche Zelensky ha lanciato messaggi alla grande: “Vogliamo più sanzioni e più armi”; “Tutti gli scambi con l’aggressore dovrebbero essere fermati”; “Tutte le imprese straniere dovrebbero lasciare la Russia in modo che i vostri marchi non siano associati a crimini di guerra”, ha detto. Le sanzioni devono essere onnicomprensive; i valori devono essere importanti.
Nello stesso tempio del globalismo economico, Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea, riconosce che la “guerra di Putin è un attacco all’ordine internazionale” e per questa ragione per la prima volta l’Unione Europea fornisce assistenza militare e finanziaria all’Ucraina aggredita. È in quest’ottica che ha dichiarato: “l’Ucraina deve vincere”! Jens Stoltenberg, segretario generale della Nato, sempre a Davos ha dichiarato che “la libertà è più importante del libero commercio” e che “la sicurezza europea non sarà dettata da atti di violenza e intimidazione”. Obiettivi opachi e indefiniti i cui dettagli si affidano solo all’emozione del momento.
Un imbarazzo europeo e della Nato malcelato nelle parole pronunciate. Come ha scritto Federico Fubini, “la guerra ha smascherato la perdita di soft power perché il conflitto ha indebolito la credibilità politica di Berlino e di Bruxelles” e le sanzioni alla Russia senza l’adozione di quelle secondarie sono inutili, inefficaci e addirittura autolesioniste. Le annunciate “imminenti” sanzioni europee sul gas e il petrolio russo non ci saranno a breve.
Sempre a Davos ha parlato anche HENRY KISSINGER, che ha avvertito l’Occidente di smettere di cercare di infliggere una sconfitta schiacciante alle forze russe in Ucraina, dicendo che ciò avrebbe conseguenze disastrose per la stabilità a lungo termine dell’Europa. Ha detto che SAREBBE FATALE PER L’OCCIDENTE farsi trascinare nell’umore del momento e dimenticare il giusto posto della Russia nell’equilibrio di potere europeo. KISSINGER ha detto che la guerra non deve essere lasciata trascinarsi e si è avvicinato a chiedere all’Occidente di istruire l’Ucraina ad accettare termini che sono molto al di sotto dei suoi attuali obiettivi di guerra:
“I negoziati devono iniziare nei prossimi due mesi, prima che crei SCONVOLGIMENTI E TENSIONI che non saranno facilmente superati”.
Questo stato di cose lo aveva capito per tempo il premier britannico, BORIS JOHNSON, assente a Davos, che dalla sua visita a Kiev (9 aprile) ha intessuto un PROGETTO ALTERNATIVO a quello dell’Unione Europea e della Nato: un COMMONWEALTH EUROPEO che avrebbe il Regno Unito come leader e includerebbe, oltre all’Ucraina, la Polonia, l’Estonia, la Lettonia e la Lituania, potenzialmente anche la Turchia.
Si tratterebbe di un’alleanza di Stati gelosi della propria sovranità nazionale, liberisti in economia e decisi alla massima intransigenza contro la minaccia militare di Mosca.
Una chiara sfida post-Brexit a Bruxelles, ma anche a quella Nato “cerimoniale” che si riunisce in Europa, mentre il Regno Unito – anche per assenza di alternative sostenibili – cerca di “fondersi” con gli Stati Uniti in Europa e nell’Indo-Pacifico.
Le forze armate britanniche e quelle americane avevano già firmato un accordo per la “fusione” operativa nel 2021; nell’Indo-Pacifico, pochi giorni fa, è significativa l’esercitazione Coccodrillo che vede i marines “fondersi” con le forze armate australiane (e indonesiane).
Quella di Johnson è una prospettiva che fa aumentare il “RISCHIO EUROPA” molto di più delle operazioni militari russe.
Un rischio di marginalizzazione strategica e di IMPLOSIONE delle già visibili faglie del fronte anti-russo in Europa (sanzioni e obiettivi della missione).
Su questo l’Ue e la Nato tacciono. Per ora tace anche l’Ucraina, che aspetta il CONSIGLIO EUROPEO del 23 giugno per decidere se abbandonare ogni speranza su Unione Europea e Nato, e quindi unirsi a Regno Unito e Stati Uniti.
Sarà difficile che il Consiglio riesca ad approvare ulteriori sanzioni alla Russia, ma anche l’apertura dei negoziati di accesso dell’Ucraina, nonché ulteriori sostegni finanziari e militari per l’Ucraina. Secondo alcuni negoziatori, c’è un’altra ipotesi: i leader dei 27 possono limitarsi a dichiarare vagamente che Kiev ha una “prospettiva europea” (la cosiddetta “FORMULA DI SALONICCO”).
Quindi Zelensky prenderebbe più sul serio l’offerta alternativa di Boris Johnson che, però, da solo non ha né la capacità dell’Unione Europea di fornire aiuti finanziari all’Ucraina, né di convincere la Polonia o i Paesi baltici a prendere alcuna iniziativa che possa mettere a repentaglio le relazioni con Bruxelles. Sebbene da Washington non ci siano dichiarazioni, non possiamo dimenticare che più che su quelle Nato gli Stati Uniti contano maggiormente sulle proprie basi e installazioni presenti in Europa, particolarmente in Polonia, Romania e Lituania. Quindi, non è impossibile che il rafforzamento della presenza militare statunitense nell’Europa orientale diventi probabile se il controllo nel cuore dell’Occidente, che si è spostato verso Est, lo richiederà. Per il momento, JOHNSON CERCA DI SCONVOLGERE L’EQUILIBRIO NEL CONTINENTE puntando certamente a un dividendo politico per avere una carta aggiuntiva nell’accordo con Bruxelles, che lui stesso vorrebbe riaprire sulla Brexit.
All’inizio, abbiamo richiamato le parole non casuali del ministro degli Esteri ucraino. Infatti, si basano sui dati elaborati da Arianna Antezza del KIEL INSTITUTE FOR THE WORLD ECONOMY che in uno studio del maggio 2022 ha monitorato il sostegno all’Ucraina di 37 governi, compresi tutti i paesi membri del G7 e dell’Unione Europea, oltre al sostegno delle istituzioni dell’Ue (includendo quindi 38 donatori). Emergono differenze significative nella scala del sostegno tra i Paesi, sia in termini assoluti che in percentuale del Pil dei Paesi donatori.
In miliardi di euro, di gran lunga il più grande sostenitore bilaterale dell’Ucraina sono gli Stati Uniti, seguiti da Polonia, Regno Unito e istituzioni dell’Ue. In percentuale del Pil dei donatori, i paesi dell’Europa orientale si distinguono come particolarmente generosi, e questo è ancora più vero una volta che teniamo conto dei costi dei rifugiati. Il Regno Unito da solo ha dato a Kiev più aiuti economici e militari durante la guerra rispetto all’intera Unione Europea, e la Polonia ne ha dati da sola più di Germania, Francia e Italia.
Per questo, vanno ben ascoltate anche le parole di preoccupata emergenza di KISSINGER che teme, oltre ad una nuova DÉBÂCLE OCCIDENTALE, le crepe politiche in Europa che la “guerra” contro la Russia può trasformare in un COLLASSO ECONOMICO IN EUROPA. Ciò mette l’accento anche sull’adeguatezza dell’attuale leadership dell’Unione Europea, sia nel Consiglio sia nella Commissione.
I governi europei non devono perdere l’occasione del Consiglio di giugno per trarre le necessarie conclusioni e decidere, possibilmente, a favore di sé stessi e delle popolazioni europee.
https://www.ilsussidiario.net/news/scenario-ucraina-il-prossimo-consiglio-ue-decide-se-ci-sara-ancora-leuropa/2349781/
LA RUSSIA AVANZA ANCORA, PRESA ANCHE LYMAN
LA SITUAZIONE IN UCRAINA, I FRONTI CON I COMBATTIMENTI, LA CRISI ALIMENTARE PROSSIMA VENTURA
Aree di crisi nel mondo n. 111 del 29-5-2022 di Stefano Orsi
Situazione sui fronti in Ucraina.
MARIUPOL
Proseguono i lavori di sminamento dell’area Azovstal, dopo la resa completa delle forze ucraine in essa assediate per mesi.
Ogni tanto dai sotterranei arriva qualche gruppetto di soldati, due o tre sono stai segnalati, si tratta di unità che erano rimaste isolate dal grosso delle strutture sotterranee a causa dei crolli causati dai bombardamenti e che si sono aperti la strada scavando.
Nei sotterranei sono stati trovati quasi 400 cadaveri sia di soldati che di civili, circa 200 di questi erano in un capannone esterno ai sotterranei.
Si sospetta che molti soldati siano deceduti a causa delle infezioni alle ferite, cosa che configurerebbe un quadro di trattamento disumano nei loro confronti da parte dei comandi ucraini.
KIEV
A Kiev cresce intanto la protesta dei famigliari dei soldati che si sono arresi all’Azovstal, le note mogli e vedove dei nazisti, reduci dai tour europei ,stanno ora protestando contro il Presidente Zelensky per il suo presunto tradimento nei confronti dell’Azov. Queste proteste non sono nuove, già in passato erano emerse e riportate persino dai nostri media.
(https://www.repubblica.it/esteri/2022/05/06/news/azov_i_parenti_dei_soldati_chiusi_nellacciaieria_il_governo_ci_tappa_la_bocca-348323011/ )
Similmente ora protestano per le mancate promesse e rassicurazioni su un intervento ucraino per liberarli che non è mai avvenuto.
I parenti dei nazisti non sono i soli a protestare.
FRONTI DEL DONBASS
Si moltiplicano le proteste dei soldati delle formazioni della difesa territoriale per le condizioni al fronte.
Sui social media ucraini si vedono sempre più di sovente i filmati girati con i cellulari dai soldati, si vedono assemblee con i superiori e lamentele per le condizioni in cui vengono mandati a combattere. Senza supporto adeguato di artiglieria, senza blindati, senza carri armati, ricevendo ordini per azioni ritenute di fatto come suicide.
Perchè accade tutto questo?
Queste sono le milizie territoriali che sono state arruolate per operare nei territori di appartenenza, ora vengono inviate invece sui fronti nel Donbass contro l’esercito russo e gli eserciti delle LPR e DPR. Che a quanto pare e contro la propaganda ucraina ed occidentale, che li rappresentano come in gravi difficoltà, a loro si presentano come uno schiacciasassi che li martella con le artiglierie, gli elicotteri, i cacciabombardieri, i carri armati mentre loro hanno poco da opporre.
Non fanno menzione degli ATGM che pure avrebbero ricevuto in abbondanza dagli USA e da tutta la NATO. Quindi o sono già stati usati senza riguardo nei primi mesi del conflitto ed ora sono rari o ci sono gravi mancanze nella loro distribuzione al fronte dove servono maggiormente.
I reparti ceceni sono quelli che diffondono più video sul loro operato. Vengono rilanciati dalla pagina del loro comandante supremo, Ramzan Kadirov, da questi possiamo trarre preziosi elementi di valutazione. Le forze ucraine che hanno abbandonato i settori di fronte conquistati nei giorni scorsi. Hanno abbandonato molto materiale ma non molti ATGM che generalmente erano accatastati in qualche riparo, quasi mai distribuiti capillarmente. Segno questo che i bombardamenti russi rompono i collegamenti e fanno saltare la catena della distribuzione delle munizioni, dei viveri o degli armamenti stessi.
Se uniamo questi elementi alle proteste dei reparti ucraini, che denunciano oltretutto l’elevatissimo rateo di perdite subite, il quadro della situazione che si delinea per Kiev se non è drammatico, poco ci manca.
La penuria dei mezzi a supporto delle truppe ucraine si scontra con la propaganda diffusa dal regime di Kiev che presenta alla popolazione tutta una situazione differente. Lo stesso accade qui da noi.
Una volta arrivati al fronte i soldati si avvedono di ciò che è la realtà e dello stato della situazione.
La seconda fase dell’escalation del conflitto, la famosa fase 2 voluta dal generale russo Dvornikov, basata su un lungo lavoro di demolizione delle infrastrutture ucraine, da evidentemente i suoi frutti.
I colpi inferti con i missili di alta precisione non vanno a vuoto, colpiscono e distruggono anche depositi pieni di armi occidentali, oltre che le riserve di idrocarburi.
La penuria di carburante nel Paese non è cessata.
https://stream24.ilsole24ore.com/video/mondo/in-ucraina-manca-carburante-lunghe-code-fare-benzina-kiev/AEKNjTVB
Il governo ucraino aveva promesso che grazie agli aiuti occidentali sarebbe tornato presente il carburante per la popolazione, mentre in verità è ancora carente.
Avevamo infatti spiegato, negli articoli scorsi, come la realtà si scontrasse con i proclami. Saltata la capacità di grande stoccaggio di idrocarburi in gran parte degli impianti esistenti nel Paese, non era possibile ripristinare la normale distribuzione dei prodotti raffinati, che dovrebbero giungere ed essere distribuiti da una infinita rete di autocisterne.
LE FORNITURE DI ARMI OCCIDENTALI
Abbiamo poi spiegato come gli aiuti militari occidentali, sebbene enormi, non bastassero a coprire le abnormi perdite di materiali bellici ucraini. I 234 T72 polacchi, seguiti da blindati e carri di altri Paesi dell’est Europa, non sono che una boccata di ossigeno prima di una nuova asfissia.
Stesso discorso vale per gli obici da 155 (in calibro occidentale) che stanno fornendo all’esercito ucraino. Gli M777 americani vengono inviati da diversi Paesi, dagli USA stessi ma anche da Canada e Danimarca. Non cambierà nulla sui campi di battaglia, non si parla di fornire centinaia di questi cannoni, 90 arriveranno dagli USA altri da altri Paesi, ma non sono certo abbastanza, il materiale perso dall’Ucraina in questi mesi è di molte centinaia di cannoni, sono quasi esauriti.
Stesso dicasi per i cannoni che ha fornito l’Italia. Il governo ha posto il segreto di stato sugli armamenti forniti per cui non se ne possono divulgare le cifre ma gli Ucraini stessi hanno diffuso i video mentre usano i nostri FH70. Cannoni in calibro 155 che sono giunti al fronte e l’esercito ucraino sta impiegando, non
Gli USA hanno annunciato la consegna dei missili antinave Harpoon. Arma molto sofisticata davvero ma che funziona in abbinamento alle informazioni fornite dai voli Awacs. Pertanto i Russi ,memori di quanto accaduto alla Moskva, pare abbiano “consigliato” ai voli USA e NATO, di spostarsi a maggiore distanza dalle coste russe e dalle zone del conflitto. Così abbiamo visto allontanarsi significativamente i voli dei GlobaHawke e degli RC135 come dei P8. Da tale distanza è molto difficile per loro fornire accurate informazione sulla posizione dei bersagli e sulla disposizione delle forze russe. Se dovesse ripetersi qualche strano “incidente” si teme una ulteriore escalation del conflitto.
Gli USA hanno dato il loro assenso alla fornitura di sistemi M31, lanciarazzi multipli MLRS di produzione statunitense. Lanciano missili guidati con gittata da 70 fino a 300 Km, il che permetterebbe agli ucraini di colpire in profondità nel territorio russo ma anche ai russi di prendere misure sempre più pesanti nei confronti della NATO.
Dobbiamo notare come la crisi dell’esercito ucraino sia tanto più grave quanto aumentino le forniture da parte USA, in questo caso dobbiamo pensare che siano davvero messi male.
LA CRISI ALIMENTARE
Tutti i media ci stanno martellando da giorni con i rischi di una crisi alimentare, ne avevamo già scritto in precedenza per cui è cosa risaputa.
Appare singolare come la UE ne parli in termini terzi, come se la crisi riguardasse le forniture e gli approvvigionamenti di altri Paesi e non i suoi.
Appare davvero strano che si parli con insistenza di una missione navale, impossibile per il TRATTATO DI MONTREAUX sugli stretti del BOSFORO e dei DARDANELLI, come di missione umanitaria.
Di fatto si propone l’invio di una task force navale nel Mar Nero per forzare il blocco navale russo. Scatenando la 3° GUERRA MONDIALE per prelevare le riserve di grano stoccate nelle strutture portuali di Odessa e Nikolaev, acque minate dagli ucraini peraltro, il tutto giustificato dalla fornitura non meglio identificati “Paesi bisognosi” come fossero Paesi terzi, quando in realtà sappiamo molto bene che questi non siano altro che la stessa UE e la GB, dove A BREVE POTREBBERO MANCARE ANCHE LE FORNITURE DI FRUMENTO.
Potremmo anche sottrarlo ad altri Paesi certo, di fatto l’aumento dei prezzi causato dagli accaparramenti sui mercati, privando molti Paesi meno ricchi, della possibilità di comprarlo, per cui in realtà siamo noi stessi a causare questa crisi alimentare.
L’India, più avveduta, ha bloccato le esportazioni, i prezzi spingevano i commercianti a vendere le loro disponibilità all’estero piuttosto che sul mercato interno, ora i prezzi sono calmierati e agli indiani non mancherà nulla. Altri Paesi esportatori faranno altrettanto.
La Cina invece si mossa molto prima.
Sono alcuni anni che ha aumentato in maniera significativa le sue importazioni di frumento e la capacità di stoccaggio, di fatto hanno accumulato riserve significative che li mettono al riparo da qualunque crisi.
I nostri governanti invece si sono distinti per LA TOTALE INCAPACITÀ DI PREVISIONE E DI PROGRAMMAZIONE.
https://www.greenme.it/animali/allevamenti/cina-riserve-mondiali-grano/
articolo di gennaio…
Sulla questione si sta sviluppando una fitta rete di colloqui, persino il nostro Presidente del CdM Draghi ha contattato il Presidente Putin, il quale si è detto disponibilissimo a sbloccare le consegne di frumento sia dalla Russia che dall’Ucraina non appena l’occidente toglierà tutte le sanzioni contro il suo Paese.
LE AVANZATE RUSSE.
Non si ferma la marcia russa.
Dopo la totale vittoria a Mariupol con la resa dei 2439 militari e nazisti dell’Azov ( gli Azov sono nazisti per loro credo, non perchè lo diciamo noi o i russi, sia chiaro), la Russia ha proseguito nella sua avanzata.
I fronti che maggiormente sono interessati dai combattimenti sono i salienti di Popasna, altri villaggi sono stati conquistati: Nova Kamyanka, Yakovlovka, Bilohorovka, Nahirne, Vasylovka, Lypovo, Berestovo, Nyrkovo, Oleksandropilia.
L’avanzata ha portato il fronte a meno di 20 Km dalla chiusura del settore di Severodonetck e Lisichansk in sacca.
Più a sud nuove importanti avanzate russe hanno portato alla ritirata ucraina da diversi centri: Myronovska, Mironovsky, Svitlodarsk, che erano difese da circa 2000 soldati ucraini che hanno preferito ritirarsi e non hanno occupato le case degli abitanti per combattere casa per casa causando la distruzione delle città, e di questo occorre rendere loro merito. Perché è questo il comportamento corretto da tenere. Occorre anche notare che in mancanza di resistenza casa per casa, non c’è stato alcun bombardamento russo sugli abitati, e anche questo è un fatto importante da segnalare, abbiamo grazie al lavoro del nostro connazionale Vittorio Nicola Rangeloni, anche una diretta testimonianza da queste cittadine.
L’avanzata si è spinta oltre avvicinandosi a circa 6 Km da Artemosk.
Sono stati infatti conquistati altri villaggi: Klynovo, Llovaisk e Vidhrozennya.
LA CADUTA DI LYMAN
Nello scorso articolo avevamo dato notizia dell’inizio dell’offensiva russa su Lyman, ebbene è andata a buon fine e le difese ucraine sono state travolte.
La fuga dei reparti di Kiev ha portato ad una rapida capitolazione delle ultime zone sotto il loro controllo.
I reparti russi avevano conquistato tutta la zona urbana a nord della ferrovia, ora si attestano lungo la sponda sinistra del fiume Seversky Donetck a circa 10 Km da Sloviansk.
L’OFFENSIVA SU SEVERODONETCK
Dopo la caduta di Lyman ora le attenzioni russe sono concentrate su Severodonetck e Lisichansk.
Quasi chiuse in sacca dall’avanzata di Popasna, si ritiene che possano resistere per pochi giorni al massimo sulle attuali posizioni.
Le forze russe stanno avanzando da nord e da est nella cerchia urbana.
Sono circolate voci di una fuga di alcuni reparti ucraini che hanno fatto annunciare da alcuni la loro ritirata ma non riteniamo che questa sia in realtà iniziata.
TENSIONI SU KHERSON
Si hanno notizie di combattimenti sostenuti nel sud ovest nella regione di Kherson dove gli Ucraini starebbero tentando una controffensiva.
Seguiremo l’evoluzione della situazione in settimana per aggiornare sugli sviluppi nel prossimo numero.
https://ilsudest.it/29-maggio-2022/2022/05/30/la-russia-avanza-ancora-presa-anche-lyman/
L’Europa inizia ad avere la febbre; l’Italia è nella peggiore situazione:
https://urielfanelli.altervista.org/keinpfusch/lillusione-del-reddito-di-cittadinanza/2022-05-27/
{La penuria di personale che sta colpendo l’Italia, ma più o meno tutta Europa, e’ tale da da dare il mal di pancia agli imprenditori. Ma il problema di questi miserabili imbecilli (ormai “imprenditore” e “imbecille” sono la stessa parola) e’ che danno la colpa (come riflesso condizionato) a fattori irrilevanti, anziche’ fare una doccia di realta’. …. prendete la fascia del 60-64. Si tratta del 3.5% (media su maschi e femmine) , ed e’ il periodo in cui gli italiani vanno in pensione.
Ci siete? Bene. Andiamo a vedere chi dovrebbe sostituirli. Chi sta entrando nel mondo del lavoro: se parliamo dei 20-24, siamo messi male. Sono solo il 2.5% della popolazione.
Va in pensione il 3.5% della popolazione, entra nel mondo del lavoro il 2.5%. Siamo a -1%, cioe’ a meno seicentomila (e questo , sia chiaro, ammettendo che TUTTI trovino un lavoro e che il mercato del lavoro sia completamente efficiente!).
Ma non e’ solo questo il problema: il problema e’ che la vita media in Italia e’ oggi di circa 82 anni. … la cosa non e’ destinata a migliorare: tra vent’anni andra’ in pensione il 3.3% della popolazione, ma si affaccera’ al mondo del lavoro soltnto l’ 1.9%. Meno 1.4%, significa meno ottocentoquarantamila. …. Ma i pensionati sono vivi. Sono clienti. Usano servizi. Comprano. E per soddisfarli, occorre lo stesso numero di persone. Numero che non c’e’.
La popolazione italiana si mantiene stabile sui 60 milioni. Il problema e’ che il numero di lavoratori decresce ogni anno . ….. Gli imprenditori SPERANO che sia colpa dell’ RdC. Perche’ sperano di poterci fare qualcosa chiudendo il RdC. Ma vediamo un attimo COME si sia arrivati a questo punto. E’ successo che con la globalizzazione e le delocalizzazioni, il discorso fosse questo.
1. ti licenzio e porto tutto in Cina/India/whatever.
2. se non accetti condizioni disumane, vai al punto uno.
3. se anche i giovani italiani diventano poveri, chissenefrega, io faccio solo lusso e vendo ai ricchi di tutto il mondo. Ciao Povery!
4. se i giovani italiani non fanno piu’ figli meglio, cosi’ possono fare piu’ straordinari.
5. tanto avremo sempre la coda fuori dalla porta.
Questo discorso, mai mitigato da nessun governo, nel nome di un “mercato” che fa ancora venire complessi di inferiorita’ alla sinistra, ha dominato gli ultimi 20 anni. ……
Gerontocrazia sociale: tutte le risorse sono in mano a vecchi, e non c’e’ un ascensore sociale che garantisca il ricambio.
E quando vedo persone normalmente anziane, che si lamentano di questo fenomeno, mi viene da pensare: preparatevi, perche’ questo è solo l’inizio.
Vi eravate illusi:
• chissenefrega se i giovani non possono far figli: verranno gli immigrati. E poi avete visto che non funziona.
• chissenefrega se i giovani non possono far figli: posso sempre delocalizzare. E adesso tornano le cortine di ferro.
• chissenefrega se i giovani non possono far figli: se li rendiamo precari lavoreranno lo stesso per nulla. E adesso emigrano.
Avete segato il ramo su cui vi sareste seduti domani.
Domani e’ oggi. Illudetevi pure che la colpa sia del reddito di cittadinanza, o di qualsiasi cosa possiate cancellare o cambiare. Ma i numeri dicono una cosa, e quello che dicono, non lo potete ne’ cancellare ne’ cambiare.}.
https://voxnews.info/2022/05/22/aborto
{L’aborto è un omicidio. Possiamo discutere solo se sia utile o meno proibirlo per diminuirne il numero, ma non è un diritto umano …l’aborto è anche una questione demografica. Il 22 maggio 1978, quarant’anni fa, veniva approvato il più grande genocidio mai concepito in Italia. Da allora sono stati uccisi prima di uscire dal grembo materno 6 milioni di bambini Italiani. Che poi è lo stesso numero – casuale – di immigrati presenti in Italia. Prima hanno creato il vuoto, poi lo hanno riempito. Non è un caso che coloro che furono i più feroci sostenitori dell’aborto siano oggi i più esaltati fans dell’immigrazione.}. Lo capì anche Stalin che lo proibì nel ‘36.
Purtroppo i destini d’Italia per il futuro sono cupi: è colpa nostra, ce la siamo meritata! P.Riesz_
Da notare che dal 78 ad oggi hanno calcolato in 6 milioni gli italiani costretti a non nascere. P.Riesz_
Se gli italiani sono imbecilloidi, non si può dare la colpa solo agli altri.
Su altri fronti le cose non vanno comunque meglio:
«Ucciso a Teheran un alto esponente dei Pasdaran: freddato con 5 colpi di pistola»
https://www.repubblica.it/esteri/2022/05/22/news/ucciso_a_teheran_un_alto_esponente_dei_pasdaran_freddato_con_5_colpi_di_pistola-350758191/
«Iran, attacco con un drone vicino al sito nucleare di Parchin. Ucciso un ingegnere e un altro dipendente»
https://www.repubblica.it/esteri/2022/05/28/news/iran-351532171/
qui sintetizzato
https://www.ilsole24ore.com/art/iran-israele-elimina-colonnello-pasdaran-teheran-AEm5dUbB?refresh_ce=1
Questo commento precedeva quello soprastante; lo ripropongo.
L’Europa inizia ad avere la febbre; l’Italia è nella peggiore situazione:
https://urielfanelli.altervista.org/keinpfusch/lillusione-del-reddito-di-cittadinanza/2022-05-27/
{La penuria di personale che sta colpendo l’Italia, ma più o meno tutta Europa, e’ tale da da dare il mal di pancia agli imprenditori. Ma il problema di questi miserabili imbecilli (ormai “imprenditore” e “imbecille” sono la stessa parola) e’ che danno la colpa (come riflesso condizionato) a fattori irrilevanti, anziche’ fare una doccia di realta’. …. prendete la fascia del 60-64. Si tratta del 3.5% (media su maschi e femmine) , ed e’ il periodo in cui gli italiani vanno in pensione.
Ci siete? Bene. Andiamo a vedere chi dovrebbe sostituirli. Chi sta entrando nel mondo del lavoro: se parliamo dei 20-24, siamo messi male. Sono solo il 2.5% della popolazione.
Va in pensione il 3.5% della popolazione, entra nel mondo del lavoro il 2.5%. Siamo a -1%, cioe’ a meno seicentomila (e questo , sia chiaro, ammettendo che TUTTI trovino un lavoro e che il mercato del lavoro sia completamente efficiente!).
Ma non e’ solo questo il problema: il problema e’ che la vita media in Italia e’ oggi di circa 82 anni. … la cosa non e’ destinata a migliorare: tra vent’anni andra’ in pensione il 3.3% della popolazione, ma si affaccera’ al mondo del lavoro soltnto l’ 1.9%. Meno 1.4%, significa meno ottocentoquarantamila. …. Ma i pensionati sono vivi. Sono clienti. Usano servizi. Comprano. E per soddisfarli, occorre lo stesso numero di persone. Numero che non c’e’.
La popolazione italiana si mantiene stabile sui 60 milioni. Il problema e’ che il numero di lavoratori decresce ogni anno . ….. Gli imprenditori SPERANO che sia colpa dell’ RdC. Perche’ sperano di poterci fare qualcosa chiudendo il RdC. Ma vediamo un attimo COME si sia arrivati a questo punto. E’ successo che con la globalizzazione e le delocalizzazioni, il discorso fosse questo.
1. ti licenzio e porto tutto in Cina/India/whatever.
2. se non accetti condizioni disumane, vai al punto uno.
3. se anche i giovani italiani diventano poveri, chissenefrega, io faccio solo lusso e vendo ai ricchi di tutto il mondo. Ciao Povery!
4. se i giovani italiani non fanno piu’ figli meglio, cosi’ possono fare piu’ straordinari.
5. tanto avremo sempre la coda fuori dalla porta.
Questo discorso, mai mitigato da nessun governo, nel nome di un “mercato” che fa ancora venire complessi di inferiorita’ alla sinistra, ha dominato gli ultimi 20 anni. ……
Gerontocrazia sociale: tutte le risorse sono in mano a vecchi, e non c’e’ un ascensore sociale che garantisca il ricambio.
E quando vedo persone normalmente anziane, che si lamentano di questo fenomeno, mi viene da pensare: preparatevi, perche’ questo è solo l’inizio.
Vi eravate illusi:
• chissenefrega se i giovani non possono far figli: verranno gli immigrati. E poi avete visto che non funziona.
• chissenefrega se i giovani non possono far figli: posso sempre delocalizzare. E adesso tornano le cortine di ferro.
• chissenefrega se i giovani non possono far figli: se li rendiamo precari lavoreranno lo stesso per nulla. E adesso emigrano.
Avete segato il ramo su cui vi sareste seduti domani.
Domani e’ oggi. Illudetevi pure che la colpa sia del reddito di cittadinanza, o di qualsiasi cosa possiate cancellare o cambiare. Ma i numeri dicono una cosa, e quello che dicono, non lo potete ne’ cancellare ne’ cambiare.}.
https://voxnews.info/2022/05/22/aborto
{L’aborto è un omicidio. Possiamo discutere solo se sia utile o meno proibirlo per diminuirne il numero, ma non è un diritto umano …l’aborto è anche una questione demografica. Il 22 maggio 1978, quarant’anni fa, veniva approvato il più grande genocidio mai concepito in Italia. Da allora sono stati uccisi prima di uscire dal grembo materno 6 milioni di bambini Italiani. Che poi è lo stesso numero – casuale – di immigrati presenti in Italia. Prima hanno creato il vuoto, poi lo hanno riempito. Non è un caso che coloro che furono i più feroci sostenitori dell’aborto siano oggi i più esaltati fans dell’immigrazione.}. Lo capì anche Stalin che lo proibì nel ‘36.
Purtroppo i destini d’Italia per il futuro sono cupi: è colpa nostra, ce la siamo meritata! P.Riesz_
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