IL “MABUS” NEL POEMA TEMPORALE

scritto da Remox
11 · Feb · 2014

IL “MABUS” NEL POEMA TEMPORALE

Uno dei personaggi più discussi e interpretati delle Centurie
nostradamiche è il “Mabus” della quartina 262. Nel corso del tempo sono state provate
diverse attribuzioni. Si è cercato di vedere nel personaggio un anticristo
islamico o un nemico potente per la cristianità. In tempi recenti si è tentata
l’attribuzione con Osama bin Laden e ancora con il presidente americano Obama.

Come abbiamo sempre detto è impossibile interpretare correttamente i
versi profetici senza una bussola di riferimento. La trasformazione delle originarie
Centurie in un Poema Temporale diviso in capitoli offre invece una chiave
insostituibile per rendere le quartine “plus esclarci”.

Ed è così che il Mabus trova la sua collocazione che, per gli
appassionati di Nostradamus o suoi cultori, potrà sembrar strana. D’altronde
per noi uomini del 2014 la maggior parte delle quartine sono il passato.

Il Ramo di riferimento è il primo del Novecento dove l’Europa si
prepara alla grande mattanza della Prima Guerra Mondiale.

Il Mabus, come vedremo, è il sultanato della Sublime Porta Ottomana al
tempo rappresentato da Mehmet V. Per meglio inquadrare il periodo storico,
cantato nei versi del Duca, propongo 4 quartine
del Ramo I del ‘900 (nel capitolo sono una successiva all’altra) fra cui
anche la 262.

Dal Ramo I del ‘900

560

Par teste rase viendra bien mal eslire,

Plus que sa charge ne porter passera.

Si grande fureur & rage fera dire,

Qu’à feu & sang tout sexe trenchera.

560

Setta islamica verrà ben a mal
eleggere,

Una testa per la carica che la Porta
non passerà.

Si gran furore e rabbia causerà,

Che al fuoco e sangue ognun taglierà.

“Testa rasata” o “rasati”
sono i termini con i quali nel Poema sono identificati gli islamici. E’ il
segno di riconoscimento degli eretici e per Nostradamus, vissuto ai tempi che
precedettero la battaglia di Lepanto, erano appunto uno dei massimi pericoli
per la cristianità. Il Sultano della Prima Guerra Mondiale, Mehmet V, non ebbe
mai veri poteri, ma fu una sorta di burattino nelle mani dei Pascià. Fu con
questo Sultano, e la sconfitta in guerra, che califfato e sultanato vennero
definitivamente abbattuti. Verrà quindi eletto un sovrano con il quale si
chiuderà la Sublime Porta Ottomana. In quegli anni scoppierà la rivolta dei “rossi”,
i laici giovani turchi che prenderanno il potere in Turchia. Dura sarà la
repressione contro tutto ciò che rimarrà legato al precedente ordine.

 736

Dieu, le ciel tout le diuin verbe a l’onde,

Porté par rouges sept razes à Bizance:

Contre les oingt trois cens de Trebisconde

Deux lois mettront & horreur, puis credence.

736

Dio, tutto il Cielo e il Divin Verbo all’Onda,

Portate dai rossi sette eretiche a Bisanzio,

Contro i consacrati trecento a Trebisonda,

Due leggi messe, a quale orrore messi i credenti.

La 736 l’abbiamo vista
in “I Pontefici del Primo Giubileo del ‘900” dove al primo verso emerge la
figura di San Pio X. Il Santo è onorato da Dio, il Divin Verbo e tutto il
Cielo. L’Onda compare nel suo stemma araldico.

Alla Sublime Porta di Bisanzio la rivolta
delle sette eretiche dei giovani turchi porta scompiglio al sultanato, ormai
prossimo a cadere. Alla vecchia legge del califfato si aggiunge quella laica.
Una sola è destinata a prevalere, tempi bui per i credenti islamici.

580

Logmion grande
Bisance approchera.

Chassee sera la barbarique Ligue:

Des deux loix l’vne l’estinique laschera,

Barbare & franche en perpetuelle brigue.

580

Ogmion al grande Bisanzio
s’avvicinerà,

E caccerà la lega
barbarica:

Delle due leggi, quella
iniqua lascerà,

Barbaro e Francia in
perpetua briga.

Ogmion è l’eroe celtico
francese, emblema del coraggio e della potenza della nazione. Bisanzio, alleata
degli Imperi Centrali, perderà la guerra. Nel Poema, nei capitoli del primo
Novecento, con il termine barbaro si indica spesso la Germania dei Kaiser e di
Hitler, responsabile delle prime due Guerre Mondiali. La lega con i Kaiser verrà troncata e l’Impero ottomano smembrato. Delle due leggi di cui dicevamo, ne
rimarrà una giudicata iniqua. E’ la nuova legge laica di Ataturk.

All’ultimo verso si
preconizza la prossima novella briga, inimicizia e violenta guerra fra Francia
e Germania, col novello barbaro, Hitler, assai più potente del primo.

262

Mabus plus tost alors mourra, viendra,

De gens & bestes vn horrible defaite:

Puis tout à coup la vengeance on verra,

Cent, main soif, faim quand courra la comete.

262

Mabus allor tosto morrà, verrà

Di bestie e genti orribil disfatta:

Poi tutto a un tratto vendetta
giungerà,

A centinaia, all’ottomano, sete e
fame quando correrà la cometa.

Mabus, letto al
contrario, è Sub-Ma, sublime mano a ricordar la Sublime Porta Ottomana. Ricorda
anche il nome del fondatore della dinastia, Osman Beg. Ma il termine appare derivato dal latino “manibus” ad indicare le mani, ovvero gli ottomani. Il Sultanato verrà
presto a scomparire sostituito dal nuovo regime laico. La disfatta totale della
guerra sarà irrecuperabile. La vendetta dei giovani turchi sarà dura. La parola
“coup” del terzo verso con la parola “main” del quarto fa pensare al “coup de
main” col quale verrà preso il potere.

All’ultimo verso
leggiamo un presagio di sventura per il Sultanato: quando in cielo correrà la
cometa giungerà la disfatta. Nel 1910 i cieli vennero solcati dal passaggio
della cometa Halley. Un anno prima Mehmet V salirà al trono. Pochi anni dopo l’Impero
Ottomano non esisterà più.

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