IL TEMPO PERMANENTE E LA SINCRONICITA’ APPARENTE
Uno dei principali convincimenti del Ramotti era quello di dimostrare che Nostradamus fosse a conoscenza della teoria del tempo corrente e di quello permanente. Il tempo corrente è quello che tutti noi conosciamo, quello permanente è l’istante “0” in cui passato, presente e futuro convergono in uno stesso punto. Agli occhi di un osservatore tutte le vicende umane universali si presentano contemporaneamente. Parallelamente alla teoria del tempo permanente si sviluppa quella della sincronicità. Si verificano cioè eventi nel tempo non previsti, inaspettati, ma che sono direttamente correlati con le azioni che si stanno compiendo in quel momento gettando nuova luce e significato su quelle stesse azioni. Vengono normalmente chiamate “coincidenze”, ma è un termine profondamente inesatto. Si tratta piuttosto di “suggerimenti” che in un dato tempo e solo in quello sembrano giungere in proprio soccorso.
Tali riflessioni furono fatte durante l’opera di decifrazione della chiave cronologica che permise di dare un ordine all’opera nostradamica e di trasformare in Poema ciò che fino a quel momento era stato un elenco confuso di rime. Ci si era accorti che sembrava esserci una forte discrepanza fra l’importanza degli argomenti trattati per il passato, il presente e il futuro. In particolar modo nel presente sembravano essere elencati fatti di poco conto se paragonati agli eventi dei secoli passati soprattutto del Novecento.
I fatti del presente sembravano ridursi a volte a pura cronaca di poca rilevanza nella storia dell’umanità. Mentre eventi più importanti erano poco trattati o addirittura taciuti.
Perché questa grande discrepanza?
Ora, immaginate per un attimo di essere nei panni del Duca dei Tempi nel Sedicesimo secolo e di poter “vedere” nel tempo permanente o almeno in una determinata area di questo SPAZIO. La vostra fama ha travalicato i confini della Provenza e della Francia diffondendosi in tutta Europa.
Siete indecisi se cominciare a comporre l’opera delle Centurie.
Improvvisamente nelle vostre “visioni” vi accorgete che sarebbe venuto un tempo, nel futuro, in cui qualcuno sarebbe riuscito a decifrare la vostra opera il che sta a significare che DOVETE comporla e che dovete farlo in un modo tale che in un dato tempo essa possa assumere il suo significato completo o vicino alla completezza.
Quale metodo utilizzare?
Diventa subito chiaro che in quel tempo futuro, precisamente intorno alla metà degli anni ’80 del Novecento, la maggior parte delle quartine sono ormai “passato” in quanto se l’intento è di mettere in rima gli eventi a partire dal 1556 per un ciclo di 500 anni è chiaro che nel ’20mo secolo il più è ormai passato.
A questo punto diventano chiari due concetti principali: il primo è che le quartine del passato devono essere facilmente interpretabili e verificabili una volte inquadrate nel loro quadro temporale. Per le generazioni di uomini del ‘500, del ‘600, del ‘700, dell’800 e di buona parte del ‘900 costituiscono il futuro e devono quindi essere accuratamente mascherate. Ma per il traduttore, affinché sia in grado di controllare l’esattezza del proprio lavoro, devono essere controllabili. E il metodo migliore è quello di descrivere solo i grandi eventi del tempo e di descrivere in particolar modo quelli più vicini al tempo della decifrazione. E così più di 600 fra quartine e sestine sono dedicate al ‘900 e la maggior parte di queste riguardano i tempi fino agli anni ’80.
Il secondo punto però è quello di dare uno strumento di controllo sul presente ed è qui che intervengono le sincronicità. Si avverano fatti di cronaca che fungono da “segnatempo” sia per verificare l’esattezza dell’ordinamento sia per far capire dove ci si trova all’interno dell’opera con il passaggio dell’onda temporale. Si scelgono i fatti di cronaca perché non sempre avvengono i grandi eventi che cambiano la storia dell’umanità. Si scelgono alcuni episodi rispetto ad altri poiché non è possibile parlare di tutto o forse perché non è possibile “vedere” tutto nel tempo permanente.
Può accadere quindi che si creino dei capitoli interi di rime di cui non si riesce a cogliere il significato poiché i tempi non sono maturi, come il caso del capitolo dedicato alla guerra delle Falkland il cui significato appare chiaro solo ora, qualche decennio dopo. Oppure può accadere che eventi di cronaca si trovino elencati all’interno dei capitoli per fungere da segnatempo per chi traduce l’opera. E magari questi semplici fatti di cronaca costituiscono dei collegamenti per raccontare vicende assai più importanti che tuttavia non sono ancora giunte a maturazione.
Questa introduzione che riguarda temi su cui ho già avuto modo di accennare in passato e che sicuramente riproporrò anche in futuro è funzionale a raccontare il caso di “sincronicità apparente” capitato in questi giorni.
Nell’articolo “La Tribolazione” ho presentato alcune quartine che sembrano direttamente collegate con la futura persecuzione della Chiesa ripromettendomi di presentare successivamente le quartine che, sempre legate alla Tribolazione, gettano un ponte verso il manoscritto pittorico del Vaticinia Nostradami.
Si tratta di quattro quartine, di cui una già presentata, che fissano l’attenzione sulla sequenza delle Tavole Pittoriche dei Settanta, ovvero quelle che parlano dei papi e delle vicende a loro legate: la 72 (70), la 75 (73), la 76 (74), la 77 (75) e la 79 (77).
Mentre quindi scrivevo il precedente articolo e programmavo il prossimo sono accaduti i fatti di Nairobi a cui inizialmente ho dato poca attenzione.
Man mano che passavano i giorni mi sono accorto che sotto i miei occhi si stava realizzando una sincronicità.
Due delle quartine che volevo presentare sono le seguenti:
Dal Ramo III del 2000 “Crisi in Europa”
237
De ce grand nombre que l’on enuoyera,
Pour secourir dans le fort assiegez,
Peste & famine tous les deuorera,
Hors mis septante qui seront profligez.
237
Di quel gran numero che si manderà,
Per soccorrere il forte assediato,
Peste e fame tutti li divorerà,
Meno che settanta che uccisi saranno.
Dal Ramo IV del 2000 “La Chiesa degli Ultimi Tempi”
115
Mars nous menasse par sa force bellique,
Septante fois fera le sang espandre:
Auge & ruyne de l’Ecclesiastique
Et plus ceux qui d’eux rien voudront entendre.
115
Marte ci minaccia con bellica forza,
Settanta volte farà il sangue spandere:
Auge e rovina per l’Ecclesiatico,
E più per color che di essi nulla vorranno intendere.
Il richiamo ai 70 presente in entrambe le quartine ha sempre destato interesse in quanto sembrava un codice di richiamo alle Tavole Pittoriche di cui ho detto. Tuttavia gli eventi kenyani cambiano la prospettiva. Siamo in mezzo ad un offensiva terroristica islamista che in pochi giorni colpisce Kenya, Daghestan (Russia), Pakistan e Nigeria con l’obiettivo dichiarato, a mio parere, di creare uno stato emotivo collettivo anti islamico, subito dopo lo stop momentaneo ai tentativi di bombardare la Siria.
In Kenya in particolare, per 4 giorni, viene sequestrato il Mall “Westgate” di Nairobi con numerosi ostaggi stranieri occidentali. Intervengono le forze di polizia e l’esercito keniani appoggiati da intelligence britannica e soprattutto israeliana. Il Centro Commerciale somiglia nella sua conformazione ad un antico forte; anche il nome “Westgate” ricorda un avamposto militare (es: Westpoint). Inoltre sono i terroristi stessi a trasformarlo in un fortino. Comincia l’assedio. Al termine dei 4 giorni il bilancio delle vittime dell’attentato parla di 61 civili uccisi, 6 militari morti e altre 3 vittime sotto le macerie ancora da recuperare. In tutto 70 morti. I sopravvissuti cominciano a raccontare le loro terribili esperienze: bloccati per quattro giorni, affamati e alcuni di loro feriti e salvi per miracolo.
Giorno per giorno ho assistito alle cronache dell’evento per capire se alla fine il tragico bilancio delle vittime sarebbe stato pari a quello delle quartine: purtroppo ho visto crescere ed aggiornarsi il numero dei morti proprio fino al punto indicato. Questo è proprio quello che si chiama “sincronicità”.
Il richiamo alle Tavole Pittoriche non è annullato in quanto gli eventi del terrore islamista sono direttamente collegati alla persecuzione della Chiesa.
E la quartina 115 sembra proprio fare questo collegamento. Viviamo in un tempo in cui il dio della guerra ci minaccia pesantemente. Non solo per atti di terrorismo, ma per la volontà di andare in guerra che anima il sistema di potere mondiale. Il sangue verrà spanso per 70 volte a significare non solo, alla maniera ebraica, un numero elevato di volte; non solo ad indicare le Tavole Pittoriche che trattano la Tribolazione della Chiesa; ma anche le vittime di questo attentato islamico. Gli ultimi due versi effettuano il collegamento voluto: auge e rovina per l’Ecclesiastico e più ancora per coloro che di essi, le bande terroriste mercenarie di stampo islamista, che stanno ad esempio insanguinando la Siria, l’Iraq e altre parti del mondo, nulla vorranno intendere.
Un chiaro riferimento ai governanti occidentali che finanziano, armano ed appoggiano queste brigate e che potrebbero presto rivoltarsi contro essendo al soldo dei petrodollari sauditi.
Chi è l’Ecclesiastico per il quale si prevede auge e rovina? Non sembra poi così difficile rispondere. Al momento siamo ancora al tempo dell’auge, ma ho l’impressione che non tarderà il tempo in cui si passerà alla rovina.
Concludo informando che il Duca dei Tempi è ora presente su Twitter per brevi e rapidi aggiornamenti che poi eventualmente verranno ripresi sul Blog. Chi ha voglia può seguire e contattare per eventuali scambi di opinione.
Un saluto a tutti e grazie.